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I SENTIERI DELLA LIBERTA' IN OLTREPO PAVESE 

 

 

PREMESSA E AUTORIZZAZIONE
L'OLTREPO' PAVESE NELL'ULTIMO CONFLITTO
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CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI PARTIGIANI IN OLTREPO' PAVESE
I SENTIERI DELLA LIBERTA' IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA
BIBLIOGRAFIA
LINK UTILI

 

CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI PARTIGIANI IN OLTREPO' PAVESE

1943

8 Settembre:

viene annunciato l'armistizio, e in tutta l'Italia occupata dai nazisti ha inizio la Resistenza armata. I tedeschi deportano in Germania i militari italiani che non sono riusciti a sfuggire alla cattura.

10 ottobre:

i tedeschi, attraverso manifesti murali, esortano gli abitanti dell'Oltrepò a denunciare immediatamente la presenza di prigionieri di guerra, minacciando che sarà applicata la pena di "morte a mezzo fucilazione a chi aiuta gli stessi prigionieri". I podestà e i commissari prefettizi, con altri manifesti, ordinano ai militari che 1'8 settembre hanno abbandonato i reparti di presentarsi agli uffici di stato civile di residenza per fornire tutti i dati "attinenti alla loro posizione militare".

16 ottobre:

il nuovo Stato fascista, che presto assumerà il nome di Repubblica Sociale Italiana, informa, attraverso la radio, che saranno chiamate alle armi la classe 1925 nonché il secondo e terzo quadrimestre del 1924. Inoltre saranno chiamati i militari dell' esercito appartenenti alle classi 1923 e 1924 che sono in congedo provvisorio.

31 ottobre:

i podestà e i commissari prefettizi dei comuni dell'Oltrepò informano, ancora con manifesti murali, che, per disposizione del Ministro dell'Interno, "chiunque compia atti di sabotaggio contro le linee di comunicazioni militari, telegrafiche, telefoniche, stradali, ferroviarie, sarà passato per le armi sul posto se colto in flagrante, e processato negli altri casi, per direttissima, dai Tribunali Militari. l reati che possano compromettere il corso delle operazioni militari saranno puniti con la pena di morte".

Primi di novembre:

a Bogli, una frazione del comune di Ottone (Piacenza) si forma un gruppo di ribelli che agirà sotto le direttive delle neonate Brigate Garibaldi di Genova.

20 novembre:

la Repubblica Sociale Italiana costituisce la Guardia Nazionale Repubblicana.

19 dicembre:

il gruppo di Bogli sostiene vittoriosamente nel paese e alla località Casa Bertula uno scontro con la GNR. Galvanizzato dal successo, il gruppo si battezza Distaccamento Scintilla.

1944

18 febbraio:

visto lo scarso risultato ottenuto con le prime chiamate, la RSI, attraverso il cosiddetto Bando Graziani, istituisce la pena di morte per i renitenti e i disertori.

Primi di marzo:

attorno al monte Lazzaro si forma la Banda Piccoli, comandata da Giovanni Molinari di Fiorenzuola d'Arda. Nei giorni successivi, nella banda entreranno diversi giovani della provincia di Piacenza e alcuni dell'Oltrepò.

31 marzo:

a Pecorara la Banda Piccoli uccide il commissario prefettizio del comune e il locale segretario del fascio.

Primi di aprile:

anche a Costalta di Pecorara si forma un gruppo di ribelli.Nel mese di maggio, il comando del gruppo sarà assunto dal greco Andrea Spanoyannis e da quel momento il gruppo si chiamerà Banda del Greco.

Primi di maggio:

nelle vicinanze del monte Penice si costituisce un gruppo di ribelli, che opererà sotto il comando dell' ex carabiniere Rinaldo Dellagiovanna, detto Nando.

10 maggio:

la Banda Piccoli, con un colpo a sorpresa, assale la caserma della GNR di Pecorara, disarma tutti i militi, uccidendo il sottufficiale Luigi Picciotti che aveva tentato di dare l'allarme. Fallisce, invece, nello stesso giorno il tentativo di disarmare anche la caserma della GNR di Pianello Val Tidone.

13 maggio:

sul monte Chiappo, nell'alta Valle Staffora, Americano (Domenica Mezzadra) e Remo (Carlo Lombardi) danno vita a un distaccamento garibaldino, che nel mese successivo si trasformerà in brigata e prenderà il nome di 51 a Brigata Arturo Capettini.

15 maggio:

la Banda Piccoli attacca il presidio di avvistamento repubblichino situato sul monte Penice, che si arrende senza fare resistenza.

