La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

Torna indietro

Alta Via della Valle Staffoa tappa 1

 

Descrizione
Dalla Piazza della Fiera di Varzi (416 metri) si raggiunge Via Pietro Mazza (variante 1 MTB), si attraversa e si prosegue dritto in Via Luigi Mazza (sentiero CAI 001), stradina asfaltata che in breve diventa una sterrata. Il sentiero costeggia la destra orografica del Rio Reponte salendo leggermente fra orti, boschetti di robinia, piante da frutta, oltrepassando alcuni casolari. Poco più avanti la mulattiera termina ad una fontana con delle panchine, poco prima si innalza a sinistra uno stretto sentiero (catena) che passa al fianco di un cascinotto (494 metri), al bivio teniamo la sinistra ed il sentiero diventa una stradina sterrata, che passa un secondo cascinotto, da qui diventa ripida nel finale dove raggiunge la strada che collega Varzi a Rosara (558 metri). Si volta a destra. Il crinale che stiamo risalendo è posto tra le due vallette calanchive del Reponte: a destra Superiore, quella di sinistra, la Inferiore.  Passata Cascina Mornarone si raggiunge, al bivio per Mossago he tralasciamo, dapprima Chiesa di Rosara (608 metri) e poi Rosara (636 metri), ben visibili di fronte a noi. Passiamo il paese risalendo, il segnavia indica il sentiero che taglia un tornante. La strada si mette decisamente più in piano, segnalata dai segnavia bianco-rossi (001 accompagnati dal 113 che proviene da  sinistra). Oltre Rosara, la strada diventa  più agevole entrando in un bosco di castagni; sulla sinistra il Monte Cucco, sulla destra un bosco di abeti rossi. La comoda strada sterrata scende a Pietragavina (798 metri) che attraversiamo lungo le vie lastricate arrivando al bivio che risale alla piazzola di fronte al Castello  e alla chiesa di San Giovanni Battista posta al suo fianco.  Teniamo la dritta, poi scendiamo a destra e si scende al Passo Pietragavina (729 metri). Dal passo arriva la strada che collega Varzi a Zavattarello, noi attraversiamo direzione Santa Cristina. Passato i bivi per Casa Fiori-Casa Cabano-Torretta e per Ranfusina (vedi variante 2 MTB) arriviamo a Santa Cristina (737 metri). Entriamo in paese lasciando il bivio per collegio (fonte), qui inizia il sentiero sempre segnato con il 001. La via diventa più ripida ma apre i panorami attorno a noi. Arriviamo ad un bivio alla quota 947 metri, da qui arriva la sterrata dalle Case Ranfusina, andiamo a destra seguendo lo 001 che seguiremo fino in vetta al Monte Penice. Siamo in zona Piano degli Alberi. Proseguiamo verso destra, lasciamo una sterrata a destra e, poco più avanti, arriviamo in località Piano degli Alberi: la via spiana leggermente. Si può notare la Fontana dell’Acquafredda (965 metri), un’edicola votiva in legno e, poco più avanti, riparato, un piccolo rifugio. Proseguiamo sempre sulla strada seguendo i segnavia bianco-rossi; rientriamo nel bosco assaporando, se d’estate, la frescura del luogo. Poi proseguiamo sulla via principale al bivio che segue. Poco più avanti, nei pressi di un capanno, dalla via principale partono dei sentieri. Uno di questi indica con palina il “Sentiero del Sabbione”. Noi proseguiamo alla dritta, seguendo le indicazioni sulla palina di “Strada di Costa d’Alpe”. Entriamo così nella Riserva Naturale del Monte Alpe, zona boschiva dalla bellezza notevole che in parte cela i danni dell’incendio che distrusse la maggior parte dei boschi. Il percorso rimane sempre in salita, non particolarmente dura ma impegnativa; si alternano tratti più pianeggianti che permettono di respirare. Arriviamo così ad incrociare, sulla nostra destra, la palina con l’indicazione per il “Sentiero del Bricchetto” (1133 metri). Naturalmente teniamo la strada principale e, dopo una breve discesa, incrociamo una mulattiera a sinistra (bivio, 1135 metri) che porta a Romagnese/Zavattarello (ci sono indicazioni ormai sbiadite che indicano per Casa Matti), proseguiamo seguendo la via lungo Costa d’Alpe. La strada resta sul crinale quasi pianeggiante fino alle indicazioni della palina sulla destra per il Piano Margarino (1145 metri) (vedi variante 1). Quando ricomincia la salita, lasciamo le mulattiere che partono dalla nostra sinistra fino ad arrivare alla palina che segnala il “Sentiero del Blusa” (1225 metri). Siamo quasi in fondo alla salita, ma possiamo fare una