ZONE | Valli Curone, Grue e Ossona

Dalla balconata erbosa del Monte Giarolo, ci si ferma ad osservare l’orizzonte. Lo sguardo coglie l’acrobatica corsa di un daino che, dominando la sagoma del crinale, scende e scompare nel bosco di faggi. Un digradare armonioso e impercettibile. Ecco ciò che rende davvero particolari le valli Curone, Grue e Ossona: paesaggi collinari, montani e variegati sfondi a un’altitudine non alpina, ma appagante. Sono rilievi che vanno gustati in ogni loro particolare, come un buon bicchiere di Timorasso. Il Monferrato è già distante, e non è ancora Liguria: ci troviamo in un lembo defilato del Piemonte, un incantevole catino montano immerso in un’area confinante con la Pianura Padana da un lato e con l’Appennino Ligure dall’altro.

La Val Curone fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro Province (Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Dalla sommità dei rilievi montuosi, che giungono fino ai 1700 metri del Monte Ebro e del vicino Monte Chiappo, si apre una mirabile visuale verso nord e ovest sulla pianura, passando attraverso Milano fino all’arco alpino con i profili del Monviso, del Cervino e del Rosa. Nelle altre direzioni ti trovi di fronte il mare, quasi irriconoscibile: una tavola luminosa che non ti aspetti e che riflette una luce diversa al trascorrere del giorno. Gli amanti della mountain bike, come gli escursionisti a piedi, trovano qui un terreno da esplorare quanto mai avvincente. Sinuosi spazi intercalati a faggete e larici che degradano verso castagni e pini neri, tratti di paesaggio che sembrano accennare all’arido Southwest americano, improvvise pareti verticali di arenarie, dove depositano resti fossili di organismi marini che raccontano integri una lunga storia di milioni di anni.

Alcuni itinerari ripercorrono le tracce degli antichi mulattieri che transitavano lungo una delle vie del sale che dalla Riviera valicavano l’Appennino per giungere alla Pianura Padana, accompagnati da viandanti, pellegrini e da lunghe carovane di muli: trasportavano, in tutte le stagioni dell’anno, sale, pesci essiccati, olio, cereali. Con questa agevole guida e le puntuali mappe, vi invitiamo a riscoprire piccoli paesi rurali, pievi, castelli e ristoranti a conduzione famigliare dove poter assaporare piatti tradizionali nati da secolari scambi culturali tra le valli limitrofe. Soprattutto non mancano scorci inediti, caratterizzati da un’ampia varietà di ambienti facilmente raggiungibili, ma beatamente silenziosi, peculiarità essenziali e sempre più ricercate dai cultori di un mondo escursionistico finalizzato al divertimento personale, alla tutela della natura, alla valorizzazione del territorio e, non ultimo, al benessere fisico e mentale.

La bassa valle Curone

Partendo dal fondo valle c’è Pontecurone. È il paese natale di San Luigi Orione, che si trova sepolto nel Santuario della Madonna della Guardia a Tortona. Istituì la fondazione “Piccola Opera della Provvidenza”, che si diffuse in Italia e in molti altri stati. Del paese si può citare la Torre Civica e la Pieve di Santa Maria Assunta, costruita sui resti di un’antica pieve romanica. Il nome deriva dal latino pons Coronis o pontis Coronis, con riferimento evidente al ponte sul torrente Curone. Il primo nucleo abitato di Pontecurone si può dare per certo già in epoca augustea con il rifiorire della Via Postumia (che collegava Piacenza a Genova passando per Voghera, Tortona e Libarna nelle vicinanze dell’importantissimo guado sul Curone) grazie al ritrovamento di numerose monete di quell’epoca. Compare in epoca longobarda fra i possedimenti dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio. Nel 962 Ottone I donò al monastero pavese di San Pietro in Ciel d’Oro alcuni possedimenti, tra i quali anche la località Ponte Coironum: è questa la prima testimonianza scritta dell’esistenza di Pontecurone.Sulla strada che collega Rivanazzano Terme a Tortona incontriamo Casalnoceto, con la caratteristica Chiesa di San Rocco e l’ex monastero della Carmelitane Scalze, ora Palazzo Vaccari. In frazione Rosano troviamo la chiesa di Santa Maria, tomba del condottiero Ambrogio, affiancata dal Palazzo Spinola. Posta in un luogo incantevole, in vista dell’abitato di Volpedo, troviamo la piccola chiesa della Madonna della Fogliata. Castellar Guidobono è un piccolo paese che ha in Villa Montebruno la sua particolarità; un tempo non lontano qui c’era una discoteca, assai frequentata. Addentrandoci nella valle, raggiungiamo Volpeglino. Una breve passeggiata ci porta a scoprire le vie del paese, la parrocchiale e quello che un tempo era il castello, oggi abitazione privata. Proseguendo verso l’interno si arriva a Berzano di Tortona: poche case che, con le altre frazioni, compongono il comune. A parte il privato Palazzo Busseti Boniforte di Cortemagno, siamo immersi nei vigneti che, risalendo la strada, compongono meravigliosi panorami. Ritornando in valle, si arriva a Volpedo, uno dei paesi più importanti di questa zona. Se si entra nel centro storico, diventa facile comprendere perché Volpedo sia stata inserita nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”. Pesche e fragole colorano le colline, ma il centro storico trasuda storia e cultura, con la bella chiesa parrocchiale, l’antica pieve romanica di San Pietro e il Palazzo Guidobono Cavalchini Malaspina Penati; ma, soprattutto, si respira tutto di Giuseppe Pellizza da Volepdo, famoso soprattutto per essere l’autore del “Quarto Stato” (meglio descritto nel capitolo “Da Ricordare”): dalla casa natale all’attiguo studio-museo. Passeggiando in paese, si notano le riproduzioni delle opere dell’artista, i luoghi che lo hanno ispirato. Al fianco del paese, separato dal ponte sul torrente Curone, troviamo Monleale, suddiviso in due parti: bassa e alta. La storia dei due paesi e dalla loro “rivalità” è ben descritta nel capitolo “Da Ricordare”. Spostandoci sulle colline o passando dal fondo valle, raggiungiamo Montemarzino. In centro paese troviamo la chiesa di San Giovanni Battista, in posizione panoramica; sulla collinetta che sovrasta il paese si trovano anche i ruderi del castello. Belle sono le piccole frazioni di Scrimignano, Segagliate, Zebedassi, posizionato sulla sponda opposta della valle, ma soprattutto Reguardia, dove troviamo, sulla strada per Montemarzino, il piccolo oratorio di San Giuseppe e l’olmo secolare. Se dal fondo valle passiamo sulla sponda opposta, troviamo Momperone dove, in passato, c’erano un castello e antiche costruzioni, che oggi non esistono più; ma, in località Mulino, si trova l’antico e ancora funzionate mulino della Valle Curone. Sul crinale che conduce in Valle Staffora, raggiungiamo Pozzol Groppo, comune sparso tra le tante frazioni, la cui popolarità è legata all’imponente Castello. Compare con il nome Puzolum nel 1176 e come Pozolio de Gropo nel 1202. Il termine Groppo fa riferimento alla frazione di Biagasco, nota anche come Groppo. Di proprietà iniziale del comune di Tortona, passò già nel 1200 ai Malaspina. Il comune comprende molte frazioni ma ciò che più ci colpirà sarà sicuramente il Castello di Pozzolgroppo. Appartenente inizialmente al comune di Tortona, passò già nel 1200 ai Malaspina e nel 1275 fu confermato sempre ai Malaspina del ramo di Olivola. Distrutto nel 1398 come quello di Godiasco, da parte dei vogheresi. Passato di mano dopo l’estinzione del ramo di Olivola a Camillo dei Malaspina di Cella. Venne poi la confisca per i delitti del quale si macchiò il marchese. Dopo un passaggio ai Rampini di Sant’Alosio fu venduto a Cesare Malaspina di Godiasco. Sorge sul luogo di una probabile torre romana, facente parte di un sistema di avvistamento che partiva dalla città di Tortona (l’antica Derthona) e giungeva alle vallate appenniniche. L’edificio è massiccio, sormontato da tre torri merlate, di cui solo la più alta è antica. All’interno si trovano vasti saloni, impreziositi da camini cinquecenteschi con le armi dei Malaspina, soffitti a cassettoni e pregevoli affreschi. Di proprietà privata. Tra le frazioni dobbiamo fare un salto a Biagasco, piccola frazione del comune di Pozzolgroppo. La Chiesa è antica, nominata per la prima volta in una lite tra essa e la Chiesa maggiore di Tortona. Per tradizione questa Chiesa era chiamata S.Maria di Piano del Groppo. Pregevole anche il sacrario, posto nelle vicinanze. Serra del Monte è un piccolo paese crocevia tra la Valle staffora e la Val Curone; al suo interno troviamo il piccolo oratorio. Se ritorniamo in valle, incontriamo Brignano-Frascata. Di antichissima origine, come dimostrato dai ritrovamenti nella vicina località Serra del Monte, più esattamente a Guardamonte. Il territorio comunale di Brignano-Frascata fu dato in feudo dal duca di Milano alla famiglia genovese degli Spinola (1375). Il luogo è importante perché, come vedremo, nei pressi di San Sebastiano Curone si trovava il confine tra il Ducato di Milano e il Feudo dei Doria. Lo possiamo vedere al bivio della Provinciale nei pressi di Selva. All’alba del 1º giugno 1478 Napoleone Spinola e Giovanni Antonio Spinola uccisero nel castello di Brignano il fratello Battista e i suoi tre figli maschi; una delle figlie nubili morì poco dopo per le ferite riportate. In seguito alla confisca dei beni degli assassini il feudo passò a Enrico Bigurra, genero di Battista, che però lo vendette nel 1485 a Cavalchino Guidobono per 13.500 lire imperiali. Dal 1685 al 1800 circa appartenne ai Ferrari di San Sebastiano. Fu istituito comune nel 1928 a seguito della fusione dei comuni di Brignano del Curone e Frascata. Da quella data e fino al 1947, il comune comprendeva anche il territorio di Momperone. Attraversando il paese troviamo il piccolo oratorio di San Giacomo e l’imponente castello Spinola. Nei pressi si trova il Castello di Cantacapra. Si sa molto poco del castello per cui, come sempre, ci si rivolge alle tradizione e alle leggende. La tradizione locale vuole che la scomparsa sia avvenuta a seguito di una enorme frana che lo distrusse (la leggenda riporta che con la scomparsa del castello, scomparvero anche tutti gli abitanti, come giusta punizione per la vita dissoluta che conducevano). Sulle mappe Igm vien indicato ma, sul posto, si possono individuare solo pochi sassi.

