La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

STAGIONI :

con la bicicletta da montagna ci si può muovere in ogni stagione, scegliendo l’itinerario alla quota più adatta per quel determinato periodo. Di regola i versanti esposti al sole sono quelli rivolti a sud e possono essere percorsi anche durante la stagione invernale, in assenza di neve, oppure dopo le piogge in quanta l’evaporazione dell'acqua è veloce e rapida e quindi il terreno e presto in condizioni favorevoli alla pedalata, non dimenticando che un terreno comunque sabbioso dopo un pioggia non è poi così pedalabile, quindi si fa riferimento a sentieri o mulattiere non di questo tipo. Gli itinerari esposti a nord invece sono proibitivi in inverno e dopo le piogge in quanto il ghiaccio oppure il fango impediscono la ciclabilità. Per contro in estate i versanti a nord sono più freschi di quelli esposti a sud.


Inverno. La bicicletta da montagna nella stagione invernale viene impiegata principalmente a basse quote. Il terreno gelato facilita la progressione fornendo ottima aderenza e uniformità di pedalata. La vera insidia in questa stagione è il ghiaccio, che si incontra facilmente nei luoghi dove scorre un ruscello o sgorga una sorgente. E' necessaria molta attenzione nell'affrontare i tratti ghiacciati in quanto si è solitamente abituati ad appoggiare i piedi per terra in caso di difficoltà, ma questo sul ghiaccio non è possibile: una qualunque perdita di equilibrio o sbilanciamento può comportare rovinose cadute. In presenza di tratti ghiacciati non conviene rischiare di affrontarli in sella ma è preferibile scendere e, caricata la bicicletta a spalle, aggirarli se possibile oppure oltrepassarli nel punto più pianeggiante. L'attenzione deve poi essere massima quando in inverno si pedala in mezzo alle foglie dopo giornate di vento in quanto esse possono nascondere veri e propri trabocchetti formati da placche di ghiaccio. Nel caso di nevicate la bicicletta da montagna può diventare un divertente mezzo per scivolare sulla neve ma altrettanto rischioso. In salita, su nevi dure ma non gelate, è garantita una buona aderenza, anche se deve essere adottata una precisa distribuzione dei pesi. Su nevi compatte, gelate o crostose non è invece possibile pedalare in quanto la bicicletta slitta o sprofonda. Per quanto riguarda la discesa sono di gran lunga preferibili le nevi in cui si sprofonda in quanto contribuiscono a frenare il mezzo, ma anche la neve compatta, e non su ghiaccio l'efficienza dei freni con i nuovi gruppi frenanti a disco è più elevata e la frenata risulta più sicura a dispetto di qualche tempo fa quando esistevano i pattini che scorrendo su cerchione bagnato che oltre a usurarsi in tempi brevissimi altrettanto brevemente non frenavano più con le conseguenze che in discesa si possono immaginare. Nelle discese in neve profonda si deve solo fare molta attenzione ad eventuali ostacoli nascosti dalla coltre nevosa, come rami, pietre o buche. Nella stagione invernale è necessario poi tener conto delle limitate ore di luce a disposizione e pertanto concentrare le brevi uscite nelle ore centrali di luce che sono anche le meno fredde.
Primavera. E’ la stagione ideale per muoversi con la bicicletta da montagna su tutti i percorsi di fondovalle che si snodano tra i . boschi in fiore ed i prati verdi. Con l'avanzare della stagione si possono percorrere i sentieri a quote più elevate, anche se le piogge o il disgelo, man mano che ci si allontana dal fondovalle, possono rendere alcuni tratti fangosi e non ciclabili. Si tratta infatti della stagione più piovosa, caratterizzata da improvvisi acquazzoni. I passaggi ai bordi dei sentieri di terra battuta vanno evitati in quanto il terreno può essere poco consistente e quindi soggetto a pericolosi quanto improvvisi smottamenti. Nella stagione primaverile deve essere evitato il più possibile di uscire dai sentieri o percorrere tratti nei boschi in quanta l'ecosistema è estremamente delicato e si possono causare danni anche notevoli.
Estate. Il periodo estivo è sicuramente la stagione della bicicletta da montagna per eccellenza, in quanto tutti i sentieri diventano percorribili, anche quelli in quota che anzi presentano ora le caratteristiche più favorevoli. Giornate calde e lunghe, terreno in condizioni ottimali, soprattutto nel mese di luglio prima dei temporali estivi di agosto, sono l’ideale per escursioni e gite al di sopra dei duemila metri. Se si pedala lontano dai luoghi abitati devono essere prese tutte le precauzioni per poter affrontare noie di carattere meccanico, fisico oppure meteorologico. Per pedalare in quota è necessario un periodo di adattamento in quanta il corpo deve abituarsi all'aria più rarefatta, soprattutto per far fronte a grossi sforzi. E’ quindi consigliabile dosare le forze e cominciare con escursioni brevi e poco faticose. Nel periodo estivo gli itinerari alle quote più basse sono da tralasciare sia per il caldo afoso che rende insopportabile il nostro cammino, se non alle prime ore del giorno o della sera, che per la vegetazione rigogliosa e gli arbusti che ostacolano non poco la marcia impigliandosi nel cambio, nei raggi ed impedendo una buona visuale del terreno. Un'avvertenza: l'estate è il periodo della raccolta del fieno ed è quindi assolutamente vietato attraversare i prati per non comprometterla, ma soprattutto è meglio evitare di attraversare campi coltivati in genere, e se non ne possiamo fare a meno cerchiamo di camminare possibilmente con la bicicletta al fianco sul bordo del campo (altra nota per un buon comportamento).
Autunno. E’ questa la stagione che offre gli scenari più suggestivi in quota e che regala magiche atmosfere nel fondovalle. In montagna l'autunno coincide con il ritorno alla tranquillità nelle limpide giornate autunnali; nelle ore più calde, si possono vivere le più belle emozioni su itinerari a quota medio-alta. Le praterie si tingono di giallo e le cime delle alpi si ricoprono della prima neve. La luce del tramonto concede momenti magici per i contrasti esaltati dalla luce radente. L'insidia in questa stagione è costituita dall'erba secca che diventa molto scivolosa e pertanto è buona norma non abbandonare mai il sentiero. Man mano che si perde quota si entra dapprima nei boschi di larici e più in basso di latifoglie il cui fogliame ricopre il terreno: anche qui i colori sono splendidi e le atmosfere uniche. Le foglie costituiscono al tempo stesso un divertimento ed una insidia in quanto pedalare in mezzo ad esse è un piacere, il loro sollevarsi ricorda gli spruzzi della neve al passaggio dello sciatore ma esse nascondono molto insidie come pietre, rami e altri ostacoli. La prudenza è dunque più che mai necessaria quando si affrontano tratti coperti interamente da foglie, frenando il nostro'entusiasmo per non incappare in spiacevoli cadute.