Il percorso è in aggiornamento. Per ora si possono visualizzare le tracce sulla mappa digitale.
A presto i dati, video e foto.
Se dovessimo guardare sulla mappa tutte “le vie del sale” ci accorgeremo che dalla pianura corrono lungo le valli che vanno ad intersecarsi sull’appennino ligure e da qui si portavano verso i porti liguri. Verso Genova per un lungo periodo quasi tutte queste vie convergevano verso le Valli Polcevera e Bisagno.
La denominazione di “via del sale” è sicuramente una denominazione che vuole unire con lo stesso nome gli antichi percorsi del commercio che mettevano in comunicazione il mar Ligure con la pianura Padana. Le stesse vie prendevano però anche altri nomi legate ai prodotti e merci che provenivano dalle diverse. Ma è il sale, infatti, per le sue proprietà alimentari e di conservazione dei cibi, la più preziosa e tassata delle merci trasportate, che merita senza dubbio il primo posto dando il nome alla maggior parte delle vie. La nostra strada era, tra tutte, una delle più importanti e venne chiamata via del Sale Lombarda per ricordare che la via era una via commerciale, la via dell’Antola per ricordare che era una via di crinale, la via per l’Abbazia di Patrania per ricordare del significato religioso e la via dei Malaspina per ricordare l’importanza della famiglia e perchè veniva usata come via sicura, in una parte del nostro tracciato, per i Malaspina per riportare a Pavia il Barbarossa. Insomma una via che sicuramente veniva indicata come importante. Senza dubbio un antico crocevia di strade considerando anche la via di Val Trebbia che a “Patrania” si incrociava con il percorso. Guardando il tracciato, ci si accorge di una via retta che arriva all’appennino ligure, l’unica deviazione è verso Genova, ma le varianti proseguono verso i porti che, nel corso dei secoli, son diventati alternative a Genova. Vie più corte che facevano risparmiare parecchio tempo. Il tempo diventava sempre più importante per aumentare i viaggi e, i commerci e quindi gli introiti in denari e beni di prima necessità.
Se guardiamo la via ci rendiamo conto che è la via dritta che unisce Pavia, in pianura, ai gioghi appenninici ed apre ad una attento e approfondito studio sulla importanza della storia della Valle Staffora, troppo spesso relegata a qualche accenno nelle grandi vicende, ma che ci ha invece regalato non solo tanti ed importanti momenti di storia.
Storia della Via
Alla caduta dell’impero romano le popolazioni, eredi degli antichi liguri, dimostrarono la loro propensione ad essere popoli duri e resistenti. Così accadde in quasi tutto il tratto collinare ed appenninico che volge verso la Liguria, tanto che i Romani cercarono, dopo violente battaglie costituite nella maggior parte, da ristrette e difficili ricerche nei boschi e sulle montagne che permettevano ai Liguri, che conoscevano al territorio di spuntarla e di rendere difficile la via alle truppe romane. Con l’arrivo dei barbari la cosa si ripeteva, durò per molto tempo ma poi dovettero cedere alla aggressività dei guerrieri barbari. Nel 641 il Re Longobardo Rotari scese da Pavia scese verso la Liguria. Con i Longobardi e il Barbarossa si fondarono i Feudi Imperiali ed i Malaspina ebbero una parte importante delle valli dalla Valle Curone-Staffora fino alla Lunigiana. Soprattutto la Valle Staffora con i Malaspina ebbe lunga vita. I loro castelli dominavano la via. Con la crescente importanza di Genova e il suo porto, i mercati del Nord si orientavano sempre di più verso la città ligure tralasciando i commerci verso Venezia. Il porto permetteva l’arrivo di tante merci dai porti più lontani quindi si crearono strade che collegavano i mercati di Milano e Pavia. Sembra che la via attraversava si la Valle Staffora ma piegava verso Fabbrica, Rocchetta, la Val Sisola, Crocefieschi, Campomorone e Genova, via che venne chiamata della Salata o dei Feudi Imperiali, che permetteva di aggirare e diminuire il più possibile il passaggio tra i feudi con il conseguente pagamento di pedaggi. La via si univa a quella che proveniva dal tortonese. Poi venne invece l’avvento di questa via facilitata dai possibili dei Malaspina con i Fieschi. Raggiunta Varzi si inseriva nella Alta Valle Staffora sempre sotto la protezione dei Malaspina e transitava a San Boneto (Samboneto) e Casale luogo di transito sulla via dei monti. Una collocazione modesta lungo la importante via commerciale. Ora la via che conosciamo transita da Varzi sul crinale, ma dobbiamo fare sempre i conti con i luoghi di transito e ristori: senza di quelli la percorrenza era difficile se non impossibile. La via risaliva bruscamente verso le odierne Capanne di Cosola luogo di incrocio con la vie che provenivano dalla Val Borbera e di collegamento con la Val Boreca e i paesi di Ponte Organasco e Ottone che raccoglieva una parte del transito proveniente dalla Val Trebbia e dalla Val Tidone. Il crinale verso un’altro luogo di valcio e sosta, le Capanne di Carrega porta di facile transito verso il Monte Antola e Torriglia, luogo di incrocio tra le Valli Scrivia e Valle Trebbia. Da qui si aprirono nel tempo le vie verso Genova, Chiavari ma anche verso la importante Abbazia di San Fruttuoso.
