La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

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Tour della Val "Bulbeira"

Note Riepilogative:

Le tappe

Pertuso, Merlassino, Costa Merlassino, Zebedassi, Carrano, Case Sarmasa, Case Braglia, Pallavicino, Rifugio Piani di San Lorenzo, Costa delle Lesaie, Volpara, Fontana delle Gure, Quadrivio Monte Roncasso, Monte Cosfrone, Monte Ebro, Bocche di Crenna, Capanne di Cosola; Monte Cavalmurone, pendici del monte Legnà, Passo del Legnà, Poggio Rondino, Monte Carmo, Capanne di Carrega, Pian dell'Aia, Monte delle Tre Croci, Passo Tre Croci, Monte Antola, Case Antola (ex Rifugi Musante e Bensa), Capanna di Tonno, Passo Sesenelle, pendici Monte Sopra Costa, San Fermo, Cima dell'Erta, Sella Monte Bossola, Monte Bossola, Rovello, Rocchetta Ligure, Pertuso

Sviluppo (indicativo)

78 Km

Tempo (indicativo)

13h

Altitudine partenza/arrivo

metri 380 - Pertuso

Altezza massima

metri 1700 - Monte Ebro

Dislivello salita/discesa

metri 3500 circa

% ciclabilità salita       

95 % alcuni tratti impegnativi lungo le salite

% ciclabilità discesa     

100 %

Accesso Stradale al percorso

Pertuso si raggiunge per mezzo della Autostrada Milano-Genova; si prende la S.P. 140 della Valle Borbera, passati Vignole e Borghetto Borbera, si raggiunge la alta stele dedicata ai partigiani.

Difficoltà / Tecnicità

OC - S+ / D+

Segnavia

Sentieri vedi descrizione

 

Mappe n° 11 - 12

 

Note al percoso:
L'itinerario prende il nome dal nomi di origine di questa valle: Bolbera, Bolberia e appunto Bulberia.
La partenza può essere effettuata sia a Rocchetta Ligure che a Pertuso. Il percorso richiede, per le MTB, due tappe con pernotto alle Capanne di Cosola; l'itinerario si divide in 34 e 44 km. Abbiamo anche altre possibilità di pernotto sul percorso o facendo una paio di deviazioni, per altro molto brevi. I due luoghi tappa sono alle Case del Romano, e al Rifugio Parco Antola. Per i camminatori le cose si complicano un pochino. Meglio dividerla in 4 parti; essendo poi il primo tratto molto lungo, meglio fare una devizione verso la seggiovia e scendere a Caldirola. Recuperando di nuovo il crinale, sempre con la seggiovia, si prosegue verso il Monte Cosfrone seguendo il sentiero 200.