La alta val Curone

Provenienti dalla Bassa Val Curone, si arriva a San Sebastiano Curone, centro storico di comunicazione alla Alta Val Curone: le pendenze aumentano, il territorio cambia aspetto, i boschi indicano una natura più spontanea e meno lavorata, i paesini si immergono nel paesaggio, diventano tutt’uno con esso. Il territorio corre con le morbide colline, che si trasformano nelle vette arrotondate del Giarolo, l’Ebro e il Chiappo, montagne di tutto rispetto che, durante il cambio delle stagioni, si riempiono di mille colori. Da qui proseguono le Grandi Vie della Via del Mare e la Via del Sale, che si allungano verso i crinali delle Quattro Province per scendere verso il Mar Ligure. Abbiamo due crinali importanti: quello che parte dal Monte Giarolo e quello che parte dal Monte Boglelio, confinante con l’Oltrepò Pavese. Ambedue si uniscono al Monte Chiappo che, con Capanne di Cosola, compone uno dei centri di unione delle Quattro Province. Quando il turismo riscoprì queste valli, arrivarono anche le stazione sciistiche di Caldirola e di Pian Poggio, gli amanti del trekking e della “mtb”, ma anche i soli vacanzieri domenicali. Pionieri di questo incoraggiamento alla escursione furono 7 giovani che nel 1924 compirono la traversata in tre giorni da Tortona verso il mare. Ancora oggi si parla della Via del Mare; molti biker ne hanno tentato la attraversata fino a Portofino. Proseguendo sulla strada di fondo valle, arriviamo a San Sebastiano Curone posto alla confluenza tra il torrente Museglia e il Curone. Il paese è ricco di storia e di cultura medioevale, condivide l’importanza di queste valli con Varzi, per tante ragioni: si apre la via alla Alta Val Curone, il borgo da scoprire i vicoli e i portali, le antiche Vie del Sale insomma un concentrato di vita. Le chiese: due di queste, come a Varzi, vengono attribuite alla congregazione dei Rossi e dei Bianchi; il bel castello Visconteo, che custodisce le antiche memorie del pittore neoclassico Felice Giani; la piazzetta più alta, un piccolo concentrato di bellezze, la Casa del Principe, e la piazza più bassa dove si concentra un piccolo mondo tra palazzi in stile liberty, di assoluta bellezza, uno dei quali in stile veneziano. Il paese è vivo e lo dimostrano le attività culturali e di festa. Prima di inoltrarci in Val Curone, facciamo una breve divagazione lungo la Valle solcata dal torrente Museglia e arriviamo a Montacuto, sovrastata dai ruderi del castello. Da vedere anche la chiesa parrocchiale, posta nella ampia piazza, e la chiesa della Madonna dei Campi, sulla strada per Benegassi. Importanti sono anche le frazioni già nella parte alta della valle, poste ai piedi del Monte Giarolo; tra le più importanti citiamo Benegassi, Costa dei Ferrai, Giarolo, Gregassi, Poggio, restegassi, Serbaro e Solarolo. Si ritorna in Val Curone. A Gremiasco subito si notano le mura del Castello Malaspina, più in alto la chiesa con cappella e campanile di stile romanico. Ai piedi, il mulino perfettamente conservato. Il paese conta molte frazioni: Castagnola, Musigliano ma soprattutto Cà del Monte dove si trova il Castelliere di Guardamonte. Qui si viaggia con il parapendio e ci si arrampica, sopra le falesie di roccia arenaria, ma ci rilassa sulla zona prativa che sovrasta questo meraviglioso angolo panoramico. La zona di Guardamonte ci ricorda i numerosi ritrovamenti fossili di conchiglie e di capodogli, ma anche insediamenti riconducibili all’età del ferro. All’interno, tra i sentieri che portano a San Ponzo, si trovano i resti di un “castelliere” un villaggio fortificato. Siamo in fondo a Fabbrica Curone, porta di collegamento con la Valle Staffora. Da qui e dalle frazioni partono molti sentieri escursionistici ma è anche tappa della Via del Mare; da vedere la bella pieve romanica. Sono molte le frazioni che compongono la parte alta della valle, anch’esse ricche di storia, cultura; la vicina località Castello ci offre i resti di una torre; Pareto nella zona calanchiva posta sulla strada che porta a Varzi. A margine con la valle Staffora ma toccata dai nostri percorsi troviamo Cella di Varzi. Oltre al piccolo borgo troviamo  il Castello di Cella, attualmente ridotto allo stato di rudere, è un’antica rocca dei Malaspina, risalente al XIII Secolo, utilizzato come residenza dei feudatari locali fino almeno al XVII Secolo. Posizionato su un colle sovrastante l’abitato di Costiolo, di fronte a Cella di Varzi. Il personaggio più interessante legato a questa località, dal punto di vista storico, è senza dubbio Barnabò Malaspina. A causa di un tradimento subì morte violenta, a Voghera. Nel 1514 si attirò i malumori degli Sforza che regnavano in Oltrepò, così si rifugiò nel castello di Cella di Varzi, ma gli uomini di Massimiliano I lo catturarono. Barnabò venne steso su un’asse con mani e piedi legati a quattro cavalli che tiravano in direzioni differenti. I resti, sparsi nella piazza, vennero raccolti in un lenzuolo e consegnati alla famiglia. Nelle parte alta del paese troviamo il Tempio della Fraternità dei Popoli. Verremo colpiti da alcuni cimeli di guerra come, ad esempio, un aereo da combattimento. Avvicinandoci al Tempio, ci accorgiamo della quantità di mezzi corazzati che riempiono il piazzale adiacente, ai piedi della statua di Papa Giovanni XXIII, con la mano alzata, quasi a simboleggiare che la potenza del Santo abbia fermato lo sparare incessante di questi mezzi da guerra. Le domande che possiamo porci sulla utilità della guerra risalgono spontanee a mano a mano che entriamo nel Tempio, tutto arredato di cimeli di guerra, carri armati, cannoni, missili e altro ancora, a simboleggiare gli orrori ma anche il fatto che la chiesa può accogliere strumenti di morte all’interno di un luogo di vita e speranza. Questo è l’intendimento che don Adamo Accosa, cappellano militare, ha voluto dare a questo luogo, spintovi da Angelo Rocalli, quando ancora non era Papa Giovani XXIII, il quale inviò la prima pietra proveniente dall’altare della chiesa nei pressi di un paesino della Normandia, andata distrutta durante lo sbarco degli alleati. Non solo è arrivato materiale bellico, ma anche pietre di altre chiese: un esempio è costituito dalle pietre delle guglie e da parte del pavimento del Duomo di Milano, caduti o rovinati durante i bombardamenti. Oltre ad una moltitudine di oggetti come elmetti, divise, fucili, munizioni, quadri, fotografie, possiamo trovare alcuni oggetti particolari come la fonte battesimale costruita con un otturatore di un cannone da 305 della Andrea Doria, la famosa corazzata italiana, e, appesi al muro, un crocefisso e la immagine di Cristo costruiti con fucili, baionette e altri armi. Salendo, lungo la SP112, si incontrano le frazioni di Remeneglia, Selvapiana e Forotondo, ultimo paese. Con la SP100 si incontrano: Morigliassi, con il suo Museo contadino; Garadassi; e Caldirola, luogo dove è posizionata la seggiovia del Villaggio La Gioia: qui si scia e si pratica downhill, ma si può anche fare una passeggiata rilassante lungo il crinale che dal Monte Giarolo porta al Monte Chiappo. Da qui partono numerosi sentieri adatti sia per la mountain bike che per gli escursionisti a piedi. Dalla SP100 si dirama la SP113, e incontriamo i paesi di Montecapraro, Salogni e Bruggi con il suo visitabile Mulino Carlino. Da questa provinciale si stacca una strada che porta a Lunassi, paesino dove esiste ancora la Torre Malaspina; un luogo ricco di attività e di feste: lo dimostrano il Museo contadino e le sagre della Panissa e dell’Ortica. Borgo Adorno è una frazione di Cantalupo Ligure in alta Val Borbera. La notorietà del paese sta tutta nel Castello Spinola-Adorno. Nel basso medioevo era feudo della famiglia genovese degli Spinola fino al 1518, che costruirono nel 1100 il castello. Nel 1518 Tolomeo Spinola rimase senza eredi e passò in eredità all’amico Agostino Adorno, della famiglia genovese degli Adorno. Nel XVII secolo, il castello subì gravi danni in seguito a una frana e poco dopo venne costruito nelle forme signorili l’attuale castello e Palazzo Botta Adorno, tuttora di proprietà privata. Il castello ha un elegante portale in stile barocco e una cappella dedicata alla santa Caterina Fieschi Adorno, pronipote di papa Innocenzo IV e moglie di Giuliano Adorno, vissuta a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Pittoresco è il cortile usato come passaggio stradale.

