Cultura 4 Province | Da vivere

Da vivere …. tutto il territorio che compone le terre delle Quattro Province, hanno da sempre la cultura e l’amore per tutto ciò che è svago, sia per le attività sportive, che per la organizzazione di attività culturali ed eventi maggiormente legati alla cultura paesana, che hanno radici profonde e che negli anni hanno saputo mantenere la loro semplicità, spontaneità e tradizione. Oltre a tutte le notizie che qui diamo vi invito a fare un “salto” su: appennino4p.it troverete tutto ciò che riguarda le Quattro Province.
Cultura e Arte
L’Oltrepò Pavese è ricco ed intriso di arte, la possiamo sentire e respirare girovagando lungo le tante strade delle nostre valli. Mi riferisco ai tanti castelli, palazzi e chiese, che conservano opere d’arte di estremo valore, ultima è il dipinto del Bramantino nel recuperato Castello Visconteo di Voghera. Cultura è anche sapere di vino, ma anche di tradizioni culinarie di questi luoghi con i tanti piatti compongono il ricco menu delle nostre tavole. Cultura è anche ascoltare i numerosi concerti di musica, dalla classica al folk e tradizionali delle Quattro Province. Cultura è anche un viaggio nelle tante fattorie didattiche, luoghi di incontro per i bambini ma anche per i grandi, dove si mescolano animali, prodotti della terra e del sottobosco, luoghi che ci insegnano a riscoprire vecchie tradizioni. Scoprire i tanti Parchi, Giardini, Riserve Naturali. Ci sono poi tanti musei che dall’archeologia, alle tradizioni di vita agricola e rurale, a quelli particolari come il museo della Fisarmonica a Stradella e quello delle api a Montalto Pavese, alla geologia e fauna, ci portano ad un viaggio della cultura di questi luoghi. Alcuni musei espongono anche quadri di estrazione contemporanea, mi riferisco al Castello di Montesegale e quello di Zavattarello. Cultura è anche Oltrarte, un’ associazione culturale nata su iniziativa di un gruppo di amici con la passione per l’arte e per la cultura nelle sue forme più varie. E’ costituita con la specifica finalità promuovere e coltivare la cultura ed il senso civico in tutte le loro manifestazioni, con particolare risalto all’arte figurativa, fotografia, musica e editoria..”. Una piccola associazione è Ponti Arte, associazione che opera appunto a Ponti, paesino nell’alto Oltrepò del comune di Brallo di Pregola, che promuove alcune manifestazioni di alto interessa culturale, immersi nel bellissimo paesaggio di questo luogo. Cultura è osservare le stelle, sulla mappa digitale troverete la loro posizione. Cultura è partecipare ai tanti eventi culturali, le Quattro Province ne sono intrise, tradizione, prodotti tipici e musica. Parliamo di Terme, un modo per rilassarsi e scoprire che la loro storia è antica.
Sport
Numerose le attività sportive e di svago: cavallo, trekking, tennis, bocce, bicicletta sia da strada che Mtb, downhill per i più spericolati, e così via: occasioni non solo per i cultori dei muscoli, ma anche per i semplici appassionati e soprattutto per i più piccoli, grazie alle diverse attività guidate da esperti del settore. Per gli amanti dell’avventura, da segnalare l’Adventure Park di Salice Terme. Sulla mappa digitale sono indicate le zone dove praticare sport.
Bici da Strada
Le zone collinari sono un vero paradiso e un ottimo campo di allenamento per professionisti e amanti delle due ruote.
Cavallo
Un folto gruppo di agriturismi e di addetti ai lavori propongono e insegnano la cultura del cavallo. In Oltrepò Pavese, come nelle valli limitrofe, non manca l’opportunità di fare passeggiate a cavallo lungo una moltitudine di percorsi adatti allo scopo. Il cavallo riserva sempre momenti indimenticabili anche per chi si avvicina a questo sport per la prima volta.
Volo a vela e Parapendio
Tra Rivanazzano Terme e Voghera esiste un piccolo aeroporto, dove si può dare libero sfogo alla propria passione per il volo acrobatico. Ca’ del Monte, nei pressi dell’omonimo agriturismo, è un sito utile per parapendio e deltaplano, con un dislivello di 350 metri, provvisto di due decolli e due atterraggi. Quasi tutti i fine settimana si possono fare dei voli e seguire lezioni con maestri della scuola di Volo di Parapendio di Voghera.