17 maggio:

tra Dezza di Bobbio e il Brallo si forma la banda di Angelo Ansaldi detto Primula Rossa, che incorporerà, entro breve tempo, il gruppo di Dellagiovanna.

2 giugno:

la Banda del Greco fa la sua prima apparizione a Romagnese. Brucia alcuni documenti anagrafici e uccide il figlio del commissario prefettizio locale.

5 giugno:

a Moiaccio di Pecorara, la Compagnia dei Carabinieri, nucleo costitutivo della la Divisione GL', scioglie la Banda Piccoli, essendo accusati alcuni dei suoi membri di essersi dati al furto e al banditismo. I partigiani rimasti passano o con i giellisti o con la Banda del Greco.

16 giugno:

la Banda del Greco scende da Costalta a Zavattarello e attacca la locale caserma della GNR, provocando cinque morti tra i nemici. L'azione ha una grossa risonanza tra gli sbandati dell'Oltrepò, avviando una lotta generalizzata contro i presidi nazifascisti.

28 giugno:

a Romagnese si costituisce una banda partigiana agli ordini del Colonnello Libero (Gino De Scalzi), che è coadiuvato da Capitan Giovanni (Giovanni Antoninetti).

29 giugno:

muore all'ospedale di Voghera il colonnello Alberto Alfieri, comandante della Sicherheits: era stato ferito qualche giorno prima, per errore, dai suoi militi, nelle vicinanze di Pietragavina. Il comando della Sicherheits passa ora al colonnello Felice Fiorentini.

6 luglio:

il presidio nazifascista di Bobbio, continuamente attaccato dai giellisti piacentini, evacua la città, che, subito occupata dagli stessi partigiani, diventa la capitale della prima repubblica partigiana della zona.

13 luglio:

con un attacco a sorpresa gli uomini di Americano e quelli Primula Rossa, da poco entrati nella Capettini, disarmano il presidio repubblichino situato a Cabella Ligure, in Val Borbera, e fanno un buon bottino di armi e munizioni.

24/25 luglio:

sul greto del torrente Aronchio i repubblichini del presidio di Varzi sono sconfitti per due volte dai partigiani attestati sulle alture vicine e dai contadini brallesi.

24 luglio:

mentre si combatte lungo l'Aronchio, alcuni militi della Sicherheits fanno una puntata a Zavattarello. Giunti nelle vicinanze del paese, sparano con armi pesanti e leggere su edifici e persone.

27/30 luglio:

le file dei partigiani si ingrossano e di conseguenza nascono nuove brigate: sono la Crespi, la Matteotti, la V GL Tundra e la VI GL.

30 luglio:

la Banda del Greco entra in crisi e si divide in tronconi: uno si inserisce nella garibaldina Crespi, un altro passa con i giellisti piacentini; solo un piccolo gruppo di uomini resta con Spanoyannis.

8 agosto:

nasce la prima divisione garibaldina dell'Oltrepò ed è comandata da Americano. Da principio raggruppa due brigate, la Capettini e la Crespi, ma dopo la metà di agosto il numero delle brigate salirà a quattro poiché enIrcranno nella divisione la Matteotti e la Pisacane. La neonata formazione ai primi di settembre assumerà il nome del caduto Angelo Aliotta detto Diego.

11 agosto:

i partigiani, dopo un' aspra battaglia, riconquistano il castello di Pietragavina e fanno prigionieri i repubblichini che l'avevano occupato il giorno precedente.

12 agosto:

con una manovra avvolgente, i repubblichini del presidio di Varzi attaccano i partigiani della Capettini attestati nel settore di Nivione, ma dopo diverse ore di fuoco sono costretti a ritirarsi. Sul monte Aiona, vicino a Rezzoaglio, gli Alleati paracadutano una missione denominata Walla Walla. È comandata dal capitano William C. Wheeler (ed è formata da 15 uomini muniti di una radio trasmittente e ricevente. Si insedierà nel castello di Gorreto e si occuperà soprattutto dei lanci aerei per i partigiani della VI Zona.

13 agosto:

a Rosara di Varzi gli uomini della Crespi si misurano in uno scontro ravvicinato con la Sicherheits. Alla fine della battaglia i fascisti, che hanno avuto diversi morti, bruciano per rappresaglia la parte bassa del paese, mentre la popolazione, terrorizzata, fugge nei boschi attigui.

15 agosto:

per una controversa decisione del commissario della 'Crespi'vengono fucilati undici tra i militi della Monte Rosa e della GNR catturati quattro giorni prima a Pietragavina.

