La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta
Viaggio tra le Valli Curone, Ossona e Grue

La Val Curone, terra di transito e via di comunicazione privilegiata tra le prime balze dell'Appennino Tortonese e l'entroterra ligure, sul percorso della via del sale, vanta la presenza di svariati insediamenti di antica origine, tra i quali il sito di Guardamonte, primitivo ricetto di stirpi liguri che, scampate in questa parte dell'entroterra appenninico in cerca di rifugio sicuro, a seguito delle frequenti scorribande dei Saraceni, vi fondarono i primi centri abitati. A conferma della sua posizione strategica, sulle alture più panoramiche e sui punti nevralgici di passaggio, l'uomo ha lasciato nel tempo le proprie tracce, disseminando la Val Curone di torri, castelli e insediamenti fortificati, che rivelano ancora oggi, al viaggiatore che la percorre, la chiara impronta originaria medioevale. Tra le roccaforti e i castelli più suggestivi, (oggi adibiti a residenze private), citiamo il Castello dei Malaspina a Pozzol Groppo, il castello Bruzzo di Brignano Frascata e i resti di antiche torri e imponenti cinte murarie dei manieri risalenti al Duecento di Denice e Montacuto. La chiara e suggestiva impronta medioevale che percorre l'intera valle si manifesta, sotto il profilo artistico, nei numerosi esempi di architettura romanica, riconoscibile in maniera inconfondibile nelle diverse pievi site in bassa valle, nei Comuni di Volpedo (Pieve di San Pietro), Viguzzolo (Pieve di Santa Maria) e Fabbrica Curone (Pieve di Santa Maria Assunta), primi luoghi di culto edificati a servizio delle originarie comunità cristiane di fedeli e, oggi, proposti nell'ambito di un interessante itinerario storico-culturale, tracciato alle porte della valle. Gli edifici di culto, risalenti all'XI e XII secolo, sebbene riportino evidenti i segni dei successivi interventi di restauro, testimoniano la loro antica origine, in quanto caratterizzati, secondo i canoni stilistici del Romanico, dal recupero strutturale di elementi tipici dell'edilizia romana (archi e volte a crociera) e dall'impiego di materiali costruttivi poveri originari del luogo.
La Val Grue si spiega tra morbide colline fitte di vigneti, che lasciano scorgere qua e là, piccole borgate di antica tradizione rurale, immerse nei colori cangianti dei campi che le circondano. Del resto, la naturale vocazione agricola del territorio è evidente ad ogni passo e si manifesta nell'evolversi armonico del paesaggio e nella struttura dei piccoli insediamenti che, in questo, si inseriscono. Nella parte più alta della Valle e, soprattutto, nell'abitato di Garbagna, evidenti si percepiscono i segni delle passate dominazioni genovesi: l'architettura del centro storico, con nobili palazzi affacciati su viuzze strette e tortuose, ricorda la presenza dei Fieschi e dei Doria, dei quali il territorio fu feudo. L'influsso ligure si ritrova anche negli affreschi e nelle sculture lignee che nobilitano le chiese e i palazzi della Valle, opera di artisti genovesi come il pittore Giovanni Andrea Carlone (un suo affresco seicentesco è conservato nella Chiesa di san Rocco a Garbagna) e Antonio Maria Maragliano (statue lignee attribuite all'artista, attivo negli anni a cavallo tra '600 e '700, sono ospitate nella Chiesa di San Giovanni Battista a Garbagna). I luoghi di culto dell'Alta Val Grue ospitano anche, tra il XVI e il XVII secolo, tele del pittore piemontese Guglielmo Caccia, detto "Il Moncalvo".
In un fitto reticolo di strade tranquille, immerse nel verde, La Valle Ossona è estesa su un'ampia fascia collinare, i cui rilievi moderati si aprono in improvvisi scorci di rara suggestione. Ideali per lunghe passeggiate in bicicletta, le pendenze piacevolmente varie si accentuano con decisione a monte di Castellania, in ascesa al rilievo fortificato che ospita le medievali Torri di Sant'Alosio e i resti di un'antica imponente cinta muraria. Il panorama apprezzabile da questa terrazza modellata dall'uomo giustifica pienamente la funzione che essa assunse in epoca storica e ne fa, oggi, una meta apprezzata di piacevoli escursioni. Immerse in un contesto di straordinaria bellezza, le strade della Valle Ossona rimangono, tuttavia, nella memoria di tutti come "Le strade di Fausto e Serse Coppi" e proprio questa è la segnaletica che accompagna gli sportivi di tutta Italia lungo gli itinerari che la percorrono. Numerosi sono, poi, i luoghi che permettono di rivivere il mito del "Campionissimo" e di emularlo, in un’emozionante sfida nel tempo, sulle strade che hanno visto crescere il suo talento.

Incuneato tra Lombardia e Liguria, il territorio si trova nel sud-est della regione Piemonte, in provincia di Alessandria.
Facilmente raggiungibile dall’autostrada A7- uscite consigliate Tortona e Castelnuovo Scrivia-, questa terra ama sedurre con itinerari da scoprire, più o meno conosciuti. Le sue potenzialità sono nell’aggregazione di realtà spaziali minori: ognuna con la propria individualità paesaggistica, il proprio potenziale economico, la propria fisionomia sociale.
La Comunità Montana Valli Curone, Grue e Ossona è situata in un ambiente collinare che non ha eguali, naturalmente votato ad un’agricoltura viticola, che offre la materia prima per grandi vini bianchi e rossi, e frutticola.