Golf
Amanti di questo sport trovano terreno fertile a Salice Terme e in Valle Curone, grazie ad impianti ben strutturati e curati, immersi nel verde intenso di questi luoghi.
Sci
Sul Monte Penice, sulla nuova seggiovia di Pian del Poggio e al Prato Cipolla di Santo Stefano d’Aveto non mancano le occasioni per una domenica con gli sci, o con lo snowboard ai piedi; occasioni che si possono ripetere anche nel periodo estivo con lo sci d’erba. Sui nostri sentieri ci si può cimentare a piedi o – perché no? – addirittura con le ciaspole, magari in una giornata di sole, quando piante e pendii sono ricoperti di neve e compongono paesaggi a dir poco meravigliosi. Il nostro sguardo esce di poco dall’Oltrepò Pavese per portarsi a Caldirola, luogo attrezzato per coniugare Mtb d’estate, sci e ciaspole d’inverno. A Ceci, in provincia di Piacenza, ma a pochi passi dal confine con l’Oltrepò, esistono percorsi attrezzati per lo sci di fondo.
Tennis
Oltre ai tanti Tennis Club, la nostra attenzione si rivolge al Centro Tennis di Brallo di Pregola, una vera e propria eccellenza presente in Oltrepò: è riservata ai giovanissimi che qui si possono cimentare con maestri di alto livello.
Mountain bike ed escursionismo
Siamo infine al motivo principe di questa guida. Le nostre valli offrono molte opportunità per gli amanti delle escursioni in mountain bike, ma non solo; si possono trovare sentieri adatti ad ogni tipo di possibilità, età e preparazione fisica. A Caldirola e a Pian del Poggio esistono gli impianti per praticare downhill supportate dalla seggiovia aperta tutto l’anno per permettere non solo agli sportivi di allenarsi in quota e di partecipare alle gare, ma anche ai neofiti che si vogliono cimentare su queste piste mozzafiato. La seggiovia è anche un modo per, in pochi minuti, di arrivare sul crinale e passeggiare sui nostri monti. Parlare di escursionismo significa parlare di sentieri famosi come la “Via del sale”, con gite organizzate da tante nostre associazioni da aprile prosegue fino ad autunno inoltrato. Parlare di escursionismo significa, soprattutto, coniugare cultura e movimento.

Le Terme

Nell’ Oltrepò Pavese una parte rilevante viene sicuramente occupata dalle Terme e due località termali di sicuro interesse per chi ama questo tipo di turismo, un patrimonio da salvaguardare. Le proprietà di queste acque sono certificate e le cui origini di queste fonti sono a dir poco antiche. Le fonti attingono da vari punti acque di tipo sulfurree e salso-bromo-jodiche. Il terreno di questa fascia di territorio che spazia appunto da Salice Terme fino a Oliva Gessi e oltre, poggia su strati di gesso, che oltre a dare vini di ottima qualità, regala acque anche da bere, almeno fino a poco tempo fa, tanto che la mia generazione ricorda molto bene il sapore di “uovo marcio” delle Fonti di Retorbido. Questo di tipo di turismo attrae un turista diciamo di “Terza Età” che trascorre periodi corti giornalieri ma sicuramente sarebbe interessato ai borghi per un turismo culturale con visite ai monumenti, ma anche gastronomico con visite ai paesi in festa con attrazioni rivolte ai prodotti tipici ed ai vini del territorio. Sono sicuro che una passeggiata non sarà sicuramente scartata, con percorsi semplici che portino appunto verso i luoghi sopra descritti. Stiamo parlando di due località molto vicine nella bassa Valle Staffora: Rivanazzano Terme e Salice Terme. Bisogna ricordare che anche a Recoaro, nelle strette vicinanze di Broni, si era sviluppato il turismo termale, poi scemato col tempo con la progressiva perdita di estrazione delle acque solforose. Uscendo dall’Oltrepò Pavese ma restando sempre in Provincia di Pavia, ricordiamo che a Miradolo Terme le acque termali sono ancora adesso un bene prezioso per la salute, e per il benessere. Dotate anche di camerini con vasche adibite per la fango e balneoterapia. Le affezioni che si avvantaggiano delle cure con le acque ed i fanghi sono davvero numerosissime: tra le più comuni ricordiamo quelle delle vie respiratorie; artroreumatiche; dermatologiche, la sordità rinogena, affezioni ginecologiche e le vasculopatie periferiche..

