IMPORTANTE: è in corso un progetto consistente di recupero delle Antiche Vie del Sale. Vie che troverete di seguito elencate. Il progetto prevede una guida dettagliata con mappe di riferimento, aggiornamento sul sito web e accompagnate da video clip. Per gli itinerari già noti es. Via Francigena/Via degli Abati, il progetto prevede solo la parte web con le descrizioni-tracce e video clip.
Per gli itinerari già in edizione finale prevediamo anche la opzione di un trasporto bagagli e/o biciclette. Basta contattarci per avere un preventivo.
Un reticolo di itinerari che spaziano dalle antiche vie del Sale, le vie Romane, vie Religiose che attraversano le zone delle Quattro Province. Valli e crinali collinari e montani attraversati dai mulattieri, religiosi e milizie romane nel corso di 2000 anni e più. La raccolta è completata da alcune vie odierne segnalate lungo il territorio. In aggiunta proponiamo qualche anello che si può percorrere in 2-3 giorni unendo cultura alla escursione, visitando luoghi importanti che hanno dato lustro al territorio.
I tracciati degli itinenari sono provvisori tranne per quelli in versione definitiva completa di guida.
La mappa ottimizzata per la consultazione da computer o tablet.
Ho chiamato così i sentieri che attraversano le zone delle Quattro Province, una serie di vie sentieristiche e non, che interessano o corrono parallele ai crinali collinari e montani. Nell’asse centrale che risulta essere la Valle Staffora, passando da Varzi fino alle vette dei Monti Lesima e Chiappo si uniscino quasi tutte le direttrici principali che sono la Via del Mare, La via del Sale, già definite e segnalate.
Un tempo il camminare era una necessità, lo dimostra il fatto che nella preistoria gli uomini si spostavano alla ricerca di condizioni migliori o di animali da cacciare poi in cerca di terra da conquistare, oggi invece i sentieri vengono usati dagli uomini solo per puro piacere.
La storia di queste grandi direttrici ci porta alla percorrenza delle mulattiere sui crinali, questo per vari motivi: la sicurezza rispetto ai fondovalle, infestato di briganti attirati dai bottini facili; la funzionalità, visto che le mulattiere che corrono sui crinali sono più esposte al sole e meno soggette ad allagamenti rispetto a quelle di fondovalle, ed infine il crinale permette di vedere e valutare meglio il percorso, di contro erano sicuramente piu’ impegnative. Così si incrementò la rete delle mulattiere che collegava anche i vari paesi, con l’aumento della necessita’ di conoscere e scambiare le proprie esperienze con i villaggi vicini. Non dobbiamo però fare confusione, la maggior parte delle vie storiche coincidono essenzialmente con la rete stradale odierna, che si è resa necessaria man mano che la necessità ed il progresso richiedeva una maggior viabilità con nuovi mezzi e maggior facilità di spostamenti.
Le grandi vie pedonali nel Medioevo avevano essenzialmente due funzioni: commerciali e religiose. Il commercio, in queste zone, si faceva con i commercianti che provenivano dalla Liguria, e dalle navi che approdavano ai porti Liguri; parlare di vie commerciali e distinguere quale sentiero fosse il più importante non è facile, tutti i sentieri o mulattiere erano usati per il commercio, avevano quasi tutti in comune un nome: il sale. Portare però le proprie merci per scambiarlo con questo prodotto e con varie spezie era fondamentale e, solita storia, i soldi facevano la differenza. Chi non se lo poteva permettere scambiava i propri prodotti della terra o del lavoro oppure percorre la via mandato dal nobile facoltoso che aveva a disposizione denaro o merci.
Il sale che, in quel periodo, aveva una importanza determinante per la conservazione dei cibi, per la dieta, e quindi con un valore di scambio importantissimo per i tempi, nutriva il commercio con altri prodotti come l’olio, le lane, le pelli ed il vino. Tutto questo ha incrementato a dismisura queste vie da e per il Mare Ligure, costruite per meglio adattare i nuovi mezzi di trasporto (dal mulo ai carri), ma costruite anche per oltrepassare i dazi doganali che, man mano, venivano creati dai signori locali con il crescere del passaggio dei commercianti.
Quasi tutte queste vie partono da località di pianura, collinari e, attraverso l’appennino ligure, si portano al mare. Poi ci sono molte mulattiere che collegano i paesi del fondo valle ai crinali e ai passi di valico. Mulattiere che hanno avuto una importanza decisiva per la vita di questi luoghi. Stiamo parlando di molte generazioni di uomini che si sono succedute in molti decenni, le mulattiere invece rimanevano li e, con grande piacere, ce le ritroviamo ancora oggi.