Contraddistinte da una sostanziale disomogeneità di storia, tradizioni e cultura, le tre vallate insieme costituiscono un mosaico organico, omogeneo. I paesaggi montani si stemperano in quelli collinari: la valle del Curone con il suo morbido profilo appenninico fa da proscenio alla valle del Grue con le sue groppe collinari, che si confondono con quelle a destra dello Scrivia, mentre pulite geometrie di vigneti arabescano le colline del Curone, del Grue e dell’Ossona ed ordinate colture di ortaggi e frutta sono disseminate nella bassa valle curonese.
Salendo verso la testata delle valli, le colline diventano più ripide e ai campi coltivati si sostituiscono boschi di rovere e castagno, ove grazie ad un particolare microclima il terreno è ideale per la crescita dei funghi porcini e, soprattutto, dei tartufi bianchi e neri, vera ricchezza di questo territorio.
Le Valli si chiudono con il massiccio del Monte Giarolo (m. 1473 ), simbolo naturale di questa parte della catena appenninica, attraversata dall’antica Via del Sale che scende fino al mare, in un contesto quasi interamente incontaminato.
Le montagne, la grande disponibilità di acqua e di foraggio hanno inoltre da sempre incentivato la vocazione dei valligiani all’allevamento di bovini, ovini e suini, praticato ancor oggi secondo antiche tradizioni, nel rispetto assoluto della natura e degli equilibri da questa dettati.
Il rilancio della produzione del formaggio di Montèbore, un antico e pregiato formaggio dalla storia millenaria, vero esempio di archeologia gastronomica ora divenuto presidio slow food, è proprio uno dei punti di forza da cui è iniziato il grande progetto di rilancio del comparto zootecnico e caseario di queste valli.
Boschi, pianure, colline, vigneti e frutteti sono anche la suggestiva cornice di una zona ricca di emergenze storico- artistiche.
Passaggio obbligato lungo la Via del Sale e delle sue diramazioni secondarie, nel corso dei secoli i territori di queste tre vallate furono infatti presidiati da castelli, borghi fortificati, ma anche punteggiati da pieve romaniche, cappelle viali, santuari, ospizi e conventi.
Anche dal punto di vista storico-culturale, le Valli possono vantare risorse di raro pregio, alimentate dalla presenza nei secoli di personaggi illustri e di artisti famosi in tutto il mondo che hanno portato il nome di questo angolo di Piemonte in tutto il mondo.
Importanti scavi archeologici sono stati compiuti in Val Curone, nella località Guardamonte di Gremiasco (sito d’interesse anche paleontologico) e nei Comuni di Brignano Frascata e Momperone.
Venire in questo territorio non significa solo visitare interessanti beni storico-artistici, ma anche percorrere le strade un tempo battute da Fausto Coppi, il mitico Campionissimo, poterne visitare la casa-museo, il centro di documentazione e il mausoleo a Castellania, suo paese natale, nonchè pranzare nel Ristorante a lui dedicato, "Il Grande Airone".
Pregare nel Santuario della Fogliata a Casalnoceto, ricordando Don Orione, il Santo di fama mondiale, che nativo della vicina Pontecurone, fece restaurare e ristrutturare questo tempio dedicato alla Vergine, in segno di riconoscenza per avergli concesso di concretizzare la sua vocazione al sacerdozio.
Concedersi una pausa rigenerante camminando nelle stradine del borgo di Volpedo, ammirando Piazza Quarto Stato e i paesaggi collinari, che dipinti dall’artista Giuseppe Pellizza, suo illustre figlio, sono ora conosciuti in tutto il mondo.
Passeggiare per gli stretti vicoli del borgo medievale di San Sebastiano, alla scoperta dei luoghi natii di Felice Giani, pittore tra i più importanti del neoclassicismo italiano dopo il Canova. Nel 1997 all'artista èstato dedicato un bassorilievo collocato nella piazza di San Sebastiano Curone.
Ammirare castelli medievali e resti d’insediamenti fortificati che caratterizzano un po’ tutto il territorio montano, basti citare, a titolo d’esempio, Pozzol Groppo, Brignano Frascata, Montacuto, Dernice, Montemarzino, Fabbrica Curone, San Sebastiano Curone e Gremiasco (dove il castello del XII secolo è attualmente un’abitazione privata) in Val Curone e Sant’Alosio in alta Valle Ossona.
Un’interessante Pieve di origine romanica si trova nel centro di Fabbrica Curone, mentre la Chiesa Parrocchiale di Gremiasco conserva ancora l’abside romanico dell’antico edificio di culto, disposto trasversalmente a quello attuale, restaurato nel 1996 ed ora adibito alla custodia del SS. Sacramento.
E perchè non riscoprire il mito di una gastronomia dagli antichi sapori, accompagnata da ottimi vini, di cui la zona è grande produttrice?
Qui regna incontrastata una cucina di frontiera, al pari del dialetto, degli usi e dei costumi, - come dimostrano i musei etnografici del comprensorio-, ma profondamente integrata con le risorse alimentari del posto.
La storia delle tradizioni culinarie di questo territorio è strettamente collegata a quelle della Liguria, dell’Emilia e della Lombardia, a dimostrazione di come all’origine di una cultura, in questo caso gastronomica, ci sia sempre lo scambio di prodotti, l’incontro e la mobilità di genti e di come nel corso dei secoli sia stata proprio la cucina ad aver dato un grande apporto al commercio locale, favorendo la circolazione e gli scambi di idee e conoscenze, di materie prime locali e di altre introdotte.