La rosa dei venti
Un viaggio in bicicletta

Oltrepò Pavese, Geografia

 

Geografia

 

Parlando di questo territorio si può notare la sua forma triangolare, meglio definita da Gianni Brera "come a grappolo d'uva". Il territorio si compone di tre fasce, quella pianeggiante a ridosso dello scorrere del fiume Po, la collinare, con i suoi vigneti e i boschi  ricchi di prodotti della terra quali funghi e castagne, ed una montana, dove si trovano le sorgenti dello Staffora e del Curone fino a lambire i Fiumi Trebbia e Aveto. Tra le montagne più importanti citiamo il Monte Lesima, il Monte Chiappo, la Cima Colletta, il Monte Boglelio, Monte d'Alpe, e il Monte Pietra di Covo.

Oltrepò Pianeggiante
Vogliamo qui trattare quella striscia di terra che si pone tra la Statale che da Voghera porta a Piacenza e il Fiume Po. E' una zona non trattata se non nel capitolo delle "escursioni" che porta a fare visita ad alcuni luoghi di interesse strettamente legati all cultura d'Oltrepò Pavese evidenziate in questa guida. Gli amanti dell'escursionismo più tranquillo e più rilassante qui possono trovare molti spunti per apprezzare grandi spazi, prati, colture, tutte a stretto contatto con la rete di sentieri e strade della Provincia più vicina a Pavia. Escursioni con la bici da montagna adatte a chi ama la gita pianeggiante, su sterrate e stradine non affollate, legate in qualche modo legate ai sentieri segnalati del Parco del Ticino, e della Via Francigena. Strade percorse anche dagli amanti della bicicletta da strada e dagli escursionisti a piedi. Gli spunti culturali qui non mancano e paesi come Casei Gerola, Silvano Pietra e Cervesina con il famoso Castello di San Gaudenzio, Branduzzo con il castello residenza secondaria di Ludovico il Moro, Bressana, e il paesi ai piedi delle zona collinare della produzione vitivinicola d'Oltrepò Pavese. Gli amanti della natura possono trovare spunti per scoprire molte specie di uccelli selvatici che vivono lungo le rive del Po.