Percorrere sentieri e mulattiere delle Quattro Province porta sempre una certa emozione. I passi corrono piano e la sabbia, la terra, i sassi sono gli stessi di un tempo, calpestati dai mulattieri, da muli e da cavalli. Mulattieri che indossavano gambali che coprivano scarponi pesanti, un grosso cappello di feltro, un mantello che li aiutava nei momenti più freddi con il vento che tagliava la pelle. I muli erano la parte fondamentale del viaggio. Dovevano portare pesanti fardelli lungo mulattiere e sentieri instabili, una grande fatica e per questo ricevevano, dai mulattieri, grande considerazione, amore. Senza il mulo i mulattieri avrebbero condotto una vita più difficile, anche se i continui viaggi non erano cose da poco, erano autentiche avventure. Raggiungere però le località portuali del territorio ligure, era una soddisfazione; si scambiavano le merci e si affrontava il viaggio di ritorno. Se c’era il sole andava tutto bene, con la pioggia, la neve e io freddo tutto si complicava. Se si arrivava a casa con tutto il carico si doveva festeggiare.
I religiosi invece avevano un unico scopo, raggiungere le località sante. Bobbio per le Quattro Province era ed è ancora il luogo di arrivo o transito. Roma invece il luogo di arrivo. La tecnica era quella di raggiungere i luoghi percorrendo la via più corta, tenendo sempre a mente quali fossero i punti di sosta per riprendere fiato ed energia e, per chi aveva il cavallo, i luoghi più adatti per tenerlo a riparo.
Un esempio era la via Francigena che da Canterbury portava, e porta tuttora, a Roma, questo apre nuovi scenari ed arrivare alle grandi vie di comunicazione in Europa. Lo era anche la Via degli Abati chiamata anche Via Francigena di montagna che collegava Pavia-Bobbio- Pontremoli dove si innestava alla Via Francigena. Parliamo di grandi vie soprattutto religiose ed allora qui entrano nomi altisonanti quali Santiago di Compostela, Gerusalemme dove, su questi sentieri, i pellegrini compivano centinaia di chilometri a piedi per ragioni soprattutto penitenziali.
Troviamo anche altri sentieri altrettanto lunghi, impegnativi, che collegavano da nord a sud e da est ad ovest, tutta l’Europa; parlo dei sentieri Europei, numerati oggi dall’ 1 all’ 11 (la tabella ne indica i nomi). Le Quattro Province vengono interessate dall’ E1 ed dall’ E7.
Passano gli anni ed i sentieri vengono usati sempre meno, rimangono i collegamenti tra i paesi usati dagli agricoltori, e sono in arrivo nuove tecnologie che usufruiscono delle strade di fondovalle, ora diventate più brevi ed efficienti per il collegamento con le varie città, strade dapprima in ghiaia poi asfaltate, che fanno perdere la voglia di percorrere le vecchie mulattiere. Arriviamo ai giorni nostri ed alla riscoperta di questi sentieri per il solo scopo escursionistico, così si riparla di sentieri di collegamento sui crinali e di nomi più o meno con fondamento storico. Sentieri come l’Alta Via dei Monti Liguri, riempiono le riviste dedicate all’escursionismo arrivando poi alle nostre Quattro Province, con la Via del Mare e del Sale percorsa da molti escursionisti.
Parlare di queste vie, alla fine di tutte le considerazioni, parleremmo, più o meno, degli stessi sentieri, in fondo in questi secoli sono cambiate le popolazioni, gli usi, i costumi delle persone, ma i crinali e le valli dove scorrono fiumi e torrenti, non sono cambiati di molto.
Sebbene non sia stato facile riprendere nella loro totalità il percorso (molto spesso si incrociano con strade statali, provinciali) si è cercato di ricostruirne i percorsi originali, recuperando il più possibile le notizie storiche.
Nelle Quattro Province, sulle vette dei Monti Lesima e Chiappo, si uniscono molte direttrici principali: la Via del Mare, La via del Sale, Il sentiero Europeo E7 già definite e segnalate , la Via dei Malaspina, tentativo fondato dalle numerose ricerche storiche, di portare una variante della Via Francigena lungo la Valle Staffora verso Bobbio e l’Abbazia di San Colombano, unendola alla Via degli Abati ed alla stessa Via Francigena.
