La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

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La Via Longa 2 - da Bobbio a Velleia

Il percorso è in aggiornamento, per ora si possono visualizzare le tracce sulla mappa digitale; a presto i dati, video e foto.

Da Velleia a Bobbio che, in alcuni tratti, copre la Via Longa 2 agganciandosi alla Via Longa 1.

Le bellezze naturali dell'Appennino Piacentino, la sua flora, la sua orografia, le tracce del suo passato (storico e geologico). In una settimana, passo dopo passo su antiche piste e sentieri di crinale, da cui lo sguardo può spaziare su ben cinque valli - quelle dell'Arda, del Ceno, del Nure, dell'Aveto e del Trebbia - o talvolta essere imprigionato nel folto di una macchia o di un bosco.

Velleia e Bobbio, due centri ricchi di storia, ne costituiscono I terminali; Prato Barbieri ed i passi Linguadà, Pianazze, Zovallo, Mercatello, i principali punti di contatto, attraverso le strade carrozzabili, con l'odierna realtà delle valli circostanti. Oltre ai monumenti che ricordano la storia ufficiale, quella che si impara a scuola, il nostro trek ci fa rivisitare,seppur marginalmente, l'umile storia della gente, che si riflette nei casolari e nei piccoli borghi ormai quasi disabitati, nelle tracce di strade un tempo importanti ed oggi disusate o scomparse, nelle origini di toponimi riferiti ad eventi e tradizioni del passato, nelle cappelle e nei resti di luoghi di culto, nelle sagre paesane soltanto ricordate o tuttora praticate.

Gli amanti della geologia troveranno particolare soddisfazione a contemplare, nella, i laghi Moo e Sino, resti di ben più ampi e cospicui specchi lacustri di origine glaciale, formatisi all'epoca delle ultime glaciazioni del Quaternario, quando i ghiacciai ricoprivano l'Appennino e la Padania. A testimonianza di questo, la valle detta «a gradinate», che dal monte Ràgola scende verso Ferriere con una serie di balze torbose e più o meno acquitrinose, è cosparsa di massi erratici e morene. Ma potranno anche fermare la loro attenzione sui calanchi di Case d'Erta.

Gli amanti di botanica troveranno alcune "stazioni» di abete bianco e, fatto ancor più notevole, di quell'autentico relitto di epoca glaciale che è il pino mugo. Potranno anche ammirare alcune radi esemplari di faggi, di età secolare, nel cosiddetto "Parco provinciale» nei pressi di Velleia Romana.

Insomma un viaggio che presenta i più svariati motivi di interesse e che può quindi essere preso in considerazione da un largo stuolo di appassionati della montagna. Ciascuno ne riporterà a casa qualcosa di suo: gli servirà di confronto durante lo stress di ogni giorno.