La valle Scrivia

Per quanto ci riguarda tratteremo anche i paesi posti sulla SP 35 che corre al fianco de torrente Scrivia non che da il nome alla valle. Tratteremo solo la bassa valle ma non possiamo fare a meno di parlare anche della alta valle Scrivia. Tutta la valle è intrisa di storia romana e medievale. Stiamo parlando di una delle più importanti valli delle Quattro Province. Nasce dal Monte Prelà e si getta nel Fiume Po nei pressi di Castelnuovo Scrivia.  Lungo il Torrente Scrivia si è scritta una delle pagine più importanti di queste zone. I Romani la usarono per gli spostamenti militari con l’’apertura della Via Postumia. Ne abbiamo in Libarna uno dei centri romani più importanti del nord Italia. A Tortona vi era la deviazione più importante che portava le milizie verso est lungo la Pianura Padana e percorrere al fianco del Fiume Po la Via Emilia Lepidi, per poi raggiungere Acquileia. Ma Tortona è stata anche la via di svincolo della via ÆmiliaAemilia Scauri (poi Julia Augusta) che proveniva dalla Val Bormida e dalla romana Acqui Terme. Lungo questa direttrice però invece in epoca medievale si muovevano i mulattieri ed i commercianti che avevano in Genova il loro punto di riferimento. Nella valle Scrivia si svilupparono notevoli centri di strade provenienti da altre valli e conseguenti vie di comunicazione. Gli elementi  – strada, castello e borgo – che si ritrovano in tutti i centri più importanti della Valle Scrivia, rappresentano la sintesi del centro medievale di strada. I castelli della Valle Scrivia risultano essere sorti soprattutto in funzione del controllo degli itinerari più facili ed obbligati e in posizione dominante rispetto ad un villaggio quasi sempre preesistente e che già sfruttava possibilità commerciali offerte dal passaggio delle vie di comunicazione. Importante è l’isola di Precipiano (isola in quanto situata alla confluenza del Borbera nello Scrivia-oggi Villa Cauvin), sede di un castello e di un monastero. L’itinerario, per chi vuole iniziare un giro turistico, parte da alcuni paesi posizionati lungo il Torrente Scrivia. Castelnuovo Scrivia  è posta sulla sponda destra del Torrente Scrivia. La sua storia ha origine antiche di epoca romana: il paese è sorto per volontà degli Ostrogoti di Teodorico, ma le vicende più rilevanti risalgono al periodo medioevale, quando il borgo assume notevole importanza. Al centro c’è la piazza, con la Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, posta di fronte al Palazzo Pretorio (Castello dei Torriani e dei Bandello). Tortona è il centro più importante di queste zone. Ha origini antiche che risalgono al periodo romano: gli scavi archeologici di Libarna, nei pressi di Serravalle, lo testimoniano. Entrando nel centro storico della città, si assapora un’aria medioevale: palazzi, chiese e piazze compongono una città viva, dai mille colori. Si possono ammirare le numerose chiese, come la cattedrale di Santa Maria Assunta, posta nella Piazza del Duomo, la Chiesa di Santa Maria dei Canali, la più antica della città, la Chiesa di San Giacomo, di origini medioevali, l’imponente Basilica della Madonna della Guardia, voluta da San Luigi Orione (sepolto qui), con la statua della Madonna posta sul campanile, punto di riferimento non solo dei pellegrini, ma anche dai viaggiatori “autostradali”. I palazzi sono altrettanto importanti: il Palazzo Vescovile con il Museo Diocesano che, tra l’altro, conserva il Codice Purpureo di Sarezzano, Palazzo Guidobono, dimora signorile, la torre del Castello, unica superstite della fortezza che sovrastava la città. Le origini romane sono segnalate anche dalle antiche mura. Si prosegue e si incontra Villalvernia, paese che visse i suoi momenti più tragici durante la seconda Guerra Mondiale, allorché un pesante bombardamento vi portò morte e distruzione. Il borgo antico, posto nella parte alta del paese, conserva l’antica Parrocchiale situata sul Castello, che ospita la tomba del Tenente Generale Passalacqua, Marchese di Villavernia, insignito della medaglia d’Oro al valor militare. Cassano Spinola: come ci indica il nome del comune, il paese è stato residenza dalla nobile famiglia degli Spinola, di cui rimane testimonianza nel Palazzo Millelire, scelto in seguito all’abbandono del castello per una residenza più signorile. Il Palazzo della Guacciorna è dotata di una vasta estensione di terreno, anche questa di proprietà dalla casata genovese, venne acquistata da Claudio Spinola nel 1652 per il prezzo di 2535 scudi. Passò in seguito ai Marchesi De Maria di Genova e da questi alla famiglia del senatore Pietro Tortarolo, attuale proprietaria. Ciò che interessa il nostro percorso è località San Bartolomeo. Qui vediamo una “Casa-Torre” di epoca medievale, passaggio di mercanti. Dal ponte possiamo scorgere i resti del precedente ponte romano. Stazzano, immerso in un verdeggiante paesaggio collinare, fu probabile luogo di sosta o di un possedimento della “gens Statiti” in età romana. Viene successivamente ceduto come feudo a vari signori, assegnato a Tortona che a lungo, anche se con alterne vicende, ne terrà il controllo. Del passato feudale rimangono da vedere i resti (una torre e parte delle cortine) del castello, originario del sec. X, divenuto nel tempo residenza estiva, ma anche luogo di rifugio dei vescovi di Tortona. Accanto si trova il Santuario ottocentesco del Sacro Cuore, opera dell’architetto Giulio Leale, nativo di Cassano Spinola, che fu eretta quando il castello venne trasformato in seminario. Quello di Nostra Signora del Montespineto, invece, nelle forme attuali, è un edificio seicentesco, ma, secondo la tradizione, ha sostituito una chiesa precedente costruita dagli abitanti ai tempi di Federico Barbarossa come ringraziamento per lo scampato pericolo. Interessante è anche la chiesa cinquecentesca di San Giorgio che conserva le reliquie del santo. Una menzione particolare merita il Museo Civico di Storia Naturale di Villa Gardella, fondato nel 1980 per iniziativa del Gruppo Naturalisti di Stazzano: ricchissimo di minerali, fossili, resti antropologici, raccoglie una collezione ornitologica, anfibi, pesci, molluschi, insetti e custodisce il più grande erbario della provincia di Alessandria. Infine Serravalle Scrivia paese situato presso la confluenza del Borbera nello Scrivia. Erede della antica città romana di Libarna, dopo la distruzione della stessa appartenne ai vescovi di Tortona durante il Medioevo, fino a quando questi non lo cedettero al Comune di Tortona, in cambio della difesa delle loro terre. Il toponimo Serravalle lo si ritrova per la prima volta in un atto pubblico datato 1140, attraverso il quale i Comuni di Tortona e di Genova concordarono i loro confini. Ebbe la influenza delle più importanti famiglie nobili di questi luoghi tra cui gli Spinola, quindi ai Visconti, poi agli Adorno e infine entrò nei possedimenti dei Savoia. Dove ora vediamo le antenne c’era un castello distrutto dai Francesi. È un importante nodo stradale tra la Pianura Padana e il mar Ligure, e lo divenne soprattutto nel 1935 quando venne inaugurata la Camionale Genova-Serravalle, ora parte dell’Autostrada A7. Il Santuario di Monte Spineto si trova in posizione dominante tra la valle Scrivia e la val Borbera. Nel 1633 sulla sommità del Monte Spineto incominciò la costruzione del Santuario di Nostra Signora del Monte Spineto voluto dal vescovo di Tortona Paolo Arese. Il nome del monte si riferisce al biancospino dove avvennero eventi miracolosi. Due eventi di saccheggio colpirono queste zone ed ogni volta gli abitanti si rifugiarono sul monte invocando la Madonna; la prima volta costruirono un piccolo luogo di culto, la seconda si posò una colomba su di un biancospino, fiorito fuori stagione,  ed una ragazza muta riacquistò la voce. Per ringraziamento si costruì la chiesa disponendo l’altare nel luogo dove era posizionato il biancospino del miracolo.