Descrizione 1a Tappa - Pertuso - Capanne di Cosola

La partenza è dal monumento del partigiano che si trova sulla S.P. 140 nei pressi di Pertuso (380 metri), riconosciamo la piazzetta dove svetta la imponente stele dedicata. Siamo anche alla partenza dei due sentieri 209 e 260 e al bivio per Merlassino. Abbiamo due possibilità: salire sulla asfaltata oppure scendere di pochi metri verso Pertuso, recuperare il sentiero a sinistra che risale e poi riprendere si sentieri che si staccano dalla asfaltata, non dobbiamo fare altro che prenderli tutti e lasciarci guidare. Sbucheremo sopra l'abitato di Merlassino (513 metri), da qui si risale sulla asfaltata, passare ancora un gruppetto di case, passare il bivio per Ortaro (per chi si vuole avventurare, a sinistra c'è una "salitone" che ci porta direttamente al bivio di Ripa Rossa) ed arrivare a Costa Merlassino al fianco della bella Chiesa dedicata a San Giacomo (531 metri). Qui troviamo il sentiero 200. Noi teniamo la destra sulla strada asfaltata seguendo il segnavia 200 che seguiremo fino a al crinale che proviene da Dernice tra le Coste Breghi e la Costa delle Vaie, confluenza con il sentiero 139 (poco sopra il Bivio di Caviggino). La discesa porta all'abitato che attraverseremo tutto fino ad uscirne, passata l'ultima casa faremo ancora un tornante, sulla destra un albero sul quale troviamo il segnavia, il sentiero attraversa il campo.  Si scende sempre sulla sterrata che corre tra i campi, raggiungendo la parte bassa della valletta, attraversiamo il rio. Da qui si risale ripidi, il sentiero non è pulitissimo ma si pedala. Ad un bivio teniamo la destra e si arriva alla strada asfalta a Zebedassi (478 metri). La palina ci indica di proseguire di fronte sulla stradina asfaltata, si arriva in paese, teniamo la destra in discesa, deviazione a sinistra. La discesa termina ad un crocicchio, prendiamo la via dritta su sentiero che scende. Siamo sempre sul sentiero 200 anche se non se ne scorgono le bande bianco-rosse, attraversiamo in fondo il Rio delle Praghe, pieghiamo a sinistra e si risale. Poche decine di metri e siamo a Carrano (420 metri). Prendiamo la stradina cementata svoltando a sinistra. Oltrepassiamo il piccolo oratorio (fontana) e la nostra via ritorna sterrata. La nostra via risale con impegno, oltrepassa i ruderi di un cascinotto, si arriva a Casa Bellaria (520 metri), un gruppo di villette dove inizia la strada asfaltata. Si risale fino all'incrocio con una sterrata, teniamo la strada asfaltata e, al bivio, teniamo la sinistra. Risaliamo fino al successivo sentiero a destra, Bivio di Caviggino (610 metri) (a sinistra si raggiunge la località di Caviggino); prendiamo quindi la sterrata, che risale, anche bruscamente, sbucando sul crinale (625 metri) tra la Costa Bregni e la Costa delle Vaie alla confluenza con il sentiero 139. Svoltiamo a destra, lasciamo immediatamente il crinale e i due segnavia, per prendere la sterrata che scende a destra. Lasciata una sterrata che risale sul crinale, si resta in costa e si raggiunge la strada asfaltata di Case Sarmasa (596 metri). Svoltiamo a sinistra, la stradina asfaltata porta a Pessinate (584 metri), teniamo la destra per due volte, arriviamo ad un successivo bivio in fronte alla edicola votiva, svoltiamo a sinistra. Fatta poca strada e, a destra (cappelletta) riparte la sterrata. La mulattiera corre in mezzacosta. Si prosegue e si oltrepassa un ponticello, e la strada è diventata inghiaiata, si scorge in alto l'abitato di Borgo Adorno e il suo Castello. Si risale e si oltrepassa un secondo rio (Rio Besante). Abbiamo lasciato i sentieri che si scostano dalla nostra via, e si oltrepassa il terzo rio. Si arriva alla chiesetta di Case Braglia (615 metri) dove prendiamo la stradina asfaltata che risale fino alla provinciale. Svoltando a sinistra risaliamo fino a Pallavicino (717 metri) (fontana). Teniamo la strada a sinistra con direzione Borgo Adorno, a destra parte la strada asfaltata che ci porterà, in quasi 4 chilometri, al Rifugio Piani di San Lorenzo. Primo tratto ripido poi, a mano a mano che si prosegue, le numerose curve alleviamo la difficoltà. Dopo 2,8 km, arriviamo al rifugio Cai (fontana). Proseguendo lungo la strada che attraversa il bosco, giungiamo finalmente al Rifugio Piani di San Lorenzo (1098 metri) (fontana), posto in un luogo incantevole, adatto per una sosta ristoratrice. Qui a destra troviamo il sentiero segnalato dai segnavia bianco-rossi (210a): teniamo sempre la via che risale (anche se il sentiero di destra ci porta lo stesso in località Fontana Pian del Sale). Si raggiunge la Costa Vendersi, dobbiamo