Le Terme di Rivanazzano.
E’ dal 1849 che si utilizzano le acque minerali di Rivanazzano per scopi terapeutici, ma leggenda vuole che anche gli antichi romani che vi avevano avviato un attivissimo insediamento agricolo-commerciale conoscessero i benefici effetti di queste acque. Le terme vennero sfruttate in modo intensivo a partire dal 1874, con la costruzione del primo stabilimento, dopo la loro riscoperta nel corso di alcuni scavi. Lo stabilimento consistette in un edificio su due piani, immerso nel verde dell’attiguo parco. Il patrimonio idrominerale è costituito da acque salsobromoiodiche e sulfuree e da fanghi naturali. Lo stabilimento, molto frequentato da famiglie nobili nel periodo compreso fra le due guerre mondiali, è stato poi rimodernato. All’interno troviamo anche camerini per la fango e balneoterapia. Ad onore di cronaca all’epoca delle stesura di questa guida le terme hanno subito una ristrutturazione importante ed attrezzate secondo i criteri del più recente circuito termale.
Le Terme di Salice
Ed ora passiamo a vedere da vicino le Terme di Salice. Anche le ricerche storiche sembrano confermare quanto sostenuto da leggende popolari, secondo le quali la validità delle acque delle Terme di Salice erano note già agli antichi romani. Anzi le acque della fonte Sales, la cui fonte è visibile tra le vie che portano nella parte alta del paese, sarebbero state utilizzate anche dallo stesso Giulio Cesare, di ritorno da una guerra gallica per curarvi una noiosa affezione della pelle. Le acque sono poi state «riscoperte» nel 1849 e si sono poi moltiplicate negli anni successivi, del tutto casualmente in occasioni di trivellazioni eseguite per cercare il petrolio. Il patrimonio idrominerale è costituito da acque salsobromoidiche, acque sulfuree, e fanghi mineralizzati. La qualità e consistenza del patrimonio idrominerale e validità delle strutture hanno fatto classificare dal Ministero della Sanità tutte le terapie al primo livello superiore. Salice Terme si impose nel panorama del termalismo nazionale a partire dal 1884 quando a seguito di diverse ricerche sulle sue acque sorgive, in corso dal 1823, si decise la costruzione del primo stabilimento Bagni. Ultimato nel 1886 conobbe da subito una prospera fortuna, dovuta anche alla costruzione della strada provinciale che collegava Voghera a Salice, del Grand Hotel e dell’impianto del Parco che trasformarono Salice Terme in una ridente località turistica alla fine del XIX secolo che trasformò la struttura più recente, bisogna dire che il Grand Hotel ora è chiuso, un vero peccato perchè i suoi interni sono un patrimonio da conservare. Nell’area di Montalfeo, poco a monte di Salice, l’antica miniera di zolfo, coltivata mediante scavo di gallerie già in epoca romana, fu riattivata a partire dal 1868 quando il dr. Brugnatelli intraprese ricerche volte a ricostruire i tracciati dell’antica miniera; nel 1873 fu scoperta l’acqua sulfurea poi captata e utilizzata a partire dal 1906.