La valle Ossona

Passiamo ora ai borghi della valle Ossona, solcata dal torrente omonimo che nasce nei pressi di San Vito. Risalendo lungo la Valle Scrivia e restando sulla destra orografica, incontriamo due paesini posti tra la valle Ossona e la valle Scrivia. Il primo è Carbonara Scrivia il cui nome dipende dal fatto che un tempo questa era una zona in cui si produceva carbone. Da sottolineare la bella Rocca Medievale, detta “il Dongione”, e i  palazzi antichi. Il secondo paese è Spineto Scrivia, sviluppatosi attorno al castello del quale rimangono solo i ruderi della torre. Il piccolo e antico oratorio è di rara bellezza. Alla frazione Marianna si trova un’antica costruzione, un tempo fortilizio, poi trasformata in convento, oggi abitazione privata. Leggermente più all’interno troviamo altri due paesini: Carezzano e Paderna. Carezzano si caratterizza per due piccoli nuclei: Carezzano Superiore e Carezzano Maggiore; da  vedere la piccola chiesa, dalle fattezze particolari, situata al centro del paese, e il palazzo Vescovile. A Paderna nel 1630, come molti altri centri della zona, venne devastata dalla terribile peste di manzoniana memoria. Il suo emblema monumentale è la parrocchiale di San Giorgio, la cui mole divide la parte inferiore dell’insediamento da quella superiore. Sempre partendo da Tortona, incontriamo Villaromagnano: nella piazza si trova la parrocchiale di San Michele; vicino alla frazione di Fonti troviamo il Santuario della Madonna della Fonte, toccata dai nostri percorsi. Da Villaromagnano parte inoltre la ciclabile “Il Grande Airone”, dedicata a Fausto Coppi, che porta direttamente a Costa Vescovato, nei pressi di Castellania, suo paese natale. L’attributo “vescovato” riporta alla appartenenza ai vescovi di Tortona, già qui si respira aria del “campionissimo” Coppi; le gigantografie sulle case che lo riportano nelle sue più importanti imprese, così come i momenti di vita quotidiana con la sua famiglia. Qui termina la ciclabile che, con tratto di asfalto ci porta a Castellania. Qui la figura del campionissimo del ciclismo è immanente, con immensi poster, appesi alle case, dedicati ai momenti più importanti della sua carriera. Nei dintorni, si può visitare anche la bella parrocchiale e il territorio ricco di calanchi, visibili con più forza sulla strada che porta a Sarizzola. Nei pressi troviamo Montale Celli, con la piazza e la sua parrocchiale. Una frazione da riscoprire è la minuscola Perleto. Sant’Agata Fossili presenta una chiesa interessante sotto il profilo artistico: è posta nella grande piazza del paesino. L’appellativo “Fossili” ci ricorda che qui sono stati ritrovati numerosi reperti risalenti a milioni di anni fa. Se ci si dirige verso la Valle Scrivia, s’incontra Gavazzana. Già entrando in paese, si respira cultura: mentre si percorre la stradina che attraversa il paesino, si notano numerosi affreschi sulle case, il Museo Casa di Don Carlo Sterpi e, alla fine della strada, la bellissima Parrocchiale di San Martino, da cui si può osservare il panorama. Di fianco a Gavazzana c’è Sardigliano. Attraversando il paese e le frazioni si respira aria medioevale. A Cuquello, (sede comunale), nella parte alta del paese, si trova quello che era un castello, oggi abitazione privata; a Bavantore, sulla collinetta, ci sono i ruderi di una torre; infine anche a Malvino esisteva un castello, oggi abitazione  privata. Piccoli borghi, con Bavantorino, toccati nei nostri percorsi. E poi, finalmente, si arriva al paese natale di Fausto e Serse Coppi: Castellania. Il paese che lega quasi tutta la sua  popolarità a Fausto e Serse Coppi. Qui tutto è dedicato al campione, dalla casa natale, al Museo, al Mausoleo dedicato a Fausto e a suo fratello Serse, il percorso museale che ci porta tra le vie e le case con gigantografie ed affreschi. Qui arrivano tanti ciclisti, che ne seguono le orme sulle colline di queste zone, luoghi dove il campione da giovane si allenava lavorando. Nei pressi del Passo Coppi è posta la Chiesa di San Biagio, qui è stata celebrata la funzione che dava l’addio a Fasto Coppi; passando su questo luogo non si può fare altro che respirare ancora i momenti di quel triste ricordo. Nei pressi troviamo in frazione Sant’Alosio frazione di Castellania. In questo luogo sorgeva una  fortezza con castello. Era cinto da due ordini di mura, oggi, restano le due  torri a pianta quadrata originariamente alte più di 20metri, ma ridotte nel 1948 allo scopo di consolidamento, insieme con i tratti dell’antica cinta muraria. La tipologia delle due torri, in pietra locale, accuratamente squadrata, comune a tutto il Monferrato alessandrino, è sicuramente attribuibile al sec. XIII: singolare è anche l’abbinamento di due elementi fortificati identici, l’uno dirimpetto all’altro.