scendere a destra seguendo la sterrata che corre in costa (sassosa) con il segnavia 210,  si arriva in località Fontana Pian del Sale (metri 956). In questo punto si incrocia un sentiero a sinistra. Si lasciano i segnavia. Da qui inizia il tratto più spettacolare, ma anche, dopo il paese di Volpara, quello più impegnativo. Si prosegue in costa con tono discensivo, lasciando un sentiero che risale a sinistra, poco più avanti ne lasciamo uno che scende a destra, per iniziare la vera discesa che, dopo una curva, ci regala scorci panoramici verso Volpara (metri 945) e la costa che collega il Monte Giarolo al Monte Cosfrone. Intervallato da un paio di brevi strappi in salita, oltrepassato un piccolo rio, poi un secondo, poco più avanti inizia la salita che, alle prime case di Volpara, località Fondo Villa, diventa asfaltata. La stradina ci porta al bivio dove teniamo la sinistra, arrivando in paese (edicola votiva), svoltando a destra si prosegue verso Pian della Chiesa e Case Vignasse. Raggiunta la prima località, una fontana (da poco restaurata) ci permetterà di riempire la borraccia. Poco prima di raggiungere Case Vignasse (o Vignazza), si raggiunge il bivio di Vignazza (1012 metri) segnalato  con il numero 215, sentiero che ci accompagnerà fino alla Bocca del Giarolo. Prendiamo quindi a sinistra oltrepassando una cascina. Qui inizia la sterrata ma, purtroppo, inizia anche la parte più faticosa. Al primo bivio (cartello "Sentieri della Libertà") si può andare sia a destra che a sinistra, al secondo bivio si tiene la sinistra. La salita ci porta alla Fontana delle Gure (metri 1195), crocevia di alcuni sentieri. Prendiamo il sentiero di destra che parte al di sopra della fontana. Proseguiamo con la salita, alla vista del crinale che andremo a raggiungere; si oltrepassano tre piccoli rii e si comincia a fare sul serio: le salite sono brevi, ma molto ripide. Un cancelletto in ferro da aprire, il passaggio nella faggeta ampio e ombroso, oltrepassando un rio, che ha raccolto molte pietre; purtroppo dovremo scendere dalla bici. Si riprende a pedalare nel punto dove la via segnala un bivio. Noi restiamo a destra. Poi a sinistra al bivio e si risale; la parte finale ci riserva un bel tratto in piano e di bellezza notevole, che culmina uscendo dal bosco, punto panoramico (metri 1400 circa) sulla Val Borbera e di tutto l'Appennino Ligure. Non solo. Volgendo lo sguardo sulla sinistra, al Monte Roncasso sopra di noi e, a mano a mano che si prosegue, a tutti i monti che caratterizzano la Val Curone. Una breve salita (segnavia 220, qui però non indicato) e si arriva ad un crocicchio di sentieri indicato sulla palina Quadrivio di Monte Roncasso (metri 1418). Il monte è sopra noi, il sentiero da prendere è quello a destra. Il sentiero 220 prosegue alla sinistra del monte, segnavia che riprenderemo più avanti e ci porterà sul Monte Cosfrone. La salita è impegnativa: alcuni pezzi si dovranno fare con la bici al fianco, alla vista del Monte Ebro, fino al pianetto erboso (metri 1525 - punto panoramico) tra il Monte Roncasso e il Monte Cosfrone, riprendendo anche il segnavia 220 che arriva da sinistra. Si pedala ancora un poco sulle tracce che solcano questo tratto perché ci aspetta una improponibile pendenza, una risalita di pochi minuti fino a raggiungere il Monte Cosfrone (metri 1659) e il crinale segnalato dal segnavia 200. Dal monte teniamo la destra, si scende quasi fino ai piedi della salita del Monte Ebro e nei pressi del bivio con il sentiero 106, a destra troviamo il sentiero che scende sulla Costa Rivassa. Si prosegue risalendo il Monte Ebro (1700 metri), punto più alto dei due percorsi. Si scende lungo la dorsale, ora su prati erbosi; si può scendere fino al visibile Colle Bocca di Crenna (metri 1553), luogo panoramico e di incrocio di alcuni sentieri. La via punta a destra, lasciando il crinale che prosegue al Monte Chiappo, sulla nuova sterrata che porta ad Aie di Cosola ma, alla prima curva, imbocchiamo un allettante sentiero che si snoda attraverso il pendio prativo a ritroso rispetto all'ultimo crinale fatto. Sentiero stretto, segnalato dai segnavia bianco-rossi e dal passaggio di animali al pascolo. Si oltrepassa una vicina vasca (chiamata "Fontana dell'uomo morto") puntando verso la selletta erbosa di fronte a noi. Una volta raggiunta, si entra nella faggeta, si oltrepassa un'edicola votiva e una vicina costruzione (fontana), si tiene la sinistra al bivio, si incrocia a sinistra il sentiero che scende dal Monte Chiappo; la bella sterrata, tra villette, termina davanti all’Albergo Capanne di Cosola (1501 metri) (fontana).