Pavia e i commerci
Pavia aveva la necessità di crearsi una via privilegiata verso Genova. Vi erano accordi anche tra Pavia ed i Malaspina per il transito in Valle Staffora e Trebbia. Uno di questi avveniva nel 1276 tra Morello ed i Consoli dei mercanti di Pavia. Poi si allargò lungo la via per Genova e questo nacque con la obbligatorietà di transito lungo questa via e il trattato del 1284 stipulato tra Genova e i Malaspina che regolava il transito delle persone e delle merci, e la garanzia della sicurezza dei viaggiatori “,,, salutare et custodire et salvari et custodiri fecere per terram praedictorum marchionum et jurisdictionem isorum per ipsam stratam vallis Statole et vallis Trebie…. ” , ma anche il pagamento delle gabelle “…. et possint collegere ad pontem ad pontem Ticinii vel alibi ubi eis magisplacuerit in terra Papie tantum pedagium quantum colligunt ed colligere debent in burgo Varcii a praedictis mercatoribus Papie…”. A Pavia si lavoravano lane, fustagni, pelli, cuoio, tele di lino e canapa materie che comperavano a Genova provenienti, con le navi, dai mercati di Sicilia o dalle Baleari ma anche da luoghi molto lontani. La Valle Staffora era terra di allevamenti di ovini da qui la produzione di lana. Abbiamo ancora qui la produzione del lino materia prima per la industria pavese e della “rosia” specie di erba dalla quale si ricavava una tintura nera usata per i panni. In alta Valle Staffora era fiorente la fabbricazione di coltelli, armi e scudi utili per gli scambi ma anche per la difesa personale dei mercanti. Come succede sempre le vie mercantili cambiarono con il cambiare della situazione non solo politica ma anche con l’avvento di nuove strade, nuovi accordi, La industrializzazione pian piano si faceva largo e questo costringeva a nuove strade carrettabili e ferrovie. La Valle Staffora tornò una via di traffico locale, soprattutto mulattiero, traffico di molto ridotto da Varzi verso i monti ed i gioghi appenninici. Via che durò fino a non pochi anni addietro.
Pavia (Basilica San Pietro in Ciel d’Oro), Pavia (Borgo Ticino), San Martino Siccomario, Cava Manara, ponte sul fiume Po, Bastida Pancarana, Pancarana, Cervesina
Castellaro, Rifugio Piano della Mora, Monte Boglelio, Monte Bagnolo, Colle della Seppa, Monte Garavé, Passo della Mula, Monte Chiappo, Capanne di Cosola
DISLIVELLO Salita 1295 metri
Discesa 545 metri
DISTANZA TRK 14,5 km
MTB 18,3 km
TEMPI TRK 5h 30′
MTB 4h
TAPPA
6
MTB|TRK
VIDEO
LUOGHI
Capanne di Cosola, Monte Cavalmurone, pendici del monte Legnà, Passo del Legnà, Poggio Rondino, Monte Carmo, Capanne di Carrega
DISLIVELLO Salita 595 metri
Discesa 724 metri
DISTANZA TRK 10,1 km
MTB 10,5 km
TEMPI TRK 3h 30′
MTB 2h
TAPPA
7
MTB|TRK
VIDEO
LUOGHI
Capanne di Carrega, Pian dell’Aia, Monte delle Tre Croci, Passo Tre Croci, Monte Antola, Rifugio Parco Antola
DISLIVELLO Salita 389 metri
Discesa 300 metri
DISTANZA TRK 6,9 km
MTB 6,9 km
TEMPI TRK 2h 30′
MTB 2h
TAPPA
8
MTB|TRK
VIDEO
LUOGHI
Rifugio Parco Antola, Colletta delle Cianazze, Casa del Piccetto, Passo del Colletto, pendici Monte Prelà, Passo dei Colletti, Donetta
DISLIVELLO Salita 191 metri
Discesa 650 metri
DISTANZA TRK 5,9 km
MTB 5,9 km
TEMPI TRK 2h
MTB 1h
TAPPA
9
MTB|TRK
VIDEO
LUOGHI
Donetta, Cappella della Costa, Colle Nord Monte Lavagnola, Valico di Monte Lavagnola, Colle della Casa, Colla dei Rossi
DISLIVELLO Salita 374 metri
Discesa 530 metri
DISTANZA TRK 5,9 km
MTB 5,9 km
TEMPI TRK 2h 45′
MTB 1h 30′
TAPPA
10
MTB|TRK
VIDEO
LUOGHI
Colla dei Rossi, Colletta di Boasi, Colla di Mea, Sant’Alberto