Musica e balli popolari

Un particolare sguardo lo possiamo sicuramente volgere al “Festival Ultrapadum”e a “Borghi e Valli”, che da anni portano la cultura musicale in Oltrepò Pavese, perché lo dobbiamo dire, i talenti ci sono e devono essere valorizzati, talenti che spaziano dalla musica classica, da camera, jazz, musica d’autore e musica popolare. Vi sono poi tante attività ed eventi musicali volte ad un pubblico più giovane per musica più moderna, che rivestono particolare importanza, sicuramente un prosecuzione di quella che è stata una poco conosciuta ma intensa e prolifica attività musicale che ha portato i grandi cantanti, allora ai primi passi nel mondo della musica beat e pop, in questi luoghi dove hanno avuto il lancio definitivo al successo. La maggior parte delle feste sono a scadenza fissa annuale, e si svolgono durante i fine settimana, hanno però nel periodo estivo un picco impressionante di date e difficilmente si potranno seguire tutte. Da qualche tempo a questa parte dobbiamo citare la sempre più massiccia partecipazione di molti cantanti e suonatori chiamiamoli “di strada”, che sicuramente non sminuiscono le loro capacità. Camminando sui sentieri dell’Appennino pavese ci si trova facilmente sui confini con le province di Piacenza, Alessandria e (poco lontano) Genova. I paesi che si scorgono al di sotto dei crinali, sui diversi versanti, hanno una storia e delle tradizioni comuni, chiamate per questo delle Quattro Province. Si tratta di un patrimonio notevole soprattutto sul piano della cultura popolare, che nonostante l’emigrazione di molti abitanti verso le città si è qui mantenuta viva assai più che altrove, tanto da diventare oggetto di importanti studi etno-musicologici. Le tradizioni si manifestano specialmente nella pratica del canto a più voci (“alla bujasca”, dal nome del paese di Bogli), e di danze di gruppo (gighe) e di coppia (polca a saltini ecc.). Le danze sono condotte durante le feste da un duo che normalmente suonano un antico oboe detto piffero, esclusivo di questo territorio nel quale viene anche costruito, Cegni poi è patria dei più famosi pifferai, e da una fisarmonica, non dimenticando che Stradella è stata, con Dallapè suo fondatore, una prestigiosa casa di produzione di fisarmoniche. Frequentando i paesi delle Quattro Province può quindi capitare, soprattutto nella stagione estiva ma anche a Carnevale o in altri momenti, di trovarsi all’interno di una festa tradizionale e magari venire coinvolti in un ballo. Ciò che però è di grande interesse è la comunione tra le tante cene organizzati da ristoranti ed osterie d’Oltrepò, con la musica tradizionale suonata dai cantori delle Quattro Province. Tutta l’attività musicale non si svolgeva solo nelle osterie, ma gli ambienti naturali dove si poteva e si voleva cantare erano i campi, le vigne durante la vendemmia e la pigiatura dei grappoli, impregnando l’aria di profumi di mosto e di canti popolari, molto spesso intonate dalle donne; oggi purtroppo si sente solo il rumore assordante del trattore, forse per fortuna, ma sicuramente si è perso il canto che era anche motivo di aggregazione. Parliamo poi di risaie, più tipiche della Lomellina, che ha raccolto anche le storie di tanti film famosi, dove il ballo e il canto erano la colonna sonora. Particolare importanza hanno avuto i cantastorie che, con semplici strumenti tradizionali e la grandissima capacità di attirare, durante le feste e le fiere di paese, tra storie vere e leggende, tantissima gente che ascoltava con estrema ammirazione. Citiamo un certo Callegari, capostipite della tradizione dei cantastorie, che ha avuto anche un riconosciuto successo nel panorama musicale italiano. Citiamo inoltre altri gruppi che hanno mantenuto e che mantengono degnamente la cultura musicale delle quattro province, partendo dai più antichi come i Caballeros, I Canterini del Sentiero del Sale, fino ai Colleri u canta, le Voce del Lesima, I Vecchi di Marsaglia, gli Amici della Valle Staffora, il coro Comolpa. Canzoni come la Povera Donna, Galena Grisa, Draghino, la Giga, Richèta Richetina, Monferrina, La Bionda di Voghera e tante altre ancora, hanno fatto la storia della tradizione musicale delle Quattro Province. Canzoni che si tramutano in altrettante danze che portano lo steso nome. Sono esperienze interessanti soprattutto perché non seguono l’onnipresente logica dello spettacolo, ma nascono semplicemente dalle abitudini e dal gusto degli abitanti, coinvolgendo in una sana dimensione sociale sia anziani che giovani. Una tradizione popolare che risale a tempi lontani, quando l’osteria erano il fulcro degli incontri tra i paesani, per fare festa, discutere e cantare i canti popolari tradizionali e di montagna che quasi sempre nei loro testi riportano storie d’amore, di guerra, di lavoro e di sofferenza, ma spesso di gioia….. la musica come la vita. La musica tradizionale non si ferma solo in Oltrepò Pavese ma alcuni dei nostri più accreditati artisti si spingono nei più svariati festival di msusica tradizionale e folkloristica d’Europa e mondiali, e con discreto successo. Credo che nella musica e nella danza della nostra tradizione ci sia il motivo per tanti giovani per recuperare il nostro territorio.