Descrizione 2a Tappa - Capanne di Cosola - Pertuso
Nota al percorso
Da qui e fino al Monte Antola ci accompagnano i segnavia della Via del Mare/200/101. La traccia MTB usa il percorso qui descritto, ci saranno comunque tratti a spingere. Per gli escursionisti si può usare la traccia per le MTB, più facile ma sicuramente meno panoramica e spettacolare, se no si seguono i segnavia della Via del Mare/200/101. Dal Poggio Rondino si possono aggirare o risalire le gobbe in fronte a noi.
Dalle Capanne di Cosola si segue la strada asfaltata per Artana-Bogli, poi a destra per Bogli fino ad un tornante secco a sinistra, da quota 1370 metri parte un sentiero, poco pedalabile, che porta sulla selletta del Passo del Legnà. Tocchiamo quindi la via TRK, ma pochi metri dopo la lasciamo per una sterrata a destra che resterà al fianco della traccia originale, sempre sotto il crinale, senza scendere, lasciando le sterrate che si distaccano, risalendo ripidi e a piedi fino ad uscire dalla boscaglia. Siamo alle pendici del Poggio Rondino (sella a quota 1564 metri), restiamo a destra sempre sotto il crinale fino ad una selletta, restando paralleli al sentiero principale, fino a quando non si uniscono (1555 metri); le due vie proseguono assieme fin sotto al Monte Carmo. Il sentiero di sinistra conduce al Monte Alfeo (101), quello di destra aggira il monte Carmo per portarsi sulla sponda opposta del cappello del monte, mentre quello dritto a noi, il 200, porterà, dopo una salita impegnativa, sulla vetta del Monte Carmo (1640 metri). Per le MTB, la salita al monte, la possiamo evitare se percorriamo il tratto che corre a destra, aggirando il Monte e ricongiungersi a sud del Monte. Da qui si entra nel Parco Regionale del Monte Antola. Lasciando il sentiero che prosegue sulla nostra sinistra e a ritroso per congiungersi con il sentiero che abbiamo lasciato alla sella nord del monte (101), sempre in discesa si oltrepassa un cancelletto e si entra nel bosco, più avanti, a sinistra, alla sella erbosa (abbeveratoio), si oltrepassa il bivio a sinistra del sentiero che porta al Monte Alfeo (sentiero 119) e due triangoli gialli: si congiunge con quello proveniente dal sentiero posto alla sella situata all'inizio della salita al Monte Carmo. In discesa arriviamo alla larga mulattiera che porta alle Capanne di Carrega (1371 meri). Con un piccolo sforzo ulteriore si oltrepassa la partenza del sentiero che porterà al Rifugio Antola; si arriva così alle Case del Romano, luogo di possibile pernottamento.