Parleremo infine di percorsi storici non segnalati, che rimangono solo negli ambienti e nei racconti di storie di passaggi di condottieri come Annibale, che transitò nella Val Trebbia nei pressi della val Boreca.
I percorsi, in questa guida, seguono fedelmente le vie tracciate sulle mappe e nel loro senso di direzione, essendo vie tracciate esclusivamente per gli amanti dell’escursionismo, unite alle varianti per percorrerlo con la mtb.
La raccolta è completata da alcune vie odierne segnalate lungo il territorio. In aggiunta proponiamo qualche anello che si può percorrere in 2-3 giorni unendo cultura alla escursione, visitando luoghi importanti che hanno dato lustro al territorio.
Un aiuto decisivo, per il mio lavoro, è arrivato dall’introvabile libro “Le antiche mulattiere” di Guido Ferretti, e per questo devo ringraziare Marco Gallione del preziosissimo sito web www.altavaltrebbia.net che si è prodigato per farmene avere una copia. Ringrazio anche Fabrizio Capecchi per i suoi libri guida ad es. “Le vi del sale” ma anche una moltitudine di appunti che con grande generosità mi ha regalato. Appunti e scritti che risultano essere fondamentali per la ricostruzione dei percorsi antichi nella sua originalità.
Vogliamo quidni presentare una serie di guide che unisce il nuovo con l’antico, infatti stiamo cercando di riportare alla luce le antiche mulattiere che, dalla Pianura Padana, portano al Mar Ligure, facendo il possibile di ricomporre l’antico tracciato alle esigenze escursionistiche odierne, purtroppo e spesso ostacolate dalla grande rete stradale. A tutto ciò uniamo le differenti strutture ricettive che, un tempo erano quasi esclusivamente sulla vie antiche ma ora completamente differenti. I nostri ricordi partono da molto lontano: siamo partiti con pochi dati, segnavia inesistenti e con guide non dettagliate. Ecco, il dettaglio, è la nuova formula. Verrete accompagnati km dopo km. Lo abbiamo fatto per gli escursionisti a piedi, con tutte le varianti per facilitare il compito agli amanti della mountain-bike e con un occhio alle nuove tecnologie: le e-bike. Un guida completa che accontenta tutto il mondo escursionistico ma, soprattutto, unica nel suo genere. Questa è la guida completa e lo abbiamo fatto con questo meraviglioso itinerario. Man mano seguiranno altri itinerari segnalati o frutto di un lungo lavoro di ricerca su libri e mappe antiche. La memoria storica poi di alcuni anziani è sempre preziosissima. I loro ricordi si possono trascrivere direttamente sulle mappe. Ogni volta era una scoperta. Spero sia ancora così. Gli itinerari di questa e delle prossime guide ci porteranno ad attraversare luoghi, paesi, crinali, torrenti lungo le antiche vie di commercio, militari e religiose che dalla Val di Taro giungendo fino al territorio dell’Oltregiogo, portano al Mare Ligure, dove tutto si commerciava e si scambiava, dopo un viaggio estremamente faticoso e rischioso. Il vestito di questa guida sarà il vestito delle guide future. Non solo tratteremo la singola via, il singolo itinerario, ma anche tutte le sterrate, mulattiere che uniscono l’una all’altro itinerario. Si compone una rete fitta di sentieri e mulattiere solcate da muli, carretti e mulattieri. Sappiamo che per tutti i libri antichi le Vie del Sale vengono indicate con la direzione che dal Mare portano alle città più importanti come Pavia e Milano. Senza essere irrispettosi ma volendo cambiare le cose con un poco di sfrontatezza, diciamo che se il viaggio del sale era dal mare e dai porti verso nord, in qualche modo al mare ci si doveva arrivare. Spesso l’itinerario di andata non era lo stesso del ritorno. Le ragioni erano molteplici. Ci dobbiamo scontrare quindi con i nostri giorni dando la possibilità all’escursionista di godere del territorio. Portandosi dalla pianura al mare l’escursionista potrà godere man mano del territorio, a piccoli passi, aumentando sempre di più ciò che ci attraverserà gli occhi portandosi al nostro cuore. Man mano si arriverà sui crinali, sui monti fino alla vista finale: il mare che ci regalerà grandi emozioni. Saremo accompagnati dall’ansimare dei muli e dei cavalli, guidati dagli occhi instancabili dei mulattieri. Oggi i nostri occhi serviranno per godere del percorso e delle meravigliose fotografie che il territorio ci regalerà. Un viaggio di emozioni nuove ed antiche.
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