La valle Grue

La Valle Grue è solcata dal torrente omonimo che nasce alla Bocchetta di Barilaro, spartiacque con la Val Borbera, confine della zona. Si parte al fondo valle da Viguzzolo dove il Grue butta le sue acque nello Scrivia; oltre al borgo interno, di bellezza assoluta è la pieve romanica, uno dei monumenti più importanti di questo territorio. Proseguendo lungo la valle, appena scostato, troviamo Sarezzano. Il paese si trova su insediamenti di epoca romana, provata dai reperti archeologici; ma la parte più visibile è quella medioevale. Il paese si stringe attorno alla collinetta dove un tempo sorgeva il castello Guidobono Garofoli, ora dominato dalla chiesa romanica dedicata ai Santi Ruffino e Venanzio. Nella chiesa è stato rivenuto il “Codice Purpureo Sarzanese”, documento di assoluto valore storico ed ecclesiastico, oggi conservato a Tortona: i quattro vangeli trascritti su preziosa pergamena. Di valore è anche il piccolo oratorio di fianco al quale c’è una fontana. Da Sarezzano si prosegue per Cerreto Grue anch’esso, con ogni probabilità, risalente all’epoca romana. Da visitare le due chiese e il palazzo comunale, la sala consiliare, parte di una antico castello dei conti Busseti. In valle troviamo poi Montegioco, più in particolare la frazione Palazzo, dove si trova un castello eretto dalla famiglia Busseti, ora abitazione privata; la frazione Montegioco Alta è situata sulle colline: nella chiesa si conserva un’abside romanica di epoca medioevale. Il paese è famoso per le sue curative fonti solforose, vicino alle quali sorge una balera, luogo di ritrovo per gli appassionati del genere. Più all’interno troviamo Avolasca, con la chiesa parrocchiale all’interno del piccolo borgo. Nei pressi troviamo la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in frazione Palenzona, diventata la chiesa dei bersaglieri, e Tempio del Ricordo, in memoria dei caduti di guerra. Da qui si gode di un ampio panorama. Posto sulla sponda opposta della strada che porta in Val Curone, troviamo Casasco, la cui parrocchiale si trova sulla collinetta che sovrasta il paese; nei pressi, c’è l’Osservatorio Naturalistico e Astronomico, sulla Costa Magrassi, mentre all’esterno si può vedere la interessante Armilla Equatoriale. Un passo indietro e si torna sulla provinciale, a Garbagna, posizionata sulla strada che risale, dopo la galleria, sino alla Val Borbera. È questo il centro più importante della Val Grue, insignito da poco tra “I borghi più belli d’Italia”: caratteristiche le piccole vie interne, che conducono alla piazza dove si scopre un mondo tutto particolare: la parrocchiale, il palazzo Doria e il centro storico, in cui sono raccolte alcune ombrose piante, dove un tempo c’era un grosso olmo, ai cui piedi c’è un’enorme pietra fatta ad arco: un luogo dove si leggevano i bandi e venivano pronunciate le sentenze; un luogo che ci riporta a rivivere atmosfere medioevali. La conferma l’abbiamo dai ruderi della torre posta a dominio del paese e raggiungibile tramite un sentiero che parte proprio dalla piazza. La breve gita, sempre partendo dal paese, che porta alla Madonna del Lago, ci regala un luogo incantevole. Sia dalla torre che dalla Madonna del Lago partono molti sentieri adatti alle escursioni, comunque citati nei nostri percorsi. La strada da qui porta a Dernice, spartiacque della Val Curone, Grue e Borbera. Il paesino si racchiude attorno alla collinetta che sovrasta il paese dove risiede quello che era il Castello degli Spinola, di cui rimane solo la torre quadrata; bella anche la chiesa parrocchiale. Sulla strada per risalire al paese troviamo, nascosta all’interno, sul sentiero, il piccolo oratorio di San Rocco. Pregevoli anche le piccole frazioni di Vigoponzo, Vigana, Bregni, ma soprattutto la più famosa Montébore. La fama di questo paese, formato da pochissime case, sta tutta nel famoso formaggio Montébore (citato nel capitolo “Da Gustare”) la cui fama travalica i confini territoriali. Lungo il crinale che volge verso la valle Borbera toviamo alcuni luoghi di particolare importanza trattati nel percorso 18. Crinale che termina nei paesi di Stazzano e Serravalle Scrivia trattati nella parte dedicata alla valle Scrivia. Ci dedichiamo perciò al Castello di Sorli. Si possono vedere le tracce del ponte levatoio, così come i resti della torre e cisterna della raccolta della acqua piovana. Il castello ebbe la fama di imprendibile soprattutto quando alcuni parenti del  vescovo vogherese Melchiorre Busseti si rifugiarono durante la rivolta contro Guglielmo VII, marchese del Monferrato. Il Santuario della Madonna della Neve in località Cà del Bello. Sul versante della Val Borbera si trova la maestosa Via Crucis che accoglie il fedele fino a giungere alla chiesa è formata da quattordici cappelle datate 1833 per sostituire le più antiche del 1737. Clemente Salsa le ridipinse nel 1927, ma a causa delle intemperie gli affreschi vennero sostituite da bassorilievi in bronzo più resistenti. La chiesa si trova in un pianoro nelle cui vicinanze si trova un piccolo portichetto che fa da rifugio.Il santuario fu eretto nel 1672 sul colle chiamato di Pra’ San Martino. Da quell’anno i numerosi ampliamenti e restauri sono sempre stati voluti dalla comunità Borghettese. Ora la chiesa non si trova più in località Pra’ San Martino ma in località Ca’del Bello: probabilmente prende il nome da una casa che apparteneva al “Bello”. La maestosa Via Crucis che accoglie il fedele fino a giungere alla chiesa è formata da quattordici cappelle datate 1833 per sostituire le più antiche del 1737.

Il Monte Vallassa e Guardamonte

Sul crinale tra la Valle Staffora e la Val Curone, tra le province di Pavia e di Alessandria, si trova l’area conosciuta come Guardamonte. È qui che appare la parete rocciosa che interrompe con i suoi 750 metri di altezza e con un aspetto imponente e spavaldo lo strato continuo di boschi del Monte Vallassa. La terrazza naturale si affaccia sulla Val Curone e permette di abbracciare con lo sguardo un ampio panorama: i caratteristici calanchi, i piccoli paesi, lo stretto torrente, la vetta del Monte Giarolo. Ma è nelle giornate limpide che l’Appennino si mostra nella sua complessità con i rilievi montuosi che continuano, in una successione che sembra infinita, la loro corsa verso il mare. Ed è stato proprio il mare la meta di pellegrini e commercianti che percorrevano i numerosi sentieri che dall’Alessandrino alle pianure del Pavese e del Piacentino si intrecciavano poi nell’alta Valle Staffora a costituire quella che è conosciuta come Via del Sale. Dal Medioevo fino al XV secolo fu questa la principale direttrice da percorrere per arrivare al litorale ligure e potersi rifornire di sale, minerale importantissimo per la conservazione dei cibi. L’utilizzo di queste vie, in realtà, è molto più antico: servivano per intrattenere rapporti commerciali con molte aree della nostra penisola e dell’Europa già a partire dal Neolitico. Questo tipo di attività è testimoniato dai numerosi ritrovamenti di oggetti e suppellettili risalenti a epoche e zone geografiche diverse proprio al Guardamonte. I primi rinvenimenti fortuiti degli anni Cinquanta del secolo scorso hanno dato inizio a diverse indagini condotte in primis da F. G. Lo Porto della Soprintendenza Archeologica del Piemonte. Il testimone è passato successivamente all’Università di Milano che, dal 1995, conduce studi su tutta l’area. Il Castelliere del Guardamonte deve la propria fortuna alla posizione di dominio sulle Valli Curone e Staffora che ne hanno fatto un luogo idoneo all’insediamento umano. Le prime tracce risalgono addirittura al Neolitico (VI millennio a.C.!) e sono documentate dal ritrovamento di vasellame, in particolare Vasi a Bocca Quadrata. Le diverse tipologie di vasi sono caratteristiche di determinati periodi e culture e permettono di datare esattamente l’epoca in cui tali oggetti sono stati realizzati. Gli scavi archeologici ci hanno restituito anche frammenti di frecce e di accette in pietra verde (ofiolite). Questo tipo di roccia è presente in numerosi affioramenti dell’Appennino Settentrionale Pavese e Piacentino, ma in questo caso è stata sicuramente reperita lungo i torrenti Staffora e Curone. La frequentazione del luogo continua nella successiva Età del Rame (3500-2300 a.C.), come confermato da frammenti riferibili alla Cultura del Vaso Campaniforme e poi nell’Età del Bronzo (2300-1000 a.C.) con vasi in ceramica. Sempre databili a questa epoca sono i resti di una capanna semicircolare e di strutture murarie che costituiscono il primo insediamento con terrazzamento artificiale sul Monte Vallassa. La tecnica dei muretti a secco testimonia la presenza di popolazioni Liguri. In loco si praticavano attività metallurigiche ed era presente una fornace per la cottura della ceramica. Scavi successivi hanno portato alla luce frammenti di ceramiche dell’Età del Ferro (1000-15 a.C.): vasi per la conservazione e per la cottura di cibi solidi e liquidi, ciotole, scodelle e bicchieri. Alcuni elementi riportano ad attività legate all’allevamento quali lavorazione del latte e filatura della lana. Grande importanza hanno alcuni oggetti di importazione legati alle relazioni commerciali intrattenute con l’Etruria settentrionale e Meridionale, con la costa Ligure e le popolazioni celtiche insediatesi nella Pianura Padana. L’occupazione in Epoca Romana avviene all’incirca tra il I Secolo a.C e il I Secolo d.C. e si limita al pianoro sommitale. I materiali rinvenuti sono poco numerosi ma di un certo pregio, come ceramiche sottili, vetri e oggetti metallici. Probabilmente il Castelliere assume in questo periodo un’altra funzione: da zona di controllo, sede abitativa e di attività umane, il Guardamonte si trasforma in un luogo di culto.