26/27 agosto:

primo grande rastrellamento. Con notevole spiegamento di forze, i nazifascisti attaccano nella zona alta. Duri scontri si combattono attorno al Penice, al Brallo e in Val Trebbia. Di conseguenza i partigiani piacentini si trovano costretti ad abbandonare Bobbio e le località vicine, e quelli dell'Oltrepò si devono ritirare dalla Valle Staffora.

Primi di settembre:

nella zona di Cecima nasce la Brigata Staffora. Inizialmente è una formazione autonoma, ma poco dopo la sua costituzione entra nel novero delle formazioni GL. Infine, il 20 ottobre, passa nella Divisione Aliotta e prende il nome del caduto Cornaggia.

5 settembre:

i partigiani giellisti dell'Oltrepò, su indicazione del rappresentante del CLNAI, Maggiore Mario Belli (Giuseppe Facci), fondano una divisione, la 2a Divisione GL che raggrupperà quattro brigate: la V Brigata Tundra, la VI Brigata che più tardi prenderà il nome del caduto Palmino Sterzi la Brigata Staffora e la Brigata Milazzo-Deniri. Il 7 ottobre la divisione prenderà Il nome del caduto bolognese Massenzio Masia e passerà sotto il comando di Capitan Giovanni (Giovanni Antoninetti).

8 settembre:

a Marsaglia i garibaldini della Capettini, con discrete trattative, convincono il presidio degli alpini della Divisione Monte Rosa a disertare. I soldati che disertano sono circa 120, e almeno la metà si unirà ai garibaldini, mentre gli altri cercheranno di ritornare a casa. Copioso è anche il bottino di mortai, mitraglie, armi individuali e munizioni.

13 settembre:

il presidio del Penice, formato da una cinquantina di alpini della Monte Rosa, dopo essere stato ripetutamente attaccato dai partigiani della VI Brigata GL si arrende e si unisce agli stessi giellisti.

15 settembre:

nel Brallese nasce la Brigata Casotti, il cui comando viene affidato da Americano a Maino (Luchino Dal Verme). Nei giorni successivi alla sua costituzione, la brigata si trasferirà nella zona di Costa Cavalieri e ingloberà i partigiani che già operano in quel settore, tra cui quelli della Brigata Pisacane che di conseguenza verrà sciolta. Il presidio della Divisione San Marco, situato a Montebello, passa al completo, con armi e equipaggiamento, con i garibaldini; i 33 cecoslovacchi del posto contraereo di Bressana Bottarone passano dalla parte dei partigiani garibaldini, portando con sé armi e munizioni.

20 settembre:

inizia un grosso rastrellamento nazifascista nella regione collinare che, diretto con mano pesante da ufficiali tedeschi, si risolve in una serie di eccidi

21 settembre:

alla fine di una battaglia, iniziata nel tardo pomeriggio del 17, i garibaldini liberano Varzi.

22 settembre:

i tedeschi e i fascisti completano il rastrellamento avviato due giorni prima nelle valli Staffora, Coppa, Scuropasso e Versa, nell'intento di alleggerire la pressione garibaldina su Varzi. I partigiani, pertanto, sono costretti a ritirarsi dal paese appena conquistato. I nazifascisti abbandoneranno Varzi il giorno 24, e subito il paese verrà rioccupato dai garibaldini che vi costituiranno una 'zona libera'.

26 settembre:

forti contingenti di tedeschi e alcune pattuglie di brigatisti neri tentano un attacco alle postazioni partigiane situate nell' alta Valle Versa; ma a Soriasco sono bloccati da un tempestivo intervento dei giellisti che li costringe a ripiegare sui luoghi di partenza. Due giorni dopo i nazifascisti ritornano sui luoghi dello scontro. Dovunque passano razziano animali da cortile e generi vari, mentre ancora una volta la gente fugge.

28 settembre:

Piero (Orfeo Landini), per l'Aliotta, e Belli (Giuseppe Facci), per la Masia, stipulano un accordo con cui vengono fissate le zone di competenza delle due divisioni. L'accordo rimarrà pressoché immutato fino alla Liberazione.

2/3 ottobre:

partendo da Voghera su alcuni autocarri, i nazifascisti attraverso il territorio della giovane repubblica di Varzi, raggiungono Bobbio. La difesa partigiana è pressoché impotente di fronte all'urto nemico.

12 ottobre:

alcuni uomini della missione Walla Walla, comandati dal caporale John Uccellini, costituiscono un presidio a Casale Staffora, che si occuperà soprattutto dei lanci aerei agli uomini dell'Aliotta.