Variante Trekking
Di fianco all'Albergo Capanne di Cosola (1501 metri), troviamo la bacheca informativa e i segnavia CAI: indicano il percorso che presenta la numerazione 101, 200 e della Via del Mare. Siamo praticamente nel cortile dell'albergo, aggirato il quale si risale nella faggeta, arrivando in una zona prativa al fianco della Cascina Punta, dalle caratteristiche persiane colorate in rosso, a lato della strada asfaltata diretta ad Artana e Bogli. Si percorre di nuovo il bosco componendo alcune strette curve, trovando le recinzioni che costeggiamo, il sentiero esce allo scoperto proprio sul crinale: a sinistra si ammira la Val Boreca, fino al lontano monte Alfeo; a destra i pascoli scendono verso la Val Borbera; di fronte si allineano le gobbe prative sulle quali salirà tra breve il sentiero. Superato un cancelletto, si percorre un tratto parecchio ripido a fianco di un boschetto di faggi, da cui si ammira verso destra il borgo di Montaldo di Cosola. Sempre in salita sullo spartiacque erboso, si guadagna la vetta del monte Cavalmurone (1670 metri): in verità siamo appena sotto di pochi metri. Continuando sul sentiero segnato, si scende sul versante opposto del monte, perdendo pochi di metri di quota, per proseguire sulla ripida salita che porta alla selletta che indica le pendici del monte Legnà (1648 metri), dove è piantata la palina del CAI che segnala i percorsi 200 e 101. Da qui, con una breve deviazione verso destra (sentiero 230), si raggiunge la croce sommitale del Monte Legnà (metri 1670). Si prosegue invece in discesa perdendo circa 50 metri di dislivello fino alla metà della discesa che porta verso la sella dove troviamo il sentiero a sinistra che porta sulla strada per Bogli (variante MTB); scendendo così al passo si incontra il sentiero per la MTB che proviene da quota 1370 e prosegue al nostro fianco di destra lungo la traccia più larga, che resta leggermente all'esterno del bosco: porterà a scavalcare il Poggio Rondino; traccia sicuramente meno faticosa, ma meno panoramica, variante usata dagli amanti della mountain bike. Fatti pochi passi, seguendo il filo del crinale, troviamo il sentiero con in nostri segnavia 101 e 200 che rientra nel bosco. Lasciando la vicina traccia del percorso per le MTB che prosegue a destra, restiamo con il segnavia che porta al Passo del Legnà (1456 metri) dove inizia il muro che, con alcuni ripidi tornanti, esce dal bosco e conduce al Poggio Rondino (1627 metri), segnalato da una croce in legno sorretta da alcuni sassi ammassati su di essa. Ora si scende sul filo del crinale; il sentiero si divide. Il sentiero di sinistra, che volge verso la Val Boreca, è quello del segnavia; quello di destra, invece, è percorso dalle MTB: portano entrambi a passare una piccola altura arrivando alla sella a quota 1555 metri, dove ille due vie si incontrano.
Di fronte all'Agriturismo Capanne di Carrega (1371 m) troviamo la bacheca informativa dei percorsi che riguardano la zona del Monte Antola e le nostre indicazioni del percorso CAI n° 200 che porterà al monte. Di fronte vediamo subito il crinale che andremo a percorrere; si prosegue quindi sulla strada asfaltata per circa 300 metri, fino ad arrivare ai cartelli che indicano il confine con la provincia di Genova, del Comune di Gorreto e dalla bacheca informativa che indica i percorsi del Parco Naturale Regionale dell'Antola; qui si lascia l’asfalto e si prende il sentiero a destra segnalato dai tanti segnavia CAI: 200, E7, la Via del Mare; si risale subito all’interno di un bosco di faggio, fino ad arrivare in una zona aperta, caratterizzata in primavera da splendide fioriture di narcisi selvatici. Alle nostre spalle, l'imponente sagoma del Monte Carmo e, appena sotto, le Capanne di Carrega. Si prosegue in questa larga zona prativa dove si convoglia il sentiero che proviene dalle Case del Romano, segnalata dalla palina come Pian dell'Aia (1443 m). Si prosegue rientrando nel bosco: il sentiero diventa più stretto restando sul versante del Rio Borbera e del Carreghino, dominato dal paese di Carrega Ligure. Usciti dal boschetto, si arriva ad una sella, ora rivolti sul versante della Val Trebbia e, più precisamente, del Torrente Brugneto, che alimenta il lago omonimo, sempre più visibile a mano a mano che proseguiamo; più lontano spunta il Mar Ligure. In piano si prosegue sotto il Monte Pio di Brugneto, si oltrepassa un cancelletto in ferro e si arriva ad una selletta con tavola e panca (1510 m): alcune mappe indicano qui il Passo Tre Croci e dove si trovano fisicamente le tre croci, come Valico delle Tre Croci. Noi ci limitiamo a descrivere ciò che viene segnalato sul tracciato; da sinistra