ZONE | Liguria e genovese

PAESI E CULTURA IN AGGIORNAMENTO

DIVISIONE

01 Sanremo, Imperia
02 Albenga
03 Loano
04 Finale Ligure
05 Vado Ligure e Savona
06 Varazze
07 Genova
08 Golfo del Paradiso
09 Golfo del Tigullio e la Val Fontanabuona
10 Sestri Levante
11 Val di Vara e le Cinque Terre
12 La Spezia

Riviera di Levante

La Liguria orientale comprende la Riviera di Levante, dalla collina d’Albaro al promontorio del Corvo, e la vecchia Lunigiana genovese, cioè quella parte cospicua della diocesi di Luni che il Comune genovese riuscì a sottrarre nel XII secolo al dominio dei vescovi e dei feudatari della Lunigiana. Questo complesso si salda col territorio genuate e con la Riviera di Ponente in una unità regionale che non dipende dall’evento storico relativamente recente sopra ricordato, ma che poggia ben più profondamente sul comune substràto etnico e sul comune processo di incivilimento verificatosi nell’età eneolitica.

Riviera di Ponente

La Riviera di Ponente fu sempre zona inquieta, della Repubblica di Genova; perchè assai più che in quella di Levante vi allignavano germi di concorrenza. Le merci marittime venivano inoltrate nella valle del Po, cioè nell’entroterra naturale di Genova, attraverso valichi diversi; e diversi centri rivaleggiavano in questo commercio di transito, risorsa perpetua della Liguria. Oltre Genova, Savona, Albenga e Ventimiglia; centri attivi, nel periodo romano come in quello comunale, emporii ambiziosi, che appunto per questo Genova non poteva tollerare. in fondo, i titoli per cui essa pretendeva il primato erano validi: la sua ubicazione, la conformazione e capacità del porto, la sua organizzazione che fu subito avvedutissima. Per questo primato combattè duramente e lo conquistò; e Savona ne fece le spese. Decisivo fu il periodo delle guerre puniche, in cui Genova puntò sulla carta buona, quella di Roma; Savona e Albenga sulla sbagliata cartaginese. L’asilo dato da Savona ai cartaginesi di Magone per concentrarvi il bottino del saccheggio di Genova non fu mai più perdonato nè dai romani nè da Genova; e fu il germe di un’ostilità che si concluse con l’annientamento di Savona. Ridotta al rango di vicus secondario, si riprese nel periodo comunale; ma era sorvegliata. Nel 1227 Genova ne fece smantellare le mura; le cinque convenzioni segnate nel corso del Trecento e del Quattrocento costituirono un graduale continuo aggravamento di soggezione; e nel 1528, dopo la “liberazione” dalla parte francese, spietatamente Andrea Doria impose a Savona l’abbattimento delle mura risarcite, la demolizione della cattedrale, e il riempimento del porto con i suoi detriti. L’indipendenza di Savona era finita per sempre.

Genova e il Porto

Genova e il Porto

Per parlare di Genova ci vorrebbe una guida a parte. Non lo possiamo fare qui, ma vogliamo ribadire ancora una volta, se fosse necessario, l’importanza della città, fin dall’epoca romana, della viabilità militare e commerciale. Genova “la Superba” è da sempre il centro di raccolta delle strade terrestri e delle vie marittime, quindi un importante snodo marittimo, per le quali avvenivano continui e fiorenti scambi commerciali. Per questa ragione è stato anche un luogo di incontro di diverse culture. Genova è al centro non solo della Liguria ma di tutto il Mediterraneo ed il suo porto uno dei maggiori porti d’Europa. Il porto, al centro di Genova, è senza dubbio anche il centro di tutte le strategie commerciali e finanziarie. Da Genova si traccia una vera e propria raggiera di percorsi grazie ai quali era possibile raggiungere tutti i principali mercati europei e i più importanti porti del nord. A Genova puntavano le maggiori rotte marittime in cui le merci che arrivavano via mare da tutto il Mediterraneo ripartivano via terra per la Pianura Padana e il nord Europa, e viceversa. Genova e il suo porto erano quindi un punto di arrivo e partenza del sistema viario e commerciale. Se per il mare il mezzo di trasporto erano le navi, per i mercati del nord vi erano molti fattori che rendevano possibile il trasporto delle merci oltre la barriera montana che costituisce la Liguria stessa. Primo fra tutti la rete di mulattiere. Bisognava puntare verso le alture dell’entroterra genovese dove i valichi non sono troppo alti. Le mulattiere avevano una minore larghezza, questo permetteva di inserirsi con facilità attraverso le valli ed i crinali interni che puntavano alla pianura. L’altro fattore e forse il più importante era la fatica, grande, smisurata al quale erano sottoposti i muli e i mulattieri, personaggi che hanno fatto la storia. Senza di loro non ci sarebbero stati i commerci dei prodotti di prima necessità e gli scambi dei prodotti del proprio lavoro. Primo fra tutti il SALE, dalla importanza determinante per la conservazione dei cibi, nutrendo inoltre anche il commercio con altri prodotti quali olio, lane, pelli e vino. Tutte queste strade sono state chiamate “Vie del Sale”. Dall’Oltregiogo (individuabile nell’odierno Monferrato), alle vie provenienti dalla Valle Scrivia (la Via della Bocchetta), la via che ha ricalcato le strade della Via Postumia. Spostandoci verso Est, partivano le strade dalle Valli Staffora e Curone. Perfino dalle Valli Trebbia e Tidone arrivavano carovane di muli e mulattieri, confortando il valore del porto di Genova. Per centinaia d’anni il fulcro di tutto questo commercio. Da Genova la prima scelta obbligata, che si presentava già nel porto, era uscire dalla città da Ponente o da Levante in modo da poter imboccare le valli del Polcevera o del Bisagno, e in seguito le loro successive diramazioni, a seconda del valico alpino che si voleva raggiungere.

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◾VIDEO: nome località e dintorni o anche una frase più lunga che va su più righe se serve

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◾CASTELLI, TORRI, RESIDENZE SIGNORILI: testo

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◾GIARDINI, PARCHI, RISERVE: testo

◾ALBERI: testo

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