18 ottobre:

a Barostro del Brallo, dove è in attività un campo di prigionia partigiano, i garibaldini fucilano nove prigionieri fascisti tra quelli catturati quattro giorni prima a Voghera.

22 ottobre:

i nazifascisti abbandonano per la seconda volta Bobbio e ripiegano verso l'alta Val Trebbia. La cittadina è subito rioccupata dai partigiani di Giustizia e Libertà.

13 novembre:

il generale inglese Harold Rupert Alexander, comandante superiore delle forze alleate in Italia, per via radio emana un proclama con il quale informa che l'attività militare sul "fronte gotico" degli Alleati è stata ridotta al minimo in vista dell'inverno ormai imminente. I nazifascismi possono intensificare la lotta avviata da tempo contro i partigiani.

23 novembre:

circa quindicimila uomini (calmucchi, turkestani, kirghisi, mongoli, italiani e tedeschi), partendo da località diverse, attaccano lo schieramento partigiano situato nelle province di Pavia, Piacenza, Genova e Alessandria. Inizia così il grande rastrellamento invernale, che durerà oltre due mesi e che metterà a dura prova le forze partigiane. Dopo uno scontro con i matteottini, i nazifascismi conquistano il Carmine, dove incendiano alcune cascine e compiono i primi stupri. A Corvino San Quirico viene ucciso nella sua chiesa il sacerdote Felice Ciparelli, accusato di essere un collaboratore dei partigiani.Con alcuni ostaggi in testa alla colonna, i rastrellatori marciano su Zavattarello. Piegata la tenace resistenza garibaldina, si danno ancora una volta al saccheggio, agli incendi e alla violenza più brutale nei confronti della popolazione (e delle donne in particolare).

29 novembre:

forti contingenti scendono dal Penice e occupano Varzi,che, come Romagnese, è stata evacuata dai partigiani per evitare ulteriori rappresaglie.

8 dicembre:

i nazifascisti iniziano la seconda ondata del rastrellamento inviando nella zona di Zavattarello e di Varzi diverse migliaia di uomini che si uniranno a quelli già presenti sul territorio.

9 dicembre:

alcuni reparti di tedeschi e "mongoli" arrivano a Romagnese e, per rispondere agli attacchi partigiani dei giorni precedenti, arrestano e trasferiscono a Varzi 26 persone, tra cui don Alberto Picchi, parroco del paese e collaboratore dei partigiani giellisti.

10 dicembre:

dopo gli arresti effettuati a Romagnese; i tedeschi continuano la rappresaglia nel comune di Zavattarello, ove catturano e portano a Varzi circa 20 persone accusate di aver aiutato i partigiani. Alcune, dopo l'interrogatorio, saranno rilasciate, altre invece verranno inviate in Germania. Ancora una volta la Sicherheits arriva a Castelletto di Branduzzo dove terrorizza la popolazione e cattura tre partigiani della Gramigna. I tre saranno uccisi poco dopo a Cigognola e i corpi dei primi due verranno gettati nel pozzo del castello.

11 dicembre:

alcune colonne di rastrellatori attaccano di sorpresa il presidio della Capettini situato a Monteforte di Varzi, vi uccidono tre partigiani, fanno alcuni prigionieri, poi razziano e bruciano il piccolo paese. Poche ore dopo conquistano anche Castellaro. Infine, rotta la difesa partigiana, marciano alla conquista dell' alta Valle Staffora. Per i partigiani la situazione si fa difficile. Molti si rifugiano in Val Curone, altri salgono al Giovà. Nel corso della loro avanzata, i nazifascisti mitragliano e cannoneggiano anche sui civili. Nel tardo pomeriggio occupano il Brallo, dopo che anche questo paese era stato prudente mente evacuato nella inutile speranza di evitare la rappresaglia. 19 dicembre: Nella scuola del Brallo di Pregola i tedeschi sorprendono un distaccamento della Capettini pressoché al completo. Il commissario Renato Gusmaroli è ucciso sul posto e gli altri partigiani, eccetto qualcuno che riesce a fuggire, sono arrestati. Dopo varie soste nelle carceri italiane, verranno deportati a Mauthausen.

1945

18 gennaio:

nelle vicinanze del monte Antola, gli Alleati paracadutano la missione inglese M 12, comandata dal colonnello Peter Mac Mullen, e la missione americana Peedee diretta dal capitano Leslie Vanoncini. Le due missioni si insedieranno a Carrega Ligure e prenderanno il posto della Walla Walla che in dicembre si era ritirata dal territorio partigiano superando la "Linea gotica".

31 gennaio:

la Sicherheits del presidio di Broni e la GNR del presidio di Voghera catturano e fucilano a Pozzol Groppo (Alessandria) sei partigiani garibaldini.