proviene il sentiero da Caprile. Il nostro sentiero torna a salire poco sotto le cime erbose del Monte delle Tre Croci (1565 m). Vale la pena però risalire in cima, con una piccola deviazione; questo ci permette di vedere sotto di noi il Lago del Brugneto e le valli opposte sovrastate dal crinale della Via del Mare. Si ritorna nel bellissimo bosco di faggi che lasciano aperta la via in discesa che porta al Valico di Monte delle Tre Croci (1494 m), (la palina indica Passo Tre Croci) raggiunto anche dal sentiero CAI n° 240 proveniente da Vegni. Lasciamo questo posto che ci permette di riflettere e di considerare la montagna come nostra amica, solo se affrontata sempre con abbigliamento e attrezzatura adeguata. Si ritorna in salita restando sul crinale: la vetta dell'Antola è sempre più vicina, il sentiero diventa più impegnativo ma non proibitivo, oltrepassa il sentiero che anch'esso porta a Caprile e si guadagna una sella erbosa alla vista della croce che sovrasta il Monte Antola. Arriviamo quindi dapprima al Passo Cattivo (1489 metri) e poi alla Sella Est del Monte Antola (1553 mt) dove si convoglia il sentiero 245 che proviene da Croso. Una breve rampa porta alla vetta del Monte Antola (1597 metri) (sul cippo il cartello indica 1593 metri). Non possiamo perderci la vista dal monte. Possiamo comunque salire sul monte oppure prendere a sinistra il sentiero che ci porta alla chiesetta. Dalla vetta scendiamo qui dal sentiero. prendiamo il sentiero a sinistra che arriva prima alla chiesetta e poi nel luogo chiamato Case Antola (1549 metri). Il luogo era la sede dei due ex rifugi, il primo è il Rifugio Bensa, il secondo, ormai diroccato, è il più antico Rifugio Musante. Lasciamo i segnavia della Via del Mare, e seguiamo il 200 che piega bruscamente a destra tagliando il versante ovest del Monte Antola. Usciamo dal bosco e restiamo tra quest'ultimo e i prati che scendono ripidi nella valletta del Rio Tonno. Vista al Mar Ligure assicurata. La discesa rientra nel bosco restando sotto le pendici norde del Monte Arvego trovando, poco più avanti, il bivio a destra con il sentiero 251 (1310 metri circa) che proviene dalla Sella Banchiera. Pochi passi e siamo alla Capanna di Tonno (1302 metri). Luogo dove una sosta è d'obbligo. Tavoli e panche ci permettono di posare le nostre cose. Riprendiamo il cammino rientrando di nuovo sul lato nord sbucando alla Bocchetta di Tonno o Colle del Buio (1275 metri). Da qui si esce di nuovo e si compone questo lungo tratto che resta sotto il crinale. Passiamo il bivio a sinistra per Tonno (1280 metri) e arriviamo al successivo bivio dove a sinistra ci lascia il segnavia dei due tratti gialli. Si sale bruscamente a destra ed si giunge ad un colletto dove è posizionata la Vecchia Croce Monte Buio (1363 metri), punto dove si diramano alcuni sentieri, tra cui quello della MTB, che resta sotto le pendici del Monte Buio ben visibile con la sua immensa croce. Seguiamo il sentiero che risale le pendici erbose del Monte Buio (1403 metri).  Anche qui sosta obbligata. Lasciata la cima il sentiero scende ripido, e scende ad un piccolo colletto di quota 1368 metri, si rientra nel bosco. Per le MTB il sentiero è divertente, facciao solo attenzione alle radici. Arriviamo al Passo Sesenelle (1254 metri), crocevia di alcuni sentieri tra cui, quello di destra, della variante MTB. Proseguiamo lasciando il sentiero di sinistra, arriviamo alle Pendici Monte Sopra Costa (1259 metri). Il sentiero ora scende incrociando una mulattiera che proviene da destra, la nostra via ora si allarga ed arriva ad incrocia la strada asfaltata, siamo al Valico di San Fermo (1129 metri). Si può seguire il 200 che in salita porta al Monte di San Fermo (1165 metri) dove troviamo la bella chiesetta di San Fermo. Variante più adatta ai camminatori. Lasciamo il sentiero 258 che prosegue sul monte mentre, percorrendo ancora ora un breve tratto asfalto, troviamo la palina che indica il sentiero 200, avremo qui anche l'aiuto del rombo giallo. Entriamo quindi a sinistra in zona prativa, poi si prosegue, entrando nella boscaglia, sul sentierino in discesa; andremo così ad innestarci su di una sterrata più larga che proviene dalla nostra destra. Passiamo anche il sentiero 252 (1080 metri) (non segnalato). Lasciamo poi i sentierini che si distaccano e riprendono il nostro percorso, restiamo sulla via più larga ed iniziano i numerosi saliscendi che ci porteranno fino alla Sella del Monte Bossola. Il lungo tratto, a volte sassoso,  ci porta spediti ad sentierino a sinistra (che risale al Monte Castello, da non prendere), poi al bivio a destra (1034 metri) con il sentiero 253 indicato dalla palina. Si