Oltrepò Collinare
Le valli del Bardonezza, del Versa, Scuropasso, di Schizzola, Ardivestra, Nizza compongono quella rete di valli che nascono nell'Oltrepò Pavese montano e, precisamente verso sud, si unisco alla  val Tidone e la val Trebbia confinanti quindi con il piacentino e la Liguria, posandole come un  ventaglio tra il Fiume Po e la Valle Staffora. Sulle colline la vegetazione comprende oltre ai campi coltivati, boschi di querce, carpini, ontani e frassini, ma l'aspetto più importante delle colline dell'oltrepò è la loro "vocazione" alla coltivazione della vite, la cui presenza risale a tempi antichissimi.  Da Casteggio si può cominciare ad avere una prima visione dell'ambiente collinare. Ce la offre la risalita della Valle del torrente Coppa che si "fa largo" fra le colline coltivate a vigna e arriva al comune di Borgo Priolo prima e Borgoratto Mormorolo poi. A Borgo Priolo qualche minuto può essere dedicato al "Muro della pace", un'insolita realizzazione, voluta dalla locale amministrazione, posta sulla piazza del Municipio. Affrescata dal pittore belga Guy de Yong con due soggetti rappresentanti la "Pace nel mondo" e "La vita agreste", l'opera vuole lanciare un messaggio di pace e fratellanza a tutti gli uomini. Proseguendo si tocca Fortunago. Il paese, appartenuto ai Malaspina e ai Dal Verme, è stato oggetto di un'efficace opera di restauro che ha preservato l'originale fisionomia di borgo collinare con le case in pietra. La parrocchiale dedicata a Santa Maria e San Giorgio è ricca di opere d'arte. Il ritorno a Casteggio può essere compiuto con la stessa strada fino a Borgo Priolo e da qui, compiendo una deviazione, è consigliabile una visita a Montalto Pavese. I motivi per arrivare a Montalto Pavese sono infatti più di uno: lo è sicuramente la posizione elevata che consente di ammirare le sottostanti valli dello Scuropasso e di Ghiaie, mentre tutto intorno trionfano i vigneti, ma non può essere dimenticato il castello Belcredi che è senza dubbio, per la spettacolare posizione e i pregi architettonici, uno dei più belli del Nord Italia. Dopo aver privilegiato l'arte e all'architettura si può dedicare un po' di tempo anche a un aspetto diverso della storia e della cultura di Montalto. È il museo della civiltà contadina, realizzato dall'amministrazione comunale in frazione Villa Illibardi, che raccoglie testimonianze su quelle che erano le attività di un mondo oggi profondamente mutato. Gli oggetti raccolti sono stati divisi secondo il criterio dei cicli di lavoro che scandivano la vita della campagna. Nel ritorno verso Casteggio si incontra Calvignano, dove sono visibili i resti di un castello risalente al XII secolo, antico possedimento del monastero di San Maiolo di Pavia. La strada provinciale 198 ci consente di lasciare Broni e inoltrarci nella Valle dello Scuropasso. Dopo pochi chilometri una deviazione sulla destra conduce a Cigognola e a Pietra de' Giorgi. Cigognola è dominato dal castello duecentesco e rifatto alla metà del secolo scorso in forme neogotiche con magnifiche balconate in ferro battuto. Anche a Pietra de' Giorgi la storia del paese ha lasciato la sua traccia indelebile: è il quattrocentesco castello costruito dai Beccaria su un edificio precedente. L'abitato sorge in posizione suggestiva lungo il crinale di una collina. Pochi chilometri dividono Pietra de' Giorgi da un altro paese che reca nel nome la memoria di questa antica famiglia. Rocca de' Giorgi che si raggiunge dopo essersi lasciati alle spalle Lirio, un tempo possedimento del monastero di Santa Maria delle Cacce di Pavia, ha il suo centro nella frazione di Villa Fornace dove si trova la villa Giorgi di Vistarino, edificio di stile neoclassico, sottolineato e impreziosito dal verde del parco che lo circonda. Sulla sicurezza della Valle dello Scuropasso vegliava la rocca, detta "di messer Fiorello", le cui mura ancora intatte si ergono possenti su un poggio boscoso. Questo breve itinerario può concludersi toccando Pometo, sede del comune di Ruino e quindi Canevino. Questo ultimo 'paese è abbarbicato su un colle da cui ha inizio il torrente Versa. La posizione sopraelevata regala un colpo d'occhio sul mare di vigne che circonda l'abitato e ci ricorda che la produzione del vino è praticata qui da più di un millennio. Dopo aver ammirato la Valle dello Scuropasso si rischierebbe di commettere un grave peccato d'omissione trascurando di compiere una visita a quell'altrettanto affascinante porzione di Oltrepo che è la Valle del Versa. Punto di partenza ideale può essere Stradella: dalla città delle fisarmoniche le prime tappe di questo itinerario, che all'inizio si snoda lungo il crinale che divide la Valle dello Scuropasso da quella della Versa, saranno Canneto Pavese e Castana. Alto su una bella collina, lambita dalle acque della Versa, Canneto Pavese è paese generoso che concede di ammirare la sapienza delle genti dell'Oltrepò nel disporre i filari delle vigne, e offre agli appassionati d'arte un ricco altare maggiore del'700, decorato con preziosi marmi, racchiuso nella parrocchiale dedicata ai SS. Marcellino, Pietro ed Erasmo. A Castana, antico feudo della famiglia Arrigoni, incontriamo ancora un castello. Edificato probabilmente nel XIII secolo, fu poi ricostruito nel 1740 dal marchese Giorgio Pallavicino Ttivulzio. La strada corre parallela al torrente Versa, sorvegliata dall'alto dei crinali da diversi centri abitati. Frequente è anche la presenza di abitazioni rustiche, con cantina e stanza per la vinificazione, a sottolineare ancora una volta che il radicamento dell'uomo alla terra, in quest'angolo di Lombardia, è avvenuto all'insegna della viticoltura. Una breve digressione dal fondovalle porta a Montù Beccaria, l'antica Mons Acutus citata già in diplomi degli imperatori Federico I '(1164) e Federico Il' (1220). Il suo castello fu al centro di aspre contese e oggetto di diverse distruzioni. Ritornati sulla direttrice principale si arriva a Santa Maria della Versa, uno dei principali centri vitivinicoli dell'Oltrepo, la capitale della raffinata produzione dello spumante. Oltre che per la sua importanza nel campo enologico il paese deve la sua fama anche all'omonimo santuario, innalzato nel 1639 sulla stessa area nella quale sorgeva l'antichissima chiesetta dedicata 'alla "Madonna della Versa", oggi identificabile nell'abside dell'attuale grande edificio barocco a una navata. Sull'altare maggiore, anch'esso caratterizzato dal fasto e dalla maestosità che contraddistinguono l'arte del XVII secolo, è collocata una tavola a olio, risalente al'400 e raffigurante l'Annunziata. L'ottima fattura dell'insieme ha indotto gli studiosi a parlare di scuola leonardesca. Come molti altri paesi del circondario anche Santa Maria della Versa ha il suo castello. Conosciuto col nome di Giorgi Gambarana, dal nome degli ultimi proprietari, è posto in frazione Soriasco. L'elemento più appariscente è il grande torrione, alto 28 metri e con numerose feritoie. Dopo Santa Maria della Versa per completare al meglio il nostro lungo itinerario bisogna dirigersi verso Zavattarello, il centro più grande di quell'importante appendice dell'Oltrepo che è la Val Tidone. Le strade che vi arrivano sono due: una tocca Montecalvo Versiggia, l'altra Volpara. Salendo sul colle dove sorge Montecalvo  (che a dispetto del nome è coronato da un ombroso bosco) si apre ancora una volta alla vista un eccezionale panorama. Volpara dopo il 1743, quando l'Oltrepo passò sotto il dominio dei Savoia, sorgeva sul confine delle terre sottomesse alla casa reale piemontese e per questo motivo era sede di dogana. A un passato molto più lontano ci riporta la stele (risalente al primo o secondo secolo dopo Cristo) che si trova inserita nel muro di una casa vicino alla chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Giacomo, Maria e Gaudenzio. AI centro è effigiata una gorgone, una creatura mitologica con serpenti al posto dei capelli che possedeva l'inquietante potere di pietrificare chiunque la guardasse. Dopo essere transitati attraverso Canevino e Ruino e aver ammirato il bacino artificiale di Trebecco, creato negli anni Venti con lo sbarramento del fiume Tidone, e il bel mulino ad acqua di località Le Moline, eccoci a Zavattarello, Il paese ha legato la sua fama soprattutto al castello, che lo sorveglia dall'alto come un'arcigna sentinella, e la cui storia è la storia stessa del borgo. Infatti la rocca, costruita, come è stato osservato, in una delle "posizioni più cariche di magia di tutte le terre d'Oltrepò", e i diritti feudali su tutto l'abitato sono stati oggetto di aspre contese. Nel castello si possono ammirare le belle fattezze esterne e andare con la mente alle storie, romantiche o truci, che ancora oggi si raccontano. Sulle pendici del colle dominato dal castello si trova la parte più antica dell'abitato, detta "su di dentro" dall'antica cinta muraria, oggi testimoniata solo da alcune porte. Interessante è anche il palazzo municipale con il piano terreno aperto a porticato, soluzione architettonica, questa, caratteristica di molti edifici civici della'Lombardia. La parrocchiale di Zavattarello, intitolata a San Paolo, si trova fuori dal borgo, sulla strada che giunge da Pietragavina, ed è ornata nell'abside da una tela settecentesca raffigurante la Madonna del Soccorso.