5 febbraio:

durante una riunione di comandanti partigiani, tenuta a Torre degli Alberi, si decide di riattivare tutte le formazioni sciolte o scompaginate dal grande rastrellamento e di costituirne alcune nuove.

8 febbraio:

alcuni distaccamenti della Brigata Togni salgono dalla Valle Ghiaia dei Risi e occupano Pometo. Vi costituiranno una "zona libera", la prima dell'Oltrepò dopo il grande rastrellamento invernale.

14 febbraio:

la 'battaglia delle Ceneri'. I nazifascisti attaccano in forze nell'alta Valle Versa, ma sono fermati nei pressi dell'Ortaiolo da un tempestivo intervento dei matteottini e dei giellisti della Milazzo-Deniri. Nella battaglia intervengono poi anche alcuni gruppi della Togni e delle costituende brigate Balladore e Casazza, e gli attaccanti sono costretti a ritirarsi e a lasciare sul terreno diversi morti.

26 febbraio:

cinque membri della famiglia Lavezzari sono sterminati a San Pietro Casasco di Menconico da tre partigiani (che il 4 marzo saranno condannati alla fucilazione da un tribunale militare della Divisione Aliotta).

27 febbraio:

durante una riunione di comandanti partigiani tenuta a Casa Marchese di Zavattarello, è decisa la costituzione di un unico Settore Operativo Oltrepò Pavese. Alla sua direzione viene nominato Americano.

2 marzo:

un reparto di tedeschi del presidio di Varzi fa una puntata a Pietragavina e qui si dà alle consuete razzie. Attaccato dai partigiani garibaldini, è però costretto a darsi alla fuga dopo aver lasciato sul terreno dello scontro alcuni morti.

3 marzo:

continuamente pressati dalle forze gielliste, i nazifascisti sono costretti ad abbandonare il Penice e, per la terza volta, Bobbio, che passano così definitivamente sotto il controllo partigiano.

11 marzo:

con un massiccio spiegamento di forze i nazifascisti tentano di riconquistare la regione collinare. I partigiani garibaldini, di conseguenza, sono costretti a abbandonare tutte le postazioni situate tra Fortunago e Pietragavina. A Rocca de' Giorgi arrivano gli uomini di Fiorentini.  Tuttavia la loro marcia di terrore e di morte si deve arrestare a Cascina San Silvestro, dove intervengono gli uomini della Togni e della Balladore, che, con l'aiuto di due aerei da caccia alleati, costringono i fascisti a fuggire disordinatamente.

12 marzo:

nel tardo pomeriggio, a Valverde e a Costa Pelata di Fortunago, i nazifascisti, dopo essere stati sottoposti a continui attacchi e trovandosi ormai a corto di munizioni, sono costretti a abbandonare il territorio appena con4uistato e a ripiegare verso la pianura. Dopo questa vittoria tutta la zona alta ritorna sotto il controllo partigiano.

17 marzo:

ormai circondati dai presidi garibaldini, i nazifascisti sono costretti ad abbandonare Varzi. Il giorno successivo, domenica, si riunisce pubblicamente il CLN locale per decidere le misure urgenti da prendere in seguito alla ritrovata libertà.

27 marzo:

la missione inglese M 12 trasferisce a Zavattarello un piccolo gruppo di uomini comandati dal capitano Bill Irwingh. Il compito principale dei due gruppi è quello di tenere i collegamenti tra il comando alleato situato a sud della "Linea gotica" e i partigiani dell' Oltrepò.

5/6 aprile:

i nazifascisti compiono ancora due puntate su Montalto Pavese, ma, attaccati entrambe le volte, devono ripiegare sui luoghi di partenza e lasciare in mano ai partigiani alcuni prigionieri.

9 aprile:

nel corso di una riunione di comandanti tenutasi a Zavattarello, è decisa l'unificazione di tutte le formazioni dell'Oltrepò. Comandante unico è nominato Edoardo (ltalo Pietra), che sostituisce Americano.

11 aprile:

in seguito a un notevole incremento numerico, i matteottini trasformano la loro brigata in una divisione che prende il nome di Divisione Valle Versa Dario Barni.

25 aprile:

nel pomeriggio i partigiani scendono verso i principali centri urbani dell'Oltrepò. Poi, tra moltitudini festanti, continuano la marcia verso Pavia e Milano che saranno liberate nei giorni successivi. Un gruppo di essi, il 28 aprile, andrà a Dongo, dove parteciperà alla fucilazione dei gerarchi fascisti.