La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

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PICCOLI RICORDI

 

GARIBALDI A MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA

L'ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI SAN MARTINO E SOLFERINO

UN SOLDATO DELLA CAVALLERIA

UN CONVENTO SCOMPARSO

GARIBALDI A MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA

Sembra che Montebello della Battaglia sia stata un punto di collegamento della storia dell'Oltrepò Pavese, ma soprattutto della storia Italiana, vuoi che due battaglie famose:  "La battaglia di Casteggio-Montebello  9 Giugno 1800"  e "La battaglia di Montebello 20 Maggio 1859", hanno segnato tappe fondamentali della nostra Indipendenza. Partendo da una visita di Giuseppe Garibaldi, qui a Montebello della Battaglia, anno 1860, che poi ritornò nel 1866 per una visita più lunga, nella Villa Pallavicino Trivulzio (oggi Mazza), vogliamo portare alla luce quanto questa imponente villa sia stata attraversata da storie che hanno portato alla indipendenza dell'Italia. Certo non sarà la villa ad aver fatto la storia da chi via ha preso dimora, il Marchese Luigi Pallavicino Trivulzio, personaggio storico ed amico di Garibaldi, che ha avuto,durante questo storico periodo, una vita senza dubbio movimentata. Aderì alla Carboneria, per poi passare dalle famose carceri della ex-fortezza morava dello Spielberg (descritte dal Silvio Pellico nel suo libro "Le mie prigioni"), per poi riunirsi alla lotta di liberazione spostandosi in Oltrepò Pavese, acquistando la villa che portò il suo nome.    

La medaglia del centenario della Battaglia di San Martino e Solferino, consegnata a mio nonno Giovanni come Presidente dell'Associazione Mutilati di Guerra. Visualizza qui il sito del 150° 'Anniversario della Battaglia

UN SOLDATO DELLA CAVALLERIA

Un soldato della Prima Guerra Mondiale, diventato poi Tenente Colonnello della Cavalleria e, in seguito, Presidente della Associazione Mutilati di Guerra. In realtà è un piccolo ricordo di mio nonno, a Voghera conosciuto come persona gentile e al servizio dei tanti mutilati della guerra.

MARIA GABRIELLA IN VISITA A VOGHERA

La visita di Maria Gabriella (visualizza qui i ritagli del giornale dell'epoca) (secondogenita di Maria Josè e di Umberto e sorella di Vittorio Emanuele) ospite, nella lussuosa villa di Rocca de Giorgi, dei Conti Giorgi Vimercate di Vistarino, in visita al Tempio. Maria Gabriella poi diede la mano ad un bambino, supportata da una piccola nota e da alcune immagini, questo per ricordare un piccolo episodio che mi vede coinvolto assieme alla mia mamma.

 

UN CONVENTO SCOMPARSO

I Romani e L'Oltrepò
Come ampiamente indicato nei musei di Casteggio e Stradella, l'Oltrepò Pavese ha avuto una influenza notevole e determinante da parte dei Romani che portarono fino ai nostri giorni grandi testimonianze del lavoro, delle strade, dei villaggi, e della vita quotidiana. La maggior parte di queste testimonianze si ricercano lungo la Via Postumia (l'attuale via Emilia), del quale Casteggio ha avuto una importanza fondamentale, essendo un centro strategico per le milizie Romane. La storia di questi luoghi dice poi che Annibale (abbiamo già citato la Fontana di Annibale a Casteggio) è stato certamente in queste zone e sicuramente ha combattuto in questi luoghi, famosa è la battaglia sul Fiume Trebbia che vide Annibale vittorioso sui Romani. La fornace di Massinigo, ritrovamento di assoluto valore archeologico, segno e conferma che quella che collega Massinigo al Convento di Vallescura, sembra sia il passaggio per l'Abbazia di Bobbio, dove troviamo il famoso ponte Gobbo ancora adesso una immagine stupenda di questo luogo incantato.

Santa Margherita di Staffora, località Masinigo, Fornace Romana
A Massinigo però è stata fata una importante scoperta che ha aperto la via a preziose supposizioni ma anche a tante certezze, del passaggio dei Romani i questi luoghi, ma non solo, certifica in qualche modo tutta una serie di testimonianze di vita e transiti di milizie, di pellegrini, di commercianti, mi riferisco alla Alta Valle Staffora dove Massinigo è posizionata. Stiamo parlando della Fornace Romana di Massinigo, ritrovata nel 1957 durante i lavori di ristrutturazione della scuola elementare, rappresentando uno dei siti archeologici di epoca romana meglio conservati in Lombardia e unica nel suo genere in tutto l'Oltrepò Pavese. La fornace è a forma circolare con tiraggio verticale e rappresenta ciò che rimane del piano di cottura, con la imbocco dentro il quale veniva immesso il legname da bruciare, ed alimentare il fuoco che serviva alla cottura e produzione essenzialmente di laterizi . Il visitatore può richiedere la visita telefonando al Comune di santa Margherita Staffora, e si troverà ad entrare nell'edificio che un tempo era la vecchia scuola  e, dietro una vetrata potrà ammirare questo prezioso manufatto.

Hospitales", Xenodochi, Conventi, Ospedaletti
Mi sono immaginato alcuni pellegrini provenienti da luoghi diversi, prendere la loro borsa ed il lungo bastone,  avventurarsi dalla Via Postumia sui crinali dell'Oltrepò Pavese, verso i vari punti di ristoro, xenodochi e hospitales, raggiungere Bobbio, per poi intraprendere il cammino verso Roma. Bobbio è stato il fulcro di questi pellegrinaggi, richiamando le genti delle valli limitrofe, che trovavano nel Monastero la naturale tappa, sia per pregare, che per riposare. Vennero così creati nei punti strategici del cammino, una serie  "hospitales", xenodochi, conventi, ospedaletti, atti ad ospitare i viandanti, per le soste intermedie, o cure mediche e punti di ristoro. Le strade più importanti si possono sicuramente individuare nelle strade provinciali odierne, che raggiungono i colli e passi naturali, mentre per i sentieri la cosa si diventa più complicata, allora è con lo studio, la ricerca ed il ritrovamento di reperti direttamente sul terreno, che si può ricostruire quelle che un tempo erano le vie di comunicazione principali. Si fanno supposizioni ma alimentate da prove identificate sulle mappe antiche e sugli scritti autentici di allora; in una colleana di libri molto belli, ma soprattutto molto dettagliati, ricchi di documenti e molto veritieri, di Fiorenzo De Battisti "Storia di Varzi" , nei quali si spiega di alcuni punti strategici, quali xenodochi (ad esempio nei pressi di Varzi a Casa Cagnano, uno a San Silverio (vicino a Trebecco), a Ranzi (sempre nei pressi Varzi che era considerata una "corte", il convento di San Giacomo, nei pressi della già citata Fonte di San Giacomo, che alcuni vogliono come la sorgente del torrente Staffora, dove si trovano alcune lastre che ne indicavano  la esistenza, ed il convento di Vallescura, nei pressi del Passo della Scaparina, punto strategico per il passaggio e la discesa verso Bobbio, A Redavalle si trovava uno xenodochio, che serviva da tappa per i pellegrini che si avventuravano verso Bobbio dalle colline dell'Oltrepò Orientale.

Il Convento di Vallescura
Proseguendo sulla strada che collega Massinigo al Passo della Scaparina ci imbattiamo in un luogo davvero incantevole, le cascine dei Roncassi oggi centro di villeggiatura e sportivo "Pernice Rossa". Si dice ma sembra ci siano delle carte che lo confermino, che le cascine siano state costruite con i sassi di un convento, con annesso xenodochio, di Vallescura. Il luogo si individua, ma restano solo pochi sassi, nelle alture nei pressi del centro di villeggiatura, un sentiero in fronte ci porta nelle sue vicinanze. Qui la storia ci lega ancora a Massinigo e alle memorie popolari degli abitanti, che ne indicano la storia forse mista a qualche piccola leggenda. Il luogo dove era posizionato lo xenodochio è chiamato Cusciö dii frè (tradotto il promontorio dei frati, e il luogo dove era posizionata la chiesa è chiamto gisòn, il chiesone. Di questi luoghi si lega e si intreccia anche la storia del toponimo del vicino Passo della Scaparina, una curiosa leggenda che ha dato il nome al passo: si dice che una fanciulla di nome Rina, criuscì a fuggire avventurosamente: di qui il nome "Scapa Rina", forse perchè condotta a forza nel convento, o forse per scappare da una improvvisa tormenta che colpì questi luoghi, indicendo (si dice) ad abbandonare questi luoghi. Una preziosa testimonianza è quella di Caterina, abitante di Massinigo che, un poco in dialetto e un poco in italiano, un poco fantasticando, ha cercato di spiegarmi. Forse ero più impacciato io che Caterina!! Ora Caterina, da quanto mi hanno detto, non c'è più con noi..... grazie Caterina. Ecco il video