prosegue sempre in costa lungo questo crinale con tono discensivo, incrociando una larga sterrata che proviene da sinistra, proseguiamo sulla nostra via. Siamo ora al bivio Pendici dell'Erta (980 metri circa), dove il sentiero 200  prosegue a sinistra verso Costa Salata. Teniamo la destra che, anche se non segnato se non per qualche segnavia bianco-rosso, è il nostro sentiero 261. Il percorso mantiene un tono discensivo leggero, oltrepassa la Cima dell'Erta (1020 meri), segnalata se non perché poco più avanti si incrocia una larga sterrata che proviene da sinistra, anch'essa proveniente da Costa Salata. La larga via resta sempre sul crinale, fino alla quota di 992 metri, dove si inizia a risalire, dapprima dolcemente poi, attraversando la Costa di Gordena, con tratti impegnativi, alternati a brevi discese. Arriviamo alla carrareccia che arriva da sinistra da Prato, a destra  ci porta alla vicina Sella del Monte Bossola (1100 metri). Lasciando la carrareccia, a piedi percorriamo per pochi metri il sentiero che risale, si prosegue poi pedalando fino al vicino Monte Bossola (1139 metri). Iniziamo questo tratto in discesa su questo sentiero scorrevole, fino ad una brevissima salitella, si riparte in discesa uscendo dal bosco (sentiero a sinistra da non prendere) per rientrarci quasi subito. Arriviamo ad un bivio con un sentiero (1000 metri circa) dove teniamo la nostra via, strada ghiaiosa ma scorrevole. Sempre in discesa, a tratti pietroso, prosegue sul crinale fino ad un bivio (910 metri circa) indicato dai cartelli che indicano a destra per Cremonte, noi andiamo a sinistra per Rovello. In discesa sulla sterrata e non senza fatica visto che risulta sconnessa, si arriva ad un bivio con una sterrata che proviene da sinistra, ci innestiamo tenendo la destra. Siamo entrati nel versante della valle del Torrente Sisola. Il percorso prosegue scorrevole e veloce e raggiunge un bivio con un sentiero a sinistra da non prendere, entrando così in Rovello Superiore (702 metri). Usciti dal paesino troviamo la fontana. Facciamo 50 metri e troviamo subito una sterrata a destra che risale, la prendiamo, ripida ma pedalabile, sterrata che arriva ad un bivio (736 meri) che, a sinistra porta a Rocchetta Ligure a destra prosegue per Cremonte-Rosano. Noi andiamo a sinistra segnalato anche come "Anello della Crosa", sul crinale della Costa di Bosco, percorso che, fino a  Rocchetta Ligure ci costringerà a numerosi saliscendi. Siamo sulla strada vicinale della Costa di Cabella Ligure. Arriviamo ad crocicchio, la sterrata di sinistra viene da Rovello (se a Rovello fossimo scesi di un poco sulla asfaltata, avremmo incrociato questa sterrata che risaliva in questo punto), restiamo sul crinale dritto al nostro senso di marcia. Una salita breve e poi in discesa, un sentiero a sinistra da non prendere, la strada è panoramica sulla Val Sisola. Bivio con una larga sterrata a destra (possibile e ottima variante perché ci può evitare la risalita per arrivare alla edicola votiva che troveremo più avanti). Teniamo quindi la sinistra e si arriva, in discesa, ad un bivio (690 metri circa): a sinistra si arriva a Bregni, noi facciamo la curva a destra che, con tono ripido ci porta alla edicola votiva (730 metri circa) dove, da destra, arriva la sterrata indicata precedentemente. Dritto a noi il sentiero scende a Celio. Teniamo la sinistra restando sul crinale che ora resta tra la Val Borbera e la Val Sisola, siamo sulla Costa di Celio. Un tratto in piano, sterrata a destra da non prendere, e si arriva ad un bivio che a sinistra porta alle antenne sopra noi, teniamo la destra. Ora si scende con velocità, si prosegue dritti al crocicchio, scendendo sul versante della Val Borbera; la sterrata si biforca ma entrambe arrivano ad un bivio (quota 650 metri circa), andiamo a sinistra (a destra troviamo il cartello dell'Anello della Crosa). Ancora un tratto in salita, non impegnativo, che ci permette di percorrere un tratto in costa, al bivio, dove teniamo la sinistra, si prosegue in discesa e si ritorna nel versante della Val Sisola. Al bivio teniamo la destra, sempre in discesa, il panorama si apre; al crocicchio si tiene la dritta, ancora qualche saliscendi in vista di Rocchetta Ligure. La vista poggia a sinistra sulla Costone Ripa. La strada costeggia campi coltivati, sterrata a sinistra da non prendere (collega ad un cascinale). La sterrata ora punta al cimitero, diventa asfaltata, teniamo la destra e scendiamo sul retro della Chiesa arrivando di fronte la Palazzo Spinola di Rocchetta Ligure. Arrivati al bivio in località San Nazzaro, si prosegue a sinistra per Cantalupo Ligure, Pertuso fino alla nostra partenza.