Il crinale tra i monti Giarolo ed Ebro - prima parte

I percorsi di questo crinale si estendono a cavallo dei torrenti Curone e Borbera e formano assieme a quelli tra i Monti Boglelio e Chioppo una rete di sentieri tra i più belli, senza dubbio caratteristici, divertenti per noi biker tanto da non invidiare niente a zone più rinomate e famose d’italia. Da questo crinale passa la storica via del Sale che è meta di molti escursionisti che, attraverso questo crinale, proseguono verso le Capanne di Cosola ed attraverso i Monti Carino, Antola arrivano fino al mare. Mm mano che si avanza lungo la provinciale della Vai Curone, ma anche lungo la prima parte della statale Voghera-Varzi, la mole imponente del Monte Giarolo mostra i suoi contorni più definiti, purtroppo deturpato dalla massiva presenza di antenne televisive che nascondono quella statua meravigliosa del Redentore che con la sua mano benedice tutta la valle da più di un secolo. Il crinale che dal Monte Giarolo porta alla al Monte libro è una immensa balconata sulla Pianura Padana ma anche sul mare incorniciando con lo sguardo, se la giornata lo permette il Santuario della Madonna della Guardia fino a Bergeggi. 11 Monte Giarolo, ma anche tutto il crinale che proseguendo fino a Capanne di Cosola, al Monte Carino e poi ancora al Monte Antola, ha avuto nei secoli una importanza storica per il passaggio commerciale di mercanti che attraverso le mulattiere da San Sebastiano Curone arrivavano al mare, le Vie del Sale con le sue bretelle provenienti dai paesi che contornano la montagna. Poi col passare degli anni e con l’avvento della tecnologia i mezzi di trasporto cambiarono così come le strade che hanno smesso di passare attraverso questi posti così impervi. Poi il turismo riscopri queste valli, arrivò anche la stazione acustica di Caldirola, oggi addirittura un campo da Golf nei pressi di Momperone, insomma gli amanti del trekking e della “mtb” ma anche dei soli vacan7ieri domenicali hanno che da divertirsi, anche attraverso la facile via della seggiovia si raggiunge il crinale al Monte Gropà. Pionieri di questo incoraggiamento alla escursione furono 7 giovani che nel 1924 compirono la traversata in tre giorni da Tortona verso il mare. Poi successivamente anche spinti dal senso della gara, molti podisti tentarono l’impresa sempre in meno tempo. Ancora oggi si parla oltre che della Via del Sale, della Via del Mare, e molti ciclisti con la MTB ne hanno tentato la attraversata fino a Portofino. Ricordiamo che nel 1999 la statua del Redentore è stata rifusa e nel 2001 e rimessa nella posizione originale sul suo piedistallo. Più a sud troviamo il Monte Ebro, imponente montagna erbosa che sorge sullo spartiacque tra le valli Borbera e Curone divisa dal Monte Chiappo da una insellatura chiamata Bocche di Crenna, e sulla sua vetta troviamo un croce metallica ed un cippo che ricorda le nostre Truppe Alpine. ll panorama dal Monte libro è a 360 gradi ed in alcune giornate il mare sembra davvero vicino. Di interesse possiamo ricordare il Castello di Bruciamonica (o Brnsasnonica) che si trova alle pendici del Monte Gropà ed una palma indicatrice individua i ruderi ed il perimetro coperte da sterpaglie di ciò che rimane del Castello. Oltre ad alcuni piccoli bivacchi in legno situati sotto le pendici del Monte Giarolo da ricordare il nuovo Rifugio Orsi (dedicato all’alpinista tortonese Ezio Orsi) situato in una zona molto caratteristica sotto le pendici dei monti libro e Cosfrone e raggiungibile sia dalla mulattiera rifatta da poco (anno 2004) che proviene dalle stalle sulla strada che da Bruggi va alle Bocche di Crenna; sia dalla mulattiera poi sentiero che proviene dalla Colonia di Caldirola. Altre vette non meno interessanti fanno da contorno e anche da passaggio alla via del mare quali i Monti Gropà, Panè, Roncasso, Pragasso, Prenardo.

Il crinale tra i monti Giarolo ed Ebro - seconda parte

Ritornando al nostro viaggio in questa zona, due strade provinciali principali e qualche interna permettono di raggiungere tutti i paesini di questa zona. Da San Sebastiano Curone costeggiando il torrente Arzola Dernice e Vigoponzo possiamo raggiungere la Valle Borbera ma prima una visita a Restegassi a sinistra e di fronte al paesino dalla parte opposta al torrente Arzola una strana conformazione rocciosa ci porta sicuramente indietro nel tempo. Proseguendo e passato il paesino di Albera Ligure possiamo imboccare quattro strade che risalgono le pendici del crinale; la prima e più lontana porta al paesino di Piuzzo passando da Cabella Ligure, la seconda verso Pobbio oltrepassato un Pino secolare con cippo commemorativo, la terza verso i paesini di Torre Figino, Figino, Volpara passando poco dopo Albera Ligure, e la terza passando costeggiando la strada sul torrente Albirola, ai paesini di Molino Santa Maria e Santa Maria. A Molino Santa Maria l’antico Mulino, di proprietà della famiglia Santamaria (omonima della frazione) è stato restaurato così come la parte meccanica del mulino che ora è perfettamente funzionante. In estate viene celebrata la “Festa del Pane” durante la quale il borgo si anima di turisti che seguono con curiosità l’intera filiera della produzione della farina, dalla macinatura alla raffinazione, il finale è naturale e scontato: un buon pezzo di pane e salumi a volontà. Risaliamo lungo la stessa strada fino a Vendersi e poi ancora a Pallavicino ed infine a Borgo Adorno dove qui la sosta più lunga ci permette di soffermarci nella piazzetta del Castello omonimo, che la rende molto singolare per la bellezza quasi unica. Poco più in basso Pessinate ci permette ci ammirare la sua chiesetta e il Castello da un’altra visuale. Proseguiamo nel nostro cammino ed in breve tempo raggiungiamo il paesino di Giarolo, poi Serbaro con la sua fontana, così come Gregassi fino a raggiungere il versante sulla Vai Curone in prossimità di Serra. 11 paesino molto caratteristico per le case con i sassi a vista dove spicca l’Oratorio di San Pietro. Facciamo ora un salto a Caldirola che alcuni anni fa conobbe un periodo di grande prosperità grazie alle abbondanti nevicate che davano vita alla sua stazione sciistica, richiamando molti appassionati della montagna del tortonese, ora è tornata a funzionare con vigore richiamando gli appassionati della “downhill”, spericolati discesisti con la MTB che la domenica ma anche durante le tante manifestazioni sportive arrivano con i loro camper. Torniamo ora sui nostri passi e ritornare a Serra passando i paesi di Garadassi. Morigliassi e Serra, raggiungendo Costa dei Ferrai e, passata Magroforte, si raggiunge a breve Montacucto dove i resti del Castello fanno ancora da vedetta e riparo al paesino. Poi la vicina Benegassi, mentre da Costa dei Ferrai una bella stradina panoramica ci porta a Castello con i resti di una vecchia Torre tornando a Fabbrica Curone in Vai Curone con la possibilità di passare in Valle Staffora via Varzi. Se torniamo dalla Val Curone un piccolo sforzo ci porta a Codevico passando da Gremiasco.

