Il percorso è in aggiornamento. Per ora si possono visualizzare le tracce sulla mappa digitale.
A presto i dati, video e foto.
La vita di Dante è sempre stata avvolta nel mistero. Sappiamo però dell’amicizia con la famiglia Malaspina condivisa ma anche per la grande cultura che Dante possedeva e che affascinò Franceschino di Mulazzo, il suo grande protettore. Franceschino era figlio di Moroello II (Marchese di Mulazzo e Val Trebbia il cui padre era Corrado l’antico che il sommo poeta beneficiò citandolo nei canto VIII del Purgatorio.
Nel 1310 scese in Italia l’Imperatore Arrigo VII (Enrico) di Lussemburgo e cogliendo l’occasione volle andare a omaggiarlo a Milano. Anzi, la sua visita fu anticipata da una sua lettera piena di ottimismo indirizzata ai governanti e al popolo di Firenze.
LEGGI DI PIÙ
Ma quale percorso fece per arrivare a Milano? Dando per scontato che parti dalla Lunigiana il percorso logico sarebbe stato di indirizzarsi verso Genova e proseguire per Milano utilizzando la grande via commerciale chiamata “Via di Lombardia” che univa i due luoghi, ma non poté farlo in quanto nel 1308 Dante maltrattò i Genovesi e i Doria tanto da citarli nel cantico dell’Inferno con dure invettive.’ Quindi dovette optare di percorrere un difficoltoso percorso appenninico protetto dai Malaspina. Partendo da Chiavari si spostò verso il Passo del Portello (allora chiamato Bocca di Corsica) e giunse a Siestri dove esiste ancora la “Casa di Dante”. Passando per Torriglia prese la Via di Val Trebbia, passando per Montebruno, Rovegno, Gorreto, il Castello di Croce e Ponte Organasco dove si trovava il ponte che immetteva la via verso il Passo del Brallo passando a fianco del Torrente Avagnone e Someglio dove i Malaspina fecero costruire l’antica chiesa. Raggiunto il Passo del Brallo si passava dal Castello di Pregola per giungere a Varzi. Il castello Oramala era il punto di incontro dei trovatori e quindi Dante era il sommo benvenuto. Passando per la valle Staffora seguendo i vari castelli dei Malaspina giunse a Pavia e Milano.
Il percorso è stato costruito seguendo le strade indicate nella mappa dei Feudi di Borgonio del 1683 rifatta nel 1772