sosta per ammirare il panorama che apre la vista alla maggior parte dei monti che compongono l’ossatura montana di questa zona: a sinistra, il Monte Alpe, il Penice con le sue antenne, l’Alfeo, il Lesima con la sua stazione radar, il Chiappo, il Boglelio e, più nascosto, il Giarolo con altre antenne. Arriviamo finalmente in cima al percorso nei pressi del Monte Alpe (1150 metri) dove troviamo delle panchine utili per un breve riposo: si può riprendere fiato e ammirare i prati intorno, con il Monte Alpe alle spalle. Ci si trova ora nella Riserva Parziale Biogenetica. Qui, in primavera, i prati di vetta sono coperti di narcisi, genziane, primule, orchidee e margherite. In inverno si possono osservare le tracce di lepre, volpe, cinghiale. (vedi variante 3 MTB) Seguiamo in discesa la mulattiera principale, ma prima di arrivare si possono osserva re alcuni ceppi troncoconici sparsi nel bosco che contengono nidi di Formica rufa, introdotta per eliminare la processionaria e proteggere i pini. Dopo alcune curve, arriviamo alla ex strada statale n° 461 in località Tre Passi (1101 metri), crocevia di alcune valli quali la valle dell’Aronchio e del Tidone, nei cui pressi si trova l’Oratorio dell’Ospedaletto, l'osteria con alloggio e la piccola chiesetta ospitavano i pellegrini "Romei" che si recavano che proseguivano verso l’Abbazia di Bobbio e a Roma lungo l'Appennino. Seguiamo la strada che ci porta al Passo Penice (stele) che, in pochi passi, porta al bivio tra il Passo Penice e il Passo del Brallo (vedi variante 4 MTB), il sentiero risale dritto a noi e ripido. Attraversando un bosco di conifere, sale ripida fino ad incrociare alcune villette, sbucando sulla asfaltata che risale dal Passo Penice. Seguendo la asfaltata ed i sentieri che la tagliano arriviamo, all'ultimo bivio  ch risale alla vetta dove si trova il Santuario Mariano (1462 metri). Il secolare Santuario venne fondato dal monaco irlandese S. Colombano attorno all'anno 615. Da qui si può ammirare un ampio panorama: a Nord oltre le colline la Pianura Padana con la cerchia delle Alpi, a Sud la catena Appenninica ed a Est la Val Trebbia con Bobbio. L'unica nota stonata sono le numerose antenne televisive che ne deturpano non solo il panorama, ma soprattutto il paesaggio. Per riprendere il nostro percorso si deve ridiscendere di una curva fino ad una zona prativa dove parte il sentiero marcato dai segnavia bianco-rossi e 101. Prima in piano, poi sempre più in discesa ripida, troviamo un sentiero a sinistra in corrispondenza del segnavia bianco-rosso posto sull’albero; lo oltrepassiamo e si prosegue sulla sterrata sassosa, si arriva ad una breve salita in corrispondenza di un cascinale in pietra dove si riprende a scendere velocemente. Siamo usciti dal bosco e la sterrata prosegue tra prati. Al bivio lasciamo la strada principale e risaliamo sulla traccia visibile tra i prati, segnavia bianco-rossi, per scendere definitivamente al Passo della Scaparina (1108 metri) praticamente nel cortile del bar (piccola cucina) omonimo (poco male se sbagliamo perché il Passo della Scaparina è vicino e ben visibile). A pochi passi, a destra, le indicazioni ci portano alla Pernice Rossa, luogo incantevole dove troviamo la Pernice Rossa, che ci può accogliere per la notte. Dal Passo della Scaparina dobbiamo seguire la strada asfaltata in direzione Passo del Brallo, la strada procede in leggera salita fino ad incrociare il sentiero a sinistra che risale, oltrepassa un bivio ed arriva alla strada asfaltata che proviene da Ceci (1127 metri). Attraversiamo la strada per il sentiero in fronte e, al primo bivio, teniamo sempre le stesse indicazioni, risalendo a piedi o restando al fianco del percorso, purtroppo rovinato dal frequente passaggio delle moto. Al primo crocevia (1127 metri) teniamo la via dritta seguendo il 101, al successivo bivio la destra, lasciando il 101 sulla sinistra (si può seguire anche questo perchè porta anch'esso al Rifugio della Faggeta. Il sentiero scende nel bosco, al bivio si prende a sinistra e si arriva alla strada asfaltata (Piano della Crocetta) (101), collegamento tra il Passo del Brallo, e Dezza-Rifugio Pian della Faggeta.  Andiamo a destra, la strada corre in discesa, incrocia la strada che a destra scende al Passo del Brallo (951 metri), anch'esso crocevia di numerosi sentieri segnalati.