Monte Giarolo

La mole imponente dei suoi pendii mostra contorni più definiti fin dalla pianura, purtroppo deturpati dalla massiva presenza di antenne televisive che nascondono l’imponente statua del Redentore che, con la mano, benedice tutta la valle da più di un secolo. Nel luglio dell’anno 1900 fu posizionata la prima pietra, mentre “il redentore” di rame alta metri 3,20, con notevoli sforzi di trasporto venne posizionata sulla cima. L’11 Agosto del 1901, a seguito di un’immensa festa che richiamò, su questo monte, più di dodicimila fedeli e curiosi, avvenne l’inaugurazione, tradizione rispettata anno dopo anno, sempre in agosto e sempre con una festa che richiama numerosi fedeli e amanti dell’escursionismo. La statua ha subito gravi danneggiamenti; per questo è stata restaurata e riposizionata, il 19 Luglio del 2001, nello stesso punto. Immaginiamo di essere sulla punta di un immenso cono e voltiamoci a 360 gradi: avremo la sensazione di scorrere una immensa immagine delle piccole valli, paesi, e colline. Al Monte Giarolo si arriva da numerose vie, la maggior parte delle quali corrono sulle dorsali di questo immenso cono: Costa della Gabbia, Costa Vendersi, Costa Lesaie. Vista la posizione dominante e la facilità di attraversamento di questi luoghi, si fa presto a capire che questi sentieri furono solcati da antiche popolazioni, da mercanti e da pellegrini. Discesi sulla zona prativa, si risale poi e si arriva al Monte Gropà (1446 metri). Il grosso ripetitore lo contraddistingue, ma riveste grande importanza turistica per via della stazione sciistica di Caldirola, e ora è anche centro di raduno per gli amanti della downhill. Qui arrivano gli impianti di risalita della seggiovia. Proseguendo, il crinale compone alcuni saliscendi, passa i ruderi del castello di Brusamonica (o Bruciamonica) e si innalza bruscamente portandosi sul Monte Panà (1559 metri): ci offre il panorama racchiuso della valletta del Torrente Albirola, sotto di noi Volpara, in fondo la Valle Borbera. In risalita arriviamo al Monte Cosfrone (1661 metri), da cui si diparte il crinale che poggia verso la Val Borbera oltrepassando i due Monti Roncasso e Pragasso. Raggiungiamo il vicino Monte Ebro (1700 metri). La vetta si riconosce anche da molto lontano e di conseguenza dalla sua vetta si può spaziare a 360 gradi: da qui, nelle giornate limpide, si vede il mare. Cima erbosa attraversata dal sentiero del crinale sul quale è posizionata una croce con un cippo. Si scende ripidi alle Bocche di Crenna (1553 metri), valico tra la Valle Curone e, tramite la valletta del torrente Cosorella, alla Valle Borbera. Si risale sul Monte Prenardo (1654 metri) e si arriva al Monte Chiappo.

Il crinale tra i Monti Boglelio e Chiappo - prima parte

Da questo crinale passano le vie più importanti della sentieristica di queste zone, “La via del Mare, e la storica “Via del Sale”. Sicuramente i panorami sono di bellezza assoluta, anche in considerazione del fatto che possiamo trovare alcune delle cime più alte dell’Appennino Oltrepadano e Ligure toccando i 1700 metri del Monte Chiappo. Possiamo qui trovare carrarecce impegnative di lunga estensione, sentieri ripidi e divertenti ed i più diversi panorami. Due importanti strade ci conducono nelle zone alte della Val Curone e della Valle Staffora che si uniscono al Monte Chiappo dove sono situate le sorgenti dei due torrenti. Se volessimo iniziare un tour panoramico potremmo partire sicuramente da Varzi, per inoltrarci nella Val Curone attraversando il ponte sul Torrente Staffora e dirigerci verso Fabbrica Curone entrando nella Valletta del torrente Lella che al primo bivio svolta a sinistra. Arriviamo a Cella dove particolare evidenza dobbiamo darla al Tempio della Fraternità, la cui costruzione è legata al ricordo della seconda guerra mondiale. La storia narra che Don Adamo Accusa al ritorno della guerra, dovendo ricostruire la piccola chiesetta di Cella, volle invece costruire un Tempio dove le armi si dovevano trasformare in un simbolo di pace; così con l’aiuto di Papa Giovanni XXIII° iniziò questa avventura e come per magia da molte città anche straniere, dove il conflitto si fece sentire in tutta la sua brutalità, arrivarono residuati bellici che anche oggi possiamo ammirare, ma ciò che più ci potrà colpire è il viso del Cristo composto da armi e la Madonna vestita da stoffe orientali e da simboli di pace, così come nel cortile adiacente si possono ammirare anche reperti bellici anche di grassa entità tra cui un carro armato ed un missile, la carlinga di un aereo e così via. Proseguiamo nel nostro itinerario per sbucare sulla provinciale della Vai Curone e da qui due brevi itinerari ci portano al paesino di Brentassi e alla vicina Lunassi dove la prima domenica di Settembre si svolge la Sagra della “Panissa”: tipico piatto vercellese a base di riso, lardo e legumi, importato dai nostri mondarisi sin dal 1700 (fonte dal sito del Comune di Fabbrica Curone). L’altra strada ci porta a Selvapiana e a Fotorondo, due paesini che si incuneano nella Val Curone, e da qui partono carrarecce e sentieri che ci portano sul crinale. L’altra strada importante si inoltra nella alta Valle Staffora e sempre dal ponte sullo Staffora di Varzi si prende la strada per Castellaro, paesino situato in un punto panoramico sulla Valle Staffora, ma con più ci porteremo in alto e all’interno della Valle Staffora, con più ci accorgeremo della bellezza di questa valle che non ha ancora bucato il cuore della gente, anche se molti escursionisti l’hanno già apprezzata

Il crinale tra i Monti Boglelio e Chiappo - seconda parte

Scendendo da Cignolo e passando da Casanova Staffora non possiamo non fare una piccola deviazione al Santuario della Madonna del Bocco dove la storia indica che una donna abitante a Casanova abbia visto apparire la Madonna, e dopo anni è sorto questa Chiesa accesibile dalla strada in parte asfaltata fino aula Chiesa che si stacca dalla provinciale tra Casanova e Cegni. Da qui parte la lunga sterrata che arriva sul crinale dalla parte opposta a quella indicata prima, che parte da Forotondo. Passiamo Cegni, dove il 16 agosto si celebra il tradizionale “Carnevale Bianco” ed all’interno di manifestazioni quali la sfilata dei carri agricoli, ai gruppi di ballerini e di suonatori e ai giochi popolari, avviene una famosa danza espressa da movimenti rituali dove un signorotto del paese ricco e brutto cerca appassionatamente di convincere la giovane bella e che dapprima scappa e poi accetta la proposta. Una danza che ripropone l’antica leggenda de: “ll brutto e la Moglie”. Dopo essere ceduta alle “avance” del brutto le danze continuano con la danza famosa in queste zone, la “giga” canti e balli con pifferi e fisarmonica. Anche a Negruzzo, paesino silenzioso di rara bellezza in Agosto, così come molti paesini di queste zone, si svolge la sagra al suono notturno dei pifferi e delle fisarmoniche che offrono a tutti la possibilità di cimentarsi con la “giga”. Lasciamo da parte ora i canti e le danze e, proseguendo lungo la strada, ci inoltriamo nella alta Valle Staffora da Casale che arriva al Passo del Giovi, fino a Capanne di Cosola, spartiacque per la Val Borbera, una volta centri turistici di queste zone non solo nel periodo estivo, ma anche invernale potendo sciare lungo le pendici del Monte Chiappo servita da una seggiovia che, come quella della Val Curone, ha subito la flessione annunciata, e questi luoghi non sono più stati meta di turismo, anche se da un po’ di tempo la gente le ha riscoperte. Parliamo ora delle montagne più rappresentative che sono il Monte Boglelio sulla estremità più a Nord del crinale ed il Monte Chiappo più a sud. Il Monte Boglelio è costituito da una ampia dorsale piatta coperta nella maggior parte da prati, e dalla sua cima il panorama è di notevole livello dove, in primo piano, possiamo vedere le due valli attraversate a destra dalla Val Curone ed a sinistra dalla Valle Staffora. Proseguendo sul crinale si alternano i boschi e gli ampi prati che culminano in quelli del Piano dell’Armà all’inizio della salita impervia per il Monte Chiappo, dove spesso potremo ammirare correre molti cavalli qui per il pascolo. Infine, davanti a noi, troviamo la sterrata per il Monte Chiappo vera e propria prova del nove per le capacità muscolari di noi biker, data la pendenza davvero proibitiva che culmina sulla antistante cima con il rifugio omonimo, aperto per buona parte dell’anno e per questo motivo meta per escursionisti di qualsiasi livello, visto che in poche decine di minuti si può raggiungerlo dalle vicine strade di accesso. Punto di incontro tra le valli Borbera, Curone e Staffora è lo spartiacque tra le dorsali che provengono dal Monte Antola, dal Monte Lesima e dai Monti Ebro e Giarolo. Dalla cima del Monte Chiappo le sorgenti danno vita a due dei più importanti vie d’acqua di queste zone, il Torrente Curone e il Torennte Staffora, e da qui il rifugio da sollievo a molti amanti del trekking e della mtb, sia con un buon piatto di minestra calda, che con la vista panoramica a 360 gradi.