Feste e Sagre

Se ne svolgono tante, atte a valorizzare un patrimonio enogastronomico di sicuro valore. Basti ricordare, ad esempio, l’importanza che la nostra produzione vinicola di qualità ha avuto in questi anni, tanto da essere un asse portante di manifestazioni importanti, come “Cantine aperte di Lombardia”. Gli eventi che risaltano la nostra produzione vinicola, tuttavia, non si esauriscono qui: infatti, durante l’anno, soprattutto nel periodo della raccolta del vino, in corrispondenza dell’arrivo del vino nuovo, si svolgono nei paesi o presso le aziende una serie di eventi che mettono in rilevo l’attività delle più importanti aziendevinicole, attirando frotte di turisti.
Feste enogastronomiche
Atte a valorizzare quel patrimonio enogastronomico di sicuro valore non solo italiano, voglio citare ad esempio l’importanza che la nostra produzione vinicola di qualità ha avuto in questi anni, tanto da essere un asse portante nelle manifestazioni come “cantine aperte di Lombardia” e in quella a livello mondiale che è il “Vinitaly” che si svolge a Verona, dove il nostro vino si sta affermando con una presenza massiccia, in mezzo a vini di alta qualità. Gli eventi che risaltano la nostra produzione vinicola non si esauriscono qui, infatti durante l’anno ma soprattutto durante e dopo la raccolta del vino e in corrispondenza dell’arrivo del vino nuovo, si svolgono nei paesi o presso le aziende, molte mostre che risaltano la degustazione, eventi che raccolgono la partecipazione delle più importanti aziende d’Oltrepò , ma soprattutto raccoglie le adesioni di una moltitudine di persone spinte da questo importanti eventi.
Feste Patronali
La Birra …..sebbene non abbia radici nel territorio, troviamo anche qui validi produttori di birra, con la conseguenza naturale che stanno proliferando numerose “feste della birra”, adatte ai giovani spinti dalle musiche moderne che fanno da contorno, ma che si mescolano, con sapiente maestria degli organizzatori, con quelle di stampo più popolare, quindi non stupitevi se vedrete anziani e giovani assieme nella stessa festa, perché qui è la regola.
SAGRE D’OLTREPO
NON SI può fare a meno di dare una occhiata da vicino alle numerose sagre di ieri e di oggi che durante l’anno si tengono nella zona oltrepadana. A cominciare da Retorbido; dove in primavera si celebra la sagra detta di Bertoldo (recupera giornale che parla di Bertoldo) e del polentone. Come abbiamo visto Bertoldo era un saggio che dispensava massime, una di queste, che viene rispettata ancora oggi, è di dare da mangiare la polenta anche alle galline, di modo che si disponessero al meglio a deporre più uova. La sagra ha lo scopo di ricordare appunto Bertoldo: in tre giganteschi paioli vengono cotti quintali di polenta che, insieme a salamini e vino, vengono distribuiti generosamente a tutti i partecipanti. Vengono inoltre allestiti stand e banchetti con l’esposizione dei prodotti artigianali e specialità gastronomiche locali, ed una sfilata di gruppi folcloristici e bande musicali allieta la giornata. A Broni è in vigore la Sagra di San Contardo. Narrano le leggende popolari che San Contardo fu un monaco che nell’alto Medioevo divenne famoso in tutta la zona oltrepadana grazie al proprio potere taumaturgico, tanto che nacquero numerosi racconti sulle straordinarie capacità di guarigione che il santo dispensava ai fedeli. Ancora oggi i fedeli ed i malati si rivolgono a San Contardo con la speranza di poter ottenere una guarigione. Il pane del santo, distribuito in occasione della Sagra, è anche un sincero auspicio di bene e prosperità. La Fiera di San Contardo (periodo agosto) è una grossa rassegna di merci, vengono esposte prevalentemente attrezzature agricole e zootecniche, con annessa una notevole mostra di vini pregiati. Fa cornice alla manifestazione un una serie di attrazioni varie. E tanto per restare un poco in zona trasferiamoci, sempre lungo la via Emilia, a Casteggio, per ricordare la rassegna dei vini tipici e dello spumante, che viene realizzata in estate.