La Valle Staffora
Capitolo a parte si deve riservare alla Valle Staffora che, fino a Varzi, conserva un aspetto tipicamente collinare, mentre se ci avventuriamo sempre di più alla sua sorgente, l'aspetto cambia più radicalmente in montano. Rivanazzano,  e Salice Terme sono un po' l'ouverture della Valle Staffora che da qui risale l'appennino, mantenendo ancora oggi un ruolo fondamentale come punto di passaggio tra la pianura lombarda e gli appennini emiliani, liguri e toscani. Il paesaggio, si fa via via più aspro man mano che la strada risale. Questi luoghi hanno visto nel corso dei secoli susseguirsi un gran numero di dominatori, italiani e stranieri, le cui opere sono giunte praticamente intatte fino a noi. Accanto a chiese,abbazie e castelli di notevole  interesse storico ed artistico, il turista incontra infatti numerosi paesini, incastonati come gemme sui versanti e sulle  cime dei colli e dei monti, che  hanno conservato (anche grazie a sapienti interventi conservativi) praticamente intatta la loro antica pianta medievale (Zavattarello, Pietragavina). Varzi, una delle "capitali" della valle, conserva accanto alle antiche fortificazioni il vecchio impianto urbano con le chiese, le piazzole, le strette stradine. Numerosi ed in gran parte visitabili sono le chiese ed i manieri della zona a testimonianza dei momenti di grande splendore culturale ed economico che sì ebbero a partire dalla fondazione da parte del monaco irlandese Colombano del monastero che poi prese il suo nome, San Colombano di Bobbio; l'ideale per chi voglia trascorrere alcuni giorni di relax tra storia, bellezze naturali e benessere. Partendo da Rivanazzano si risale la statale che attraversa Salice Terme e Godiasco, (splendida la  Pieve di San Zaccaria), Ponte Nizza (da dove risalendo la pittoresca Val Nizza si puo' raggiungere l'Abbazia di Sant'Alberto e i castelli medievali di Oramala e Valverde) e Bagnaria arrivando a Varzi, che conserva praticamente intatto l'antico borgo medievale, con la pieve romanica dei Cappuccini, la chiesa di San Germano ed i seicenteschi oratori dei Bianchi e dei Rossi). Volendo, seguendo le indicazioni che via via si trovano lungo il percorso, si possono percorrere le meno affollate strade della collina che permettono una visita ai caratteristici paesi pedemontani e collinari ricchi di antiche vestigia (Rocca Susella, Fortunago, Montalto).