Monte Chiappo

Il monte riveste la fondamentale importanza di essere il crocevia dei più importanti crinali che provengono dalla Val Curone e Borbera e dalla Valle Staffora. Da qui i vari crinali si uniscono e percorrono la cresta che porta al Monte Antola per recarsi verso il mare. Crinali che provengono dal Monte Giarolo, dal Monte Boglelio, dal Monte Lesima attraverso la Cima Colletta. Da qui convergono i limiti amministrativi delle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. La ragione per cui escursionisti a piedi, con la  MTB e anche con la bicicletta da strada (sulle strade che conducono al passo di Capanne di Cosola), considerano questo monte il fulcro delle loro escursioni e passeggiate. Sulla cima (per essere precisi leggermente sotto, la cima è in corrispondenza della statua di San Giuseppe), funziona un rifugio dal quale, seduti su una sdraio, si può gustare un piatto caldo e ammirare il panorama. Qui arriva la seggiovia di Pian del Poggio, un tempo stazione di raduno degli sciatori pavesi; oggi, con i nuovi impianti si ritorna a sciare e, per gli amanti della downhill, con le nuove piste, a cimentarsi lungo questi pendii. Dai pendii sono situate le sorgenti dei due torrenti Curone e Staffora e delle loro valli omonime. Qui arriva il crinale proveniente dal Monte Boglelio.

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Un viaggio attraverso i paesi e le frazioni delle Valli Curone, Grue e Ossona

PAESI | A

AVOLASCA

◾VIDEO: Avolasca e frazioni

◾Le frazioni: Baiarda, Casa Borella, Costa Giuliana, Grua, Isolabella, Mereta, Montebello, Pissine, Palenzona

PAESI | B

BERZANO DI TORTONA

◾VIDEO: Berzano di Tortona e frazioni

◾Le frazioni: Cappellette, Chiesa, Inselmina, Magostino, Valbona

BRIGNANO-FRASCATA

◾VIDEO: Brignano Frascata e frazioni

◾Le frazioni: Selva Inferiore, Selva Superiore, Madonnina, San Giorgio, Cosola, Martinasco, Mola, Burrone, Serra del Monte, Vallescura, Valdato, Cioccale; Fornace, Pontetto, Volpina, Cà dei Maestri, Cà del Gatto, Casa Rusconi, Casa Tolone, Cascina Cantacapra, Cascina Rolona, Cascina Ugo

PAESI | C

CARBONARA SCRIVIA

◾VIDEO: Carbonara Scrivia

CAREZZANO

◾VIDEO: Carezzano e frazioni

◾Le frazioni: Carezzano Maggiore, Carezzano Superiore, Cornigliasca, Perleto, Convento

CASALNOCETO

◾VIDEO: Casalnoceto e frazioni

◾Le frazioni: Rosano

CASASCO

◾VIDEO: Casasco e frazioni

◾Le frazioni: Magrassi

CASTELLANIA

◾VIDEO: Castellania e frazioni

◾Le frazioni: Mossabella, San Alosio, San Andrea

CASTELLAR GUIDOBONO

◾VIDEO: Castellar Guidobono

CERRETO GRUE

◾VIDEO: Cerreto Grue

◾Le frazioni: Battignana, Cabanotto, Valeria

COSTA VESCOVATO

◾VIDEO: Costa Vescovato e frazioni

◾Le frazioni: Arpicella, Casale Montesoro, Cascina San Leto, Cascina Sposino, Montale Celli, Sarizzola

PAESI | D

DERNICE

◾VIDEO: Dernice e frazioni

◾Le frazioni: Bregni, Cascina Carano, Gropparo, Montebore, Parogna, Poggiolo, Vigana, Vigoponzo

PAESI | F

FABBRICA CURONE

◾VIDEO: Fabbrica Curone e frazioni

◾Le frazioni: Bruggi, Caldirola, Ciossa, Colonia, Forotondo, Garadassi, Lunassi, Montecapraro, Morigliassi, Pareto, Salogni, Selvapiana, Serra, Brentassi Castello, Casa Bastardini, Remeneglia

◾Musei : Lunassi, Museo Contadino – link video su you tube

◾Feste : Lunassi, Festa dell’ortica – link video su you tube

PAESI | G

GARBAGNA

◾VIDEO: Garbagna e frazioni

◾Le frazioni: Aliani, Bagnara, Bastita, Bettolino, Boschi Inferiori, Boschi Superiori, Ca’ dei Bianchi, Ca’ dei Castellini, Castelvero, Chiapussaia, Costigliola, Didoli, Mogliazza, Posola, Pragarolo, Ramero, San Gaudenzio, Santa Cristina, San Vito, Torretta, Valle del Forno, Zelassi

GAVAZZANA

◾VIDEO: Gavazzana

GREMIASCO

◾VIDEO: Gremiasco e frazioni

◾Le frazioni: Bernona, Cascina Bricchetti, Cascina Guardamonte, Cascina Marianna, Casotto, Castagnola, Codevico, Colombassi, Fovia, Malvista, Martinetto, Mulino di Colombassi, Musigliano, Pradelle, Principessa, Riarasso, Ronco, Solaro, Stemigliano, Val Beccara

PAESI | M

MOMPERONE

◾VIDEO: Momperone

◾Le frazioni: Carona, Giarella, Lavasello, Ramata, Ramella, Rivabella, San Giorgio, San Vittore

MONLEALE

◾VIDEO: Momperone

◾Le frazioni: Bellaria, Cadaborgo, Casavecchia, Cenelli, Cusinasco, Poggio, Profigate, Repregosi, Valmaia, Ville San Rocco

MONTACUTO

◾VIDEO: Montacuto e frazioni

◾Le frazioni: Benegassi, Costa dei Ferrai, Giara, Giarolo, Gregassi, Magroforte Inferiore, Poggio, Poldini, Restegassi, Serbaro, Solarolo

MONTEGIOCO

◾VIDEO: Montegioco

◾Le frazioni: Capanna, Fabbrica, Faravella, Montegioco Alto, Palazzo, Piaggio, Pragrasso, Saliceti

MONTEMARZINO

◾VIDEO: Montemarzino e frazioni

◾Le frazioni: Barca, Costa, Reguardia, Roncascinate, Scrimignano, Segagliate, Zebedassi

PAESI | P

PADERNA

◾VIDEO: Paderna

◾Le frazioni: Barca, Costa, Reguardia, Roncascinate, Scrimignano, Segagliate, Zebedassi

PONTECURONE

◾VIDEO: Pontecurone

POZZOL GROPPO

◾VIDEO: Pozzolgroppo e frazioni

◾Le frazioni: Biagasco, Brienzone, Ca’ D’Andrino, Ca’ di Bruno, Casa Franchini, Casa Lucchi, Fracchio, Groppo Superiore, Monastero, Mongarizzo, Montemerlano, Monticelli, San Lorenzo (sede comunale)

PAESI | S

SAN SEBASTIANO CURONE

◾VIDEO: San Sebastiano Curone

◾Le frazioni: Marguata, Sant’Antonio, Telecco

SANT’AGATA FOSSILI

◾VIDEO: Sant’Agata Fossili e frazioni

◾Le frazioni: Giusolana, Podigliano, Torre Sterpi

SARDIGLIANO

◾VIDEO: Sardigliano e frazioni

◾Le frazioni: Bavantore, Bavantorino, Cuquello, Malvino

SAREZZANO

◾VIDEO: Sarezzano e frazioni

◾Le frazioni: Baracca,Cucco,Palazzina,Rocca Grue,San Ruffino, Sant’Innocenzo

SPINETO SCRIVIA

◾VIDEO: Spineto Scrivia

◾Le frazioni: Cascina Marianna, Pozzo, Valpiria

PAESI | T

TORTONA

◾VIDEO: Tortona e frazioni

◾Le frazioni: Bettole di Tortona, Castellar Ponzano, Mombisaggio e Torre Calderai, Rivalta Scrivia, Torre Garofoli, Vho, Passalacqua

PAESI | V

VIGUZZOLO

◾VIDEO: Viguzzolo

VILLALVERNIA

◾VIDEO: Villalvernia

VILLAROMAGNANO

◾VIDEO: Villaromagnano e frazioni

◾Le frazioni: Fonti

VOLPEDO

◾VIDEO: Volpedo

VOLPEGLINO

◾VIDEO: Volpeglino

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