Fra le molte che vengono realizzate in Oltrepo è sicuramente quella più degna di nota, perché su diversi giorni di esposizione vengono effettuati assaggi e degustazioni ed abbinamenti gastronomici. Un salto a Cegni per ricordare il Carnevale Bianco è doveroso. La festa è un vero e proprio carnevale anche se si tiene d’estate e prende lo spunto da una leggenda del posto, quando un innamorato decide di sposare la sua bella, ma nell’imminenza delle nozze, la ragazza scappa via. L’innamorato la insegue tra boschi e balze fino a ritrovarla, nascosta in uno sperduto casolare. La vicenda è a lieto fine e vede il ritorno dei due al villaggio, nuovamente innamorati e d accompagnati dal suono dei pifferi, delle fisarmoniche, dei canti e dei balli di tutti i compaesani. Durante la festa vengono organizzati giuochi popolari, balli e concerti improvvisati. Vi è inoltre l’esibizione dei celebri pifferai di Cegni, famosi non solo nella provincia di Pavia. Rimaniamo in collina, per fare un salto a Menconico, dove da anni a luglio si tiene la sagra di uno dei prodotti più tipici della zona: il formaggio nisso. Questo particolarissimo tipo di formaggio è fatto di latte di vacca e di pecora ed è una vera e propria specialità del luogo, che sta diventando sempre più rara, dal momento che richiede molto lavoro ed una lunga fase di stagionatura, oltre al fatto che il suo particolarissimo sapore piccante può anche non piacere, anche se invitiamo caldamente chi non lo ha mai fatto ad assaggiarlo prima di giudicare. Dunque dicevamo che la stagionatura dona al formaggio un gusto accentuato, ricercatissimo da tutti i buongustai. La Sagra del Formaggio Nisso, alla quale ogni anno partecipa sempre un foltissimo gruppo di visitatori, si propone quindi di celebrare le lodi di questo particolare, prodotto locale, senza dimenticare la cornice volutamente da sagra paesana, con l’albero della cuccagna, la corsa con le uova, quella dei sacchi ed il tiro alla fune. Rimanendo nei pressi, trasferiamoci a Varzi, dove tra maggio e giugno si festeggia la sagra del salame e delle torte di mandorle. La rinomata festa gastronomica della durata di due giorni (un fine settimana) permette ai numerosissimi visitatori di gustare ed acquistare le due tipiche specialità di Varzi, oltre ovviamente ai prodotti locali, quali miele, formaggi. Indubbiamente il salame di Varzi catalizza l’attenzione dei più, dal momento che la bontà dell’insaccato era apprezzata già al tempo dei Longobardi. Il segreto di tale squisitezza, tra le altre cose che non si sapranno mai, sta indubbiamente nell’aria del centro oltre padano: qui infatti confluiscono le correnti fresche degli Appennini e del vicino Mare Ligure, costituendo un mix ideale per la conservazione e la stagionatura degli insaccati. I metodi di preparazione sono poi quelli di sempre, la carne di maiale viene tagliata in pezzi piccoli, poi viene impastata con dei piccoli “accorgimenti”, che servono ad assicurare al prelibato salame un aroma fragrante ed un colore rosso vivo, come il vino rosso, l’aglio ed il pepe nero in grani. L’impasto cosi ottenuto viene poi messo in un budello di maiale, macerato nel brodo di gallina, cucito ad arte e riposto nei locali più adatti alla stagionatura. Questa richiede un particolare e complesso procedimento, nei primi mesi il salame viene appeso alle travi delle stanze “più alte”, mentre in seguito viene portato nelle cantine, al fresco, Oggi è stato creato un Consorzio per la tutela e la qualità del salame fra i cui compiti ha anche quello di vigilare e garantire la bontà del salame di Varzi. E chiudiamo questa carrellata con Zavattarello e la ,mostra e sagra del fungo, che è in programma in autunno nel centro coli inare. La manifestazione è molto animata ed è affollata di turisti, perfettamente organizzata dalla locale Pro Loco con la fatti va collaborazione del Gruppo Micologico di Zavattarello. Questo opera da anni per la tutela del fungo, presente in quantità rilevante noi territorio. Tale associazione non solo insegna a riconoscerli, ma anche a raccoglierli nel pieno rispetto della natura.
Nel corso della mostra-mercato, la più importante di tutta la nostra provincia nel settore micologico, vengono esposti i migliori funghi con la consueta premiazione dei migliori, unitamente ad altri prodotti del territorio.