Oltrepò montano
Da Varzi si possono fare quattro percorsi, uno di questi risale la costa che porta in Val Curone si arrivando a Cella di Varzi. Il secondo prosegue lungo la statale fino al passo del Penice (in inverno apprezzata e frequentata località sciistica)o, in alternativa, il passo del Brallo (conosciuto ed apprezzato in tutta Italia il Centro Federale Tennistico del CONI che vi si trova a Brallo di Pregola), dell'Oltrepo  raggiunta la Val Trebbia, da entrambi i passi, si segue la strada che discendendo l'appennino ci porta, attraverso l'entroterra ligure, a Chiavari e alle località della riviera di Levante. Appena prima del passo del Penice si incontra la località "Tre Passi" passaggio che ci porta al collegamento verso il passo del Brallo, ma anche, attraverso Romagnese, Zavattarello e Ruino, ad unirsi alla Val Tidone e all'Oltrepò Orientale vitivinicolo e al territorio piacentino. Ritorniamo di nuovo a Varzi dove si possono raggiungere in breve tempo, per mezzo di una bella strada panoramica, le località di Pietragavina e Zavattarello, da tempo note località turistiche. Sia dal passo del Brallo che seguendo il corso della valle Staffora, si arriva alle sue sorgenti in quel lembo di terra posto tra i monti Lesima e Chiappo, i punti più alti e meridionali dell